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Lettera aperta ai politici cattolici e ai fedeli sulla degna ricezione della Comunione

22 Giugno 2022 - Autore: Alleanza Cattolica

Vescovi del Colorado, Cristianità n. 415 (2022)

 Il 4 aprile 2022, con la ratifica da parte del governatore Jared Schutz Polis, è entrata in vigore nel Colorado la legge denominata House Bill 22-1279. Il testo di legge, anche noto come Reproductive Health Equity Act (RHEA), aveva infatti avuto l’approvazione definitiva del Parlamento di quello Stato con la votazione del 23 marzo, in occasione della quale i venti senatori del Partito Democratico avevano votato a favore e i quindici senatori del Partito Repubblicano contro. Sebbene in Colorado fosse già possibile prima del 4 aprile abortire fino al nono mese, la legge, che si presenta come «una codifica del diritto fondamentale di una persona a prendere decisioni riguardanti la salute riproduttiva al riparo da ogni interferenza dello Stato», è comunque peggiorativa perché, fra le altre cose, afferma esplicitamente che «[…] ai sensi delle leggi dello Stato, un ovulo fecondato, un embrione o un feto non hanno diritti originari o derivati» (cfr. Il Colorado rischia una orribile legge sull’aborto, apparso sul portale International Family News il 18-3-2022 e consultabile all’indirizzo web <https://ifamnews.com/it/il-colorado-rischia-una-orribile-legge-sull-aborto>; gli indirizzi web dell’intero articolo sono stati consultati il 4-7-2022). La traduzione redazionale della Open Letter to Catholic Politicians and the Faithful on Worthily Receiving Communion, datata il 6-6-2022 e firmata dai quattro vescovi del Colorado, è stata condotta sul testo originale pubblicato sul sito della Conferenza Episcopale del Colorado (<https://cocatholicconference.org/wp-content/­uploads/2022/06/CO-Catholic-Bishops-statement-on-Holy-Communion.pdf>).

Cari fratelli e sorelle in Cristo,

la sessione legislativa del 2022 conclusasi di recente è stata occasione di forte disagio per molti cittadini del Colorado, i quali hanno assistito sgomenti al rapido iter di approvazione da parte dei loro legislatori di Stato di una delle proposte di legge sull’aborto più massimaliste del Paese, che prima ha attraversato i due rami del Parlamento ed è poi giunta sulla scrivania del governatore Polis perché questi la firmasse.

Mentre il disegno di legge HB22-1279, il Reproductive Health Equity Act (RHEA), percorreva il suo iter parlamentare, ha anche suscitato forti proteste. Migliaia di persone hanno scritto ai propri legislatori. Più di 350 persone hanno testimoniato contro il RHEA alla Camera e più di 215 al Senato fino alle prime ore del mattino. Il RHEA consente l’aborto dal concepimento alla nascita e per qualsiasi motivo, compresi razza, sesso o disabilità del bambino.

Secondo alcuni dei legislatori che sostengono il RHEA, questa nuova legge è stata concepita per rendere il nostro Stato una meta e un «porto sicuro» per chi desidera abortire (1). Si aspettano, infatti, che le madri incinte arrivino a frotte dagli Stati circostanti per abortire nel caso in cui la sentenza Roe v. Wade venga ribaltata. È per noi motivo di profonda tristezza e angoscia sapere che alcuni legislatori cattolici hanno votato a favore del RHEA.

Abbiamo un forte desiderio di discutere l’impatto spirituale e culturale che hanno leggi come il RHEA con i politici di entrambi i partiti che si dicono cattolici e che rappresentano i cittadini del nostro Stato. Come loro pastori vogliamo assicurarci che comprendano l’insegnamento della Chiesa sulla ricezione della Santa Comunione e la giusta disposizione spirituale per farlo. Sono già stati compiuti alcuni tentativi per parlare con qualcuno di questi legislatori, ma purtroppo pochi di loro hanno accettato l’invito a incontrarsi.

