• Passa al contenuto principale
  • Skip to secondary menu
  • Passa al piè di pagina
Alleanza Cattolica

Alleanza Cattolica

Cristianità

  • Cristianità
    • La rivista Cristianità – indici
    • Abbonarsi
    • Quaderni di Cristianità
    • Edizioni Cristianità
  • Temi
    • Famiglia
      • Educazione
      • Matrimonio
      • Family day
    • Aborto
    • Divorzio
    • Droga
    • Fine vita
    • Omosessualità
    • Unioni civili
    • Dizionario del Pensiero Forte
    • Affidamento a Maria
      • Appello ai Vescovi e ai Sindaci d’Italia
      • L’affidamento alla Madonna dei Vescovi
      • Affidamento alla Madonna da parte dei sindaci
  • Rubriche
    • Voce del Magistero
      • Angelus
      • Udienze
      • Regina coeli
      • Discorsi
      • Magistero episcopale
    • Lo scaffale
    • Via Pulchritudinis
      • Arte
      • Architettura
      • Cinema
      • Costume
      • Iconografia
      • Letteratura
      • Musica
      • Teatro
    • Nel mondo…
      • Italia
      • Africa
      • Centro america
      • Europa
      • Medio Oriente
      • Mediterraneo
      • Nord America
      • Sud America
      • Sud-est Asiatico
    • Economia
    • Interviste
    • Comunicati
  • Spiritualità
    • Il pensiero del giorno – Don Piero
    • Cammei di Santità
    • Esercizi di Sant’Ignazio
    • Le preghiere della tradizione
    • Sante Messe del mese
  • Audio e Video
    • Video
      • Riflessioni di Marco Invernizzi
      • Storia della Chiesa
      • Geopolitica
      • Islam: ieri e oggi
      • Video interviste
      • Convegni
      • Conferenze
    • Scuole estive
    • Audio
    • Radio Maria
Ti trovi qui: Home / Lettere agli amici / L’Europa ieri, oggi e dopo le elezioni

L’Europa ieri, oggi e dopo le elezioni

4 Dicembre 2018 - Autore: Marco Invernizzi

di Marco Invernizzi

Si comincia a parlare di Europa in vista delle prossime elezioni europee di fine maggio. Per esempio, su la Repubblica del 3 dicembre, Andrea Bonanni comincia a descrivere i termini del confronto politico e le caratteristiche degli schieramenti partitici che si presenteranno al voto.
Il confronto che si profila è gravido di tanti possibili fraintendimenti ed è quindi opportuno precisare anche per prevenire una confusione che in parte sarà inevitabile.

Da un lato vi sono “europeisti” a diverso titolo (da quasi tutte le Sinistre a una Destra moderata rappresentata da Forza Italia) e dall’altro i cosiddetti “sovranisti” e “nazionalisti”, rappresentati in Italia dalla Lega, ma presenti in tutti i Paesi europei. Anzi, in Italia, in Ungheria e in Polonia queste forze sono attualmente al potere. È evidente come questa contrapposizione semplicistica generi confusione, soprattutto nel mondo cattolico, e come non sia sufficiente rispondere che una cosa è essere contrari a “questa” Unione Europea (UE) e un’altra essere contrari all’Europa. Siccome Alleanza Cattolica non si presenta alle elezioni, ma desidera che gli italiani che andranno a votare lo facciano in modo consapevole della posta in gioco, è importante impostare il problema chiarendo anzitutto cosa significa “Europa”, un tema al quale il Magistero pontificio ha sempre dedicato attenzione a cominciare dal grande (in tutti i sensi) insegnamento di san Giovanni Paolo II (1920-2005), ma proseguendo fino a oggi con Papa Francesco, di cui è meritevole di attenzione almeno il discorso rivolto il 28 ottobre 2017 ai partecipanti alla Conferenza “(Re)thinking Europe”.

