Da Il Tempo del 18/03/2018. Foto da Wikipedia
Ad ascoltare qualche sintesi di tg, pare che il Papa abbia colto l’occasione del pellegrinaggio sui luoghi di Padre Pio per proporre il Nobel agli anziani e per esortare alle larghe intese. L’abitudine alla estrapolazione è così radicata che, pur quando non vi è un intento manipolatorio, quel che lui dice viene riportato a metà: l’unità cui Francesco ha richiamato, parlando a braccio a Pietralcina, e le divisioni da superare al fine di crescere meglio, sono anzitutto quelle all ’interno della Chiesa. Non a caso del Frate il Papa ha ricordato l ’amore per la comunità ecclesiale.
La lettura dell ’intero discorso, come pure dell’omelia pronunciata a S. Giovanni Rotondo, riserva sorprese interessanti, in un anno – il 2018 – che è il cinquantenario non
solo della morte di Padre Pio, ma pure del Maggio francese e delle ricadute di esso in
Occidente. Sul Gargano Francesco ha descritto Padre Pio con tre parole chiave: preghiera, piccolezza, sapienza. Il filo conduttore è l’affidamento a Dio, è la domanda di
aiuto facendosi «piccoli», e con questo mostrando intelligenza: «Gesù loda il Padre perché ha rivelato i misteri del suo Regno ai piccoli. Chi sono questi piccoli, che sanno
accogliere i segreti di Dio? I piccoli sono quelli che hanno bisogno dei grandi, che non
sono autosufficienti, che non pensano di bastare a se’ stessi.
Il cuore di questi piccoli è come un’antenna: capta il segnale di Dio, subito, se ne accorge subito». E l’esatto contrario della deriva individualistica e libertaria che connota il 68: fondata sulla convinzione di farcela da soli, chiudendo per questo ogni prospettiva verso
l’alto e verso l’altro; inventandosi un mondo e una vita disperate perche’ lontane dalla
realtà, dopo aver dichiarato la morte di Dio.
Il ricordo del Frate da parte di Francesco è una immersione nella concretezza della fede. Padre Pio ha realmente vissuto la Passione di Cristo nella propria carne: le stigmate
sono state certificate e studiate. E poiché il 68 ha avuto echi in ambienti ecclesiali, per es. nella negazione dell’esistenza del demonio, Francesco non usa mezze misure (ignorato dai media). Ieri ha domandato a chi lo ascoltava: «voi credete che il demonio esiste?…Non siete tanto convinti? Dirò al vescovo di fare delle catechesi… Esiste o non esiste il demonio? E va, va da ogni parte, si mette dentro di noi, ci muove, ci tormenta, ci inganna. E lui, aveva paura che il demonio lo assalisse, lo spingesse al peccato». Se il Papa sente il bisogno di invitare il vescovo a «fare delle catechesi» sul punto, e perché troppo spesso e perfino fra i credenti il demonio riesce nel capolavoro di farsi ignorare.
A completare il legame fra i due anniversari – quello di Padre Pio e quello del 68 – il
Papa menziona l’importanza delle radici. A Pietralcina il Santo «cominciò a sperimentare la maternità della Chiesa» e «mai rinnego il suo paese, mai rinnegò le sue origini, mai rinnego la sua famiglia». Il pellegrinaggio è stato breve ma di sostanza: l’insegnamento di Padre Pio vale adesso, se possibile, più degli anni che ha trascorso fra i sassi del suo borgo e quelli del Gargano. Parola di Francesco.
Alfredo Mantovano