Nel corso delle votazioni sulla legge per l’equità della salute riproduttiva i voti palesi hanno mostrato che alcuni legislatori cattolici sono favorevoli a che si possa porre fine alla vita dei bambini non ancora nati e a dichiarare che un «ovulo fecondato, un embrione o un feto» non hanno «diritti indipendenti o derivati» in Colorado. Secondo questa logica fallimentare dal punto di vista morale, questi bambini non ancora nati valgono meno di quelli che hanno avuto il dono di nascere. Allo stesso tempo, vorremmo ringraziare pubblicamente i senatori Barbara Kirkmeyer, Kevin Priola e Jim Smallwood, nonché il deputato Andres Pico. Questi legislatori cattolici hanno votato a favore della protezione dei nascituri e contro la possibilità che il nostro Stato li privi del diritto alla vita che Dio ha dato loro.

Votare a favore del RHEA ha significato partecipare a un’azione gravemente peccaminosa, perché facilita l’uccisione di bambini innocenti non ancora nati, e i politici cattolici che lo hanno fatto si sono molto probabilmente posti fuori dalla comunione della Chiesa.

Come abbiamo affermato insieme agli altri vescovi statunitensi nella nostra recente dichiarazione intitolata Il mistero dell’Eucaristia nella vita della Chiesa, «[…] ricevere il Corpo e il Sangue di Cristo mentre si è in stato di peccato mortale rappresenta una contraddizione. La persona che, in seguito a una propria azione volontaria, ha rotto la comunione con Cristo e la sua Chiesa, ma riceve il Santissimo Sacramento, agisce in modo incoerente, allo stesso tempo rivendicando e rifiutando la comunione. È quindi un segno contraddittorio, una menzogna — esprime una comunione che in realtà è stata rotta» (1).

Inoltre, ricevere l’Eucaristia in stato di peccato mortale è sacrilego perché è «un’omissione della riverenza dovuta al sacro Corpo e Sangue di Cristo» (2).

Infine, quando altri cattolici vedono personaggi pubblici che ricevono Gesù in tale stato spirituale, la loro determinazione a essere fedeli al Vangelo potrebbe uscirne indebolita. Un politico o un personaggio pubblico cattolico che guida o incoraggia altri a fare il male costituisce un mancato rispetto per le anime altrui ed è ciò che la Chiesa definisce «scandalo» (4).

Fino a quando non vi sarà un atto pubblico di pentimento e non si riceverà l’assoluzione sacramentale in confessione, chiediamo ai legislatori cattolici che vivono in Colorado, o vi praticano atti di culto, qualora abbiano votato a favore del RHEA, di astenersi volontariamente dal ricevere la Santa Comunione.

Il fardello della loro decisione non ricade sulle spalle di sacerdoti, diaconi o ministri straordinari laici dell’Eucaristia, ma grava sulle coscienze e sulle anime di quei politici che hanno scelto di sostenere questa legge malvagia e ingiusta.

Preghiamo che questa lettera e la nostra richiesta di astenersi dal ricevere Gesù nell’Eucaristia stimolino una sincera riflessione e una conversione nei cuori di coloro che hanno contribuito a permettere che questo grave atto di ingiustizia diventasse legge. Non è una richiesta che facciamo con leggerezza, ma dobbiamo farla poiché è nostro dovere salvaguardare la fede e curare le anime di tutti i fedeli, inclusi questi politici.

Saremo sempre disposti a confrontarci con qualsiasi politico cattolico cui tutto ciò si applica e vogliamo che sappiate che preghiamo regolarmente per tutti coloro che ricoprono cariche pubbliche.

Cordiali saluti in Cristo,

✠Samuel J. Aquila, arcivescovo di Denver

✠Stephen J. Berg, vescovo di Pueblo

✠James R. Golka, vescovo di Colorado Springs

✠Jorge H. Rodriguez, vescovo ausiliare di Denver

Note:

1) Cfr. il tweet della senatrice Brittany Petterson (@petterson4co) del 23-3-2002 e la dichiarazione della senatrice Julie Gonzalez nel giorno della ratifica del RHEA riportata nel sito web <https://www.cohousedems.com/joint-release-signed-historic-reproductive-health-equity-act-becomes-law-in-colorado>.

2) Conferenza Episcopale Statunitense, The Mystery of the Eucharist in the Life of the Church, n. 47, USCCB Publishing, Washington D.C., gennaio 2022.

3) Ibid., n. 48.

4) Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2284-2287.

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