Occorre però una premessa generale. I nazionalismi, sia quello democratico dell’Ottocento, sia quello imperialista del Novecento, hanno distrutto l’Europa attraverso rivoluzioni come il Risorgimento italiano e le due guerre mondiali. Tuttavia l’Europa di ieri, quella appunto degli imperi che i nazionalismi hanno distrutto, non annullava le differenze nazionali, ma cercava di valorizzarle e di armonizzarle. Invece l’Europa della UE appare senz’anima, come si comprese quando venne esplicitamente espunto ogni riferimento alle radici cristiane dal Preambolo del progetto di Costituzione che non vide poi la luce, dunque appare come un’Europa arrogante e impositiva, estranea agli interessi dei popoli che ne fanno parte. Nonostante il motto “Unità nella diversità”, la UE viene infatti percepita esclusivamente come un fatto economico che per di più non è neppure favorevole ai popoli che quindi premiano elettoralmente i partiti cosiddetti euroscettici. Ecco perché, secondo Bonanni, nessuno, nemmeno le Sinistre, vuole apparire come sostenitore a oltranza della UE: il farlo costerebbe troppi voti.

Alcune parole del Papa dal citato discorso del 2017, di per sé molto semplici, aiutano a “entrare” nel tema europeo, consentendo domani di votare con consapevolezza maggiore, ma fin da subito di capire quali siano veramente le radici dell’Europa a cui tutti siamo chiamati a partecipare. «Il primo, e forse più grande, contributo che i cristiani possono portare all’Europa di oggi», scrive Francesco, «è ricordarle che essa non è una raccolta di numeri o di istituzioni, ma è fatta di persone». Che essa fonda, cioè, la propria identità sulla centralità della persona, un portato essenziale del cristianesimo, sconosciuto alla stessa cultura greca di cui l’Europa è peraltro in parte debitrice, come spiega per esempio lo storico della filosofia Giovanni Reale (1931-2014) in Radici culturali e spirituali dell’Europa. Per una rinascita dell’“uomo europeo” (Cortina, Milano 2003).

«Il secondo contributo che i cristiani possono apportare al futuro dell’Europa è la riscoperta del senso di appartenenza ad una comunità», aggiunge il Santo Padre, ricordando poi che «la famiglia, come prima comunità, rimane il più fondamentale luogo di tale scoperta». Famiglia che «[…] è l’unione armonica delle differenze tra l’uomo e la donna, che è tanto più vera e profonda quanto più è generativa, capace di aprirsi alla vita e agli altri».

Invece, ricorda il Pontefice, «purtroppo» nei decenni scorsi si è diffuso «un certo pregiudizio laicista, ancora in auge, (che) non è in grado di percepire il valore positivo per la società del ruolo pubblico e oggettivo della religione, preferendo relegarla ad una sfera meramente privata e sentimentale. Si instaura così pure il predominio di un certo pensiero unico, assai diffuso nei consessi internazionali, che vede nell’affermazione di un’identità religiosa un pericolo per sé e per la propria egemonia, finendo così per favorire un’artefatta contrapposizione fra il diritto alla libertà religiosa e altri diritti fondamentali».

Che fare allora? Il problema non è risolvibile nel breve periodo e tuttavia anche un turno elettorale può essere un’occasione per riflettere e iniziare a guardare “oltre”. I cristiani devono occuparsi di politica, ricorda il Papa anche nella circostanza evocata, cercando il dialogo invece dello scontro, puntando al bene comune invece che all’occupazione del potere, ma «ciò richiede anche un’adeguata formazione, perché la politica non è “l’arte dell’improvvisazione”, bensì un’espressione alta di abnegazione e dedizione personale a vantaggio della comunità. Essere leader esige studio, preparazione ed esperienza».

Sembrano parole che provengono da un altro pianeta, soprattutto per il nostro mondo abituato a divisioni e a polemiche, anche all’interno delle assemblee ecclesiali, non adeguatamente fondate sui princìpi fondamentali della dottrina sociale della Chiesa, che è pochissimo conosciuta e spesso avversata anche da cattolici importanti.

