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“Basta demonizzare chi si difende” intervista ad Alfredo Mantovano.

26 Gennaio 2017 - Autore: Alfredo Mantovano

“Ogni caso fa storia a sé. Impossibile avere regole generali”

Dottor Alfredo Mantovano, crede che chi veda minata la propria sicurezza tra le mura domestiche dovrebbe avere la possibilità di reagire?
“I limiti della legittima difesa sono stati allargati con l’ultima riforma – risponde il magistrato ed ex sottosegretario del ministero dell’Interno sotto i governi Berlusconi – , il problema è l’applicazione della legge da parte dei giudici, che propendono per un’interpretazione restrittiva. In più c’è tutto il peso di un processo per omicidio sulle spalle dell’imputato, che spesso dopo anni viene giudicato innocente”.

Come si può modificare la legge bilanciandola maggiormente dalla parte di chi invoca la legittima difesa?
“E’ difficile che qualcuno possa riavere quello che gli è stato tolto, anche se esiste l’indennizzo per ingiusta detenzione. Ma anche solo una notte in carcere per un innocente non ha prezzo. Bisogna fare in modo di seguire la riforma e stare attenti ai processi in automatico, visto che la volontà del legislatore era contrastare certa criminalità”.

Ritiene sensato, come previsto dalla legge, che il soggetto che subisce l’intrusione in casa propria debba esaminare la situazione, verificare le intenzioni del malvivente ed, eventualmente, scegliere come reagire, con un’arma o con un oggetto contundente?
“E’ giusto che si ponga un problema di coscienza. L’atteggiamento non dev’essere quello che ogni ombra è un nemico a cui sparare. Ma è anche ragionevole supporre che se c’è effettivamente un aggressore che usa il coltello dentro casa e il proprietario risponde con la pistola perché ha solo quella, non dev’essere per forza demonizzato a priori”.

Sarebbe giusto poter sparare a chi entra senza permesso in casa propria?
“Queste situazioni vanno giudicate caso per caso, è impossibile stabilire una regola generale e preventiva. Se uno urla ed evita una tragedia è sicuramente meglio, ma spesso non è sufficiente. Quello che è certo è che io sto in casa tranquillamente e non do fastidio a nessuno”.

In Italia siamo più morbidi con i ladri rispetto ad altri Paesi europei?
“Sicuramente puniamo poco gli autori di furti. Se compariamo le pene comminate nel nostro Paese con l’estero siamo in un rapporto di uno a cinque. Questa situazione costituisce un’area di impunità che crea le condizioni per far sì che un ladro non si senta molto a rischio se infrange una proprietà privata”.

Intervista di Alessandro Belardetti

Da “Nazione – Carlino – Giorno” del 25 gennaio 2017. Foto da Quotidiano Piemontese 

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