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Le letture della domenica

6 Marzo 2022 - Autore: Don Andrea Nizzoli


I domenica di Quaresima

(Dt 26, 4-10; Sal 90; Rm 10, 8-13; Lc 4, 1-13)


La vita è lotta

Incomincia oggi un nuovo periodo nella vita della Chiesa. Il tempo liturgico che oggi inizia ha come meta la Pasqua, la più grande solennità dell’anno, e vuole fin da ora portarci a seguire Gesù nella sua risurrezione, ossia in una vita nuova, libera dalle miserie del peccato.

Le tentazioni di Gesù

Appunto perché la Quaresima è parola che richiama un periodo di quaranta giorni, l’inizio di questo tempo richiama il pensiero dei quaranta giorni di penitenza e di digiuno trascorsi da Cristo nel deserto. E’ il primo inizio della sua vita pubblica, con cui Egli vuole prepararsi al suo compito di Messia e di Salvatore. Il Vangelo descrive quel tempo di quaranta giorni come una prova che Gesù stesso volle subire, mosso dal suo Spirito, lo Spirito Santo, per dare somma conferma di essere il «Figlio prediletto del Padre», capace di custodire il cuore nella verità e nella gioia. Non che potesse cedere alla tentazione, ma Egli, come uomo vero e perfetto, volle esporsi alla prova anche per insegnare a noi come si superano le tentazioni, che sono inevitabili nella vita.

Che cos’è la tentazione?

Tentazione significa prova, cui siamo sottoposti perché la nostra scelta sia frutto della nostra libera volontà. L’uomo è libero di scegliere il bene o il male. Però la sua libertà non è completa. E’ condizionata da tante parti: c’è la sua stessa natura, con le inclinazioni non buone, c’è la forza dell’abitudine al male, c’è l’ambiente con i suoi esempi deleteri, c’è il demonio, il tentatore di professione. Non è facile resistere alle tentazioni, anche perché l’uomo è debole, essendo stato ferito nella sua stessa natura a causa delle conseguenze del peccato originale. Tuttavia sarebbe falso dire che l’uomo non può superare le prove. Gesù ce ne vuole dare l’assicurazione con la sua vittoria sulle tentazioni del demonio e nello stesso tempo ci insegna la via per superarle.

Come vincere le tentazioni

Anzitutto va detto che le tentazioni non si presentano mai nella loro realtà. Il tentatore sa nascondere il male sotto le apparenze di bene. Se noi vedessimo il vero volto della tentazione e la sua bruttezza, ne avremmo orrore e la respingeremmo senza fatica: perciò egli cerca di nascondere la realtà del male sotto apparenze gradevoli. Generalmente siamo tentati in forma di distrazione, spostando la nostra attenzione verso cose meno importanti, che non corrispondono alla volontà di Dio e abbassano il frutto delle nostre opere e il clima spirituale della nostra vita. Il solo perdere tempo comporta già un inizio di desolazione, perdiamo serenità, conducendoci verso il compromesso con il peccato. Qui diveniamo tutti maestri luciferini nell’autogiustificarci del peccato. Tutte queste mozioni spirituali non iniziano in modo veramente positivo. Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. Scimmiotta lo Spirito Santo, ma è un attore maldestro. L’uomo di spirito veglia e discerne su tutto ciò che tocca il suo cuore e con sant’Ignazio di Loyola apprende la scienza dello spirito e il linguaggio dei sentimenti di consolazione e vita, che vengono dallo Spirito di Dio.

A Gesù il diavolo oppone persino frasi tolte dalla Bibbia, la parola di Dio: ma le sceglie in modo conforme alle sue intenzioni, offrendone un’interpretazione volutamente sbagliata. Bisogna stare attenti alle false apparenze e quindi usare la parola di Dio nel modo giusto. Meditarla spesso, abituarsi a non staccare una frase dal suo contesto, imparare gradualmente a conoscere il vero senso della parola divina, è anch’esso un modo utile per vincere le tentazioni. Diffidare delle tentazioni quando si presentano in modo attraente è necessario, come pure diffidare di noi stessi. L’uomo non può fidarsi di sé, appunto per la coscienza della propria debolezza: senza l’aiuto di Dio non può vincere. L’aiuto di Dio potrà venire dalla preghiera e dai sacramenti, Confessione e Comunione, che ci sorreggono nelle prove della vita e rinforzano il nostro spirito.

La tentazione si presenta a Gesù sotto alcuni aspetti che rimangono sempre gli stessi per ogni uomo e per ogni tempo. Sopravvalutare i beni materiali (il pane), cercare di assecondare il proprio

orgoglio (gettati giù, tutti ti applaudiranno), lasciarsi conquistare dal fascino del potere (avrai tutto). Sono queste le fondamentali forme di tentazione. Sono il materialismo, la ricerca del piacere, la superbia. In queste pericolose tentazioni hanno la loro origine tutti i difetti dell’uomo.

La solida base della fede

Il Signore contrappone l’importanza dei beni spirituali, il senso del limite dell’uomo, il riconoscimento della grandezza di Dio e della nostra dipendenza da Lui. Sono queste le linee direttive per orientarsi nella nebbia delle tentazioni, che spesso riescono a presentare falsi ideali e così traggono in inganno. Ma esiste una volontà di Dio salvifica, da porre in atto istante per istante, alla quale sempre corrisponde una pace tanto misteriosa, quanto profonda. E’ come possedere la vita, che non ci sarà mai tolta. Si acquista un senso sempre più forte del peccato e una certa sensibilità al disordine, che smaschera tutti gli inganni del maligno e dell’egoismo e ci conserva nello sguardo del Padre. Maria è la grande Madre del buon consiglio. Nessun pensiero malvagio regge al clima di verità che si instaura col Santo Rosario.

Gesù è il Signore

Lui è Dio onnipotente: perciò bisogna confessare questa verità, ossia dichiararla apertamente.

Se poi questa verità non è soltanto creduta, ma anche dichiarata con la parola e con la vita, allora l’uomo trova il segreto della Salvezza. Credere in Cristo è dunque la prima condizione per salvarsi e questa fede salva da qualsiasi delusione: «Chiunque crede in lui non sarà deluso» (san Paolo).

Aumentare, perciò, la nostra fede è condizione per intraprendere il nuovo cammino quaresimale.

Domenica, 6 marzo 2022

Beata Rosa da Viterbo Vergine

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