Da asianews.it del 05/06/2020. Foto da articolo
La veglia del 4 giugno – che si è tenuta ieri nonostante il divieto delle autorità – non riguarda solo il passato, il ricordo del massacro di Tiananmen, ma è legato al futuro di Hong Kong e alla lotta per la democrazia nel territorio. È quanto afferma Lee Cheuk-yan, presidente dell’Alleanza a sostegno dei movimenti patriottici e democratici della Cina, che è l’organizzatrice della veglia da 31 anni.
Intervistato da Rthk stamane, Lee ha detto che “la gente ha vissuto l’evento non solo per fare il lutto e ricordare ciò che è accaduto il 4 giugno 1989, ma anche per pensare al futuro di Hong Kong”.
La veglia di ieri sera è avvenuta a pochi giorni dalla decisione del parlamento cinese di varare una legge per la sicurezza nazionale da imporre sulla popolazione di Hong Kong, dopo quasi un anno di manifestazioni contro una legge sull’estradizione – poi messa da parte – divenuti un movimento per la piena democrazia del territorio. Proprio mentre in molte parti della città la gente si radunava per la veglia, al Legco (il parlamento locale) si approvava una legge che commina multe e carcere per chiunque offende e stravolge l’inno nazionale cinese.
Per Lee Cheuk-yan è evidente il legame fra i due eventi: “il movimento democratico del 1989, la legge sulla sicurezza che arriva su Hong Kong e il movimento di protesta dello scorso anno che è stato soppresso in modo pesante e brutale dalla polizia di Hong Kong”.
Da alcuni anni, gruppi di giovani e studenti si erano allontanati dalla veglia nel Victoria Park, dicendo che era un inutile rituale e che gli organizzatori dovrebbero concentrarsi più sulla situazione di Hong Kong, invece di preoccuparsi di promuovere la libertà nel continente. Ma per Lee, il fatto che quest’anno molti giovani siano intervenuti in massa alla veglia nel parco, e che molti abbiamo celebrato la veglia in tanti punti della città, è segno che ora si è tornati uniti e che si uniscono democrazia in Cina e democrazia ad Hong Kong.
Ieri sera, in migliaia di sono riversati nel Victoria Park per partecipare alla tradizionale veglia a lume di candela. I partecipanti hanno sfidato il divieto della polizia, motivato da ragioni “sanitarie”, ossia per frenare la diffusione della pandemia. A gruppi di otto – il massimo consentito dalle ordinanze – giovani, scolari e adulti hanno preso posto nel parco. La polizia aveva avvertito che avrebbe dislocato almeno 3mila poliziotti in tenuta anti-sommossa per prevenire il raduno. Ma in realtà essa non è intervenuta, preferendo restare ai margini.
Vi sono stati scontri con le forze dell’ordine solo a Mong Kok, quando un gruppo di manifestanti ha cercato di bloccare Argyle Street. In tutte le altre parti la veglia si è svolta in modo molto pacifico con accensione delle candele, canti, slogan, silenzio. Oltre che a Victoria Park, il luogo tradizionale del raduno, vi sono state celebrazioni a Tsim Sha Tsui, Sai Ying Pun, Sai Kung, Tuen Mun, Yuen Long, Kwun Tong, Tsing Yi, Tai Wai e Sha Tin.
In sette chiese del territorio i cattolici hanno partecipato a celebrazioni liturgiche in memoria dei morti di Tiananmen (Holy Cross Church, St Bonaventure Church, St Francis of Assisi Church, Holy Redeemer Church, Saints Cosmas and Damian Church, St Benedict Church, St Andrew’s Church). Le messe erano preparate dalla commissione diocesana di Giustizia e Pace. Ieri sera, il vescovo ausiliare della diocesi, mons. Joseph Ha presieduto la messa alla chiesa dell’Holy Cross.
Paul Wang