Eppure il Papa, spesso impropriamente usato per giustificare chissà quali rivoluzioni, invita a studiare e a cercare nella tradizione le radici delle nostre proposte politiche: «A partire dagli anni Sessanta del secolo scorso è in atto un conflitto generazionale senza precedenti. Nel consegnare alle nuove generazioni gli ideali che hanno fatto grande l’Europa, si può dire iperbolicamente che alla tradizione si è preferito il tradimento. Al rigetto di ciò che giungeva dai padri, è seguito così il tempo di una drammatica sterilità. Non solo perché in Europa si fanno pochi figli ‒ il nostro inverno demografico ‒, e troppi sono quelli che sono stati privati del diritto di nascere, ma anche perché ci si è scoperti incapaci di consegnare ai giovani gli strumenti materiali e culturali per affrontare il futuro. L’Europa vive una sorta di deficit di memoria. Tornare ad essere comunità solidale significa riscoprire il valore del proprio passato, per arricchire il proprio presente e consegnare ai posteri un futuro di speranza».

Certo, poi verranno temi delicati e anche divisivi, come l’immigrazione, i ponti e i muri, ma prima non sarebbe male se si cercasse nel patrimonio dottrinale della Chiesa la proposta, anche politica, da fare all’uomo di oggi, smarrito e disperato, «per una rinascita dell’”uomo europeo”», come appunto dice il libro di Reale.

Martedì, 4 dicembre 2018

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)

Correlati

Archiviato in:Lettere agli amici

Info Marco Invernizzi

Marco Invernizzi nasce a Milano nel 1952. Nel 1977 si laurea in filosofia all'Università Cattolica del Sacro Cuore con una tesi su Il periodico "Fede e Ragione" nell'ambito della storia del Movimento Cattolico italiano dal 1919 al 1929, relatore il professor Luigi Prosdocimi. Dopo gli studi universitari continua ad approfondire, in modo non puramente intellettualistico - dal 1972 milita in Alleanza Cattolica, della quale è stato responsabile per la Lombardia e per il Veneto fino al 2016-, le vicende del movimento cattolico in Italia. Ha pubblicato, fra l'altro, L'Unione Elettorale Cattolica Italiana. 1906-1919. Un modello di impegno politico unitario dei cattolici(Cristianità, Piacenza 1993); La Chiesa, la politica, il potere attraverso i secoli (contributo a Processi alla Chiesa. Mistificazione e apologia, a cura di Franco Cardini, Piemme, Casale Monferrato 1994); e, con altri, I Papi del nostro secolo, parte prima Da Leone XIII a Pio XII (Italica Libri/Editoriale del Drago, Milano 1991); e Guida introduttiva alla storia della Chiesa cattolica (Mimep-Docete, Pessano [Milano]). Collabora a Cristianità e ad altre riviste e quotidiani. Dal 1989 conduce a Radio Maria la trasmissione settimanale La voce del Magistero. Nella linea di quanto già edito si pone Il movimento cattolico in Italia dalla fondazione dell'Opera dei Congressi all'inizio della seconda guerra mondiale (1874-1939), un'opera di sintesi in cui viene ripercorsa la storia del movimento cattolico, con particolare attenzione alle sue espressioni politiche, dalla Breccia di Porta Pia alla vigilia del secondo conflitto mondiale. Dal 28 maggio 2016 è Reggente Generale di Alleanza Cattolica.

Facebook - Instagram - Cathopedia

Footer

Alleanza Cattolica

via del Teatro Valle 51, 00186 Roma
tel. +39 349 50.07.708
IBAN: IT59N0623012604000030223995
info@alleanzacattolica.org

Cristianità

c.p. 185 – 29100 Piacenza
tel. +39 349 50.07.708
C.F. 00255140337

Chi siamo

  • Presentazione
  • Statuto
  • Inter nos
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • Twitter
  • Youtube

Iscriviti alle Newsletter

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Copyright © 2021 Alleanza Cattolica · Accedi