Da Avvenire del 13/05/2018. Foto da interris.it
«Mai più un altro Charlie, Isaiah e Alfie». L’appello che si legge sulle magliette dei più piccoli che ieri pomeriggio a Roma sollevavano palloncini colorati con l’immagine di Alfie Evans dà il senso della testimonianza, ma anche della gioia delle famiglie che hanno vissuto e vivono esperienze di disabilità senza mai rinunciare alla difesa della vita. E lo hanno ribadito con forza alla manifestazione promossa da Steadfast onlus a piazza Bocca della Verità, in collaborazione con diverse associazioni italiane ed europee, proprio per richiamare le istituzioni italiane ed europee ad una cultura più rispettosa nei confronti della vita dei malati. «Noi ora ci ritroviamo con un nord Europa vuoto di valori e con l’avanzare di una cultura dello scarto, che sempre più sta permeando le fondamenta del nostro pensiero – ha premesso il presidente di Steadfast Emmanuele Di Leo -. Si tratta di concezioni materialistiche e scientiste che riducono l’uomo a nulla
e privano quindi tutti della loro dignità. Il valore della vita viene pesato in base alla sua qualità e in nome del migliore interesse si uccide». Ecco che allora dalla piazza arriva l’invito a «dare voce a chi non ha voce, continuare ad aiutare queste famiglie lasciate sole, diffondendo una cultura che rispetti il valore della vita». La politica «dia i mezzi a questo Terzo Settore che anche nella vicenda del piccolo Alfie ha dimostrato di avere capacità e ferma volontà di offrire un aiuto e di non indietreggiare di un passo».
Un appello chiaro, condiviso dai rappresentanti delle forze politiche presenti. «Quando è stata data la cittadinanza italiana ad Alfie – ha sottolineato Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) – mi sono sentita fiera di essere italiana, ma non ugualmente di essere europea. È inconcepibile che ci sia un burocrate che pretende di dirti come curare tuo figlio. Siamo in una società dove ci si dedica più a impedire la nascita piuttosto che a
favorire la vita». «Parliamo della difesa del diritto più sacro, quello alla vita – ha ribadito Elisabetta Gardini – parlamentare europea di Forza Italia -. Sia per i credenti che per i laici, la vita è un dono e non è nella disponibilità di ciascuno di noi. Non possiamo più stare zitti. L’opinione pubblica deve recuperare i veri valori».
«È incredibile – ha aggiunto Alfredo Mantovano, del Centro studi Livatino – che tutto questo avvenga in nazioni che hanno patito più di altre l’oppressione nazista o che hanno combattuto quella minaccia: il Belgio e l’Olanda, dove grazie alle leggi di 15 anni fa i decessi per eutanasia sono arrivati ormai al 4 per cento del totale». La politica «difende il Terzo settore – assicura da parte sua Alessandro Pagano della Lega -. In
momenti come questi si cominci a