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Le Foibe e la Legge 194

10 Febbraio 2021 - Autore: Marco Invernizzi

Giornata per la vita e Giorno del ricordo: un sottile fil rouge

di Marco Invernizzi

Citando un suo discorso in Colombia, Papa Francesco ha scritto queste parole all’inizio del capitolo settimo dell’enciclica Fratelli tutti: «la verità è una compagna inseparabile della giustizia e della misericordia. Tutte tre unite, sono essenziali per costruire la pace e, d’altra parte, ciascuna di esse impedisce che le altre siano alterate. […] La verità non deve, di fatto, condurre alla vendetta, ma piuttosto alla riconciliazione e al perdono».

Queste parole mi sono venute alla mente pensando al Giorno del ricordo, che si celebra ogni 10 febbraio per ricordare i massacri delle foibe e l’esodo delle popolazioni giuliano dalmate. La verità è venuta alla luce dopo decenni di menzogne e reticenze, grazie all’impegno costante di pochi giornalisti e intellettuali, riparando così a una grande ingiustizia. Poi verrà anche il tempo della misericordia e del perdono verso coloro che hanno osteggiato questa vera e propria opera di riconciliazione con un pezzo della storia europea, non soltanto italiana.

Nel mese di febbraio, ogni prima domenica, si celebra anche la Giornata per la vita, voluta dalla Conferenza episcopale italiana dopo l’approvazione della legge 194 che nel 1978 ha legalizzato l’aborto. Anche in questo caso molti innocenti aspettano verità e giustizia perché, come nel caso delle foibe, anche per l’aborto si è creato un clima di ipocrisia e, soprattutto, di non volontà di affrontare il problema. Per tanti anni si è detto, a proposito delle foibe, che la colpa era del clima di guerra civile, che non si doveva dimenticare la violenza fascista, così come ancora oggi si giustifica la legalizzazione dell’aborto con il diritto di scegliere della donna e si portano a giustificazione un certo numero, spesso gonfiato, di casi estremi e pietosi.

Allora come oggi non si vuole affrontare la verità del fatto che ci sono degli innocenti che chiedono giustizia, anche se in entrambi i casi non potranno vederla se non in cielo: nessuno, peraltro, vuole alcuna forma di vendetta.

Anche in questo caso mi viene in aiuto il Pontefice, che ha detto l’8 febbraio rivolgendosi al corpo diplomatico: «Purtroppo, duole constatare che, con il pretesto di garantire presunti diritti soggettivi, un numero crescente di legislazioni nel mondo appare allontanarsi dal dovere imprescindibile di tutelare la vita umana in ogni sua fase».

E’ una frase inserita in un contesto molto più ampio, come può essere un intervento rivolto agli ambasciatori presso la Santa Sede, che inevitabilmente tratta di tanti temi inerenti alla politica internazionale. Però è una frase importante, che risolve un tema dibattuto anche all’interno del mondo cattolico italiano circa l’iniquità o meno della legge 194.

La legge ha il dovere di tutelare la vita, dall’inizio alla fine, ha detto il Regnante Pontefice, e i diritti soggettivi sono presunti, sempre secondo le sue parole. Questo non significa che la legge 194 non preveda alcuni aspetti positivi, che vanno senz’altro attuati, come i Centri di aiuto alla vita negli ospedali, ma questo non cambia l’iniquità sostanziale di una legge, come del resto può testimoniare chi allora c’era e conobbe il clima in cui venne presentata e approvata la legge 194.

Per portare la tragedia delle foibe a diventare una solennità civile ci sono voluti 60 anni, dall’armistizio di Cassibile, che pose fine all’alleanza militare italo-tedesca, alla promulgazione della legge sulle foibe (1943-2004). Quanto ci vorrà per ricordare la verità dell’affermazione del Papa, cioè che le leggi che giustificano l’aborto sono comunque ingiuste?

Mercoledì, 10 febbraio 2021

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Info Marco Invernizzi

Marco Invernizzi nasce a Milano nel 1952. Nel 1977 si laurea in filosofia all'Università Cattolica del Sacro Cuore con una tesi su Il periodico "Fede e Ragione" nell'ambito della storia del Movimento Cattolico italiano dal 1919 al 1929, relatore il professor Luigi Prosdocimi. Dopo gli studi universitari continua ad approfondire, in modo non puramente intellettualistico - dal 1972 milita in Alleanza Cattolica, della quale è stato responsabile per la Lombardia e per il Veneto fino al 2016-, le vicende del movimento cattolico in Italia. Ha pubblicato, fra l'altro, L'Unione Elettorale Cattolica Italiana. 1906-1919. Un modello di impegno politico unitario dei cattolici(Cristianità, Piacenza 1993); La Chiesa, la politica, il potere attraverso i secoli (contributo a Processi alla Chiesa. Mistificazione e apologia, a cura di Franco Cardini, Piemme, Casale Monferrato 1994); e, con altri, I Papi del nostro secolo, parte prima Da Leone XIII a Pio XII (Italica Libri/Editoriale del Drago, Milano 1991); e Guida introduttiva alla storia della Chiesa cattolica (Mimep-Docete, Pessano [Milano]). Collabora a Cristianità e ad altre riviste e quotidiani. Dal 1989 conduce a Radio Maria la trasmissione settimanale La voce del Magistero. Nella linea di quanto già edito si pone Il movimento cattolico in Italia dalla fondazione dell'Opera dei Congressi all'inizio della seconda guerra mondiale (1874-1939), un'opera di sintesi in cui viene ripercorsa la storia del movimento cattolico, con particolare attenzione alle sue espressioni politiche, dalla Breccia di Porta Pia alla vigilia del secondo conflitto mondiale. Dal 28 maggio 2016 è Reggente Generale di Alleanza Cattolica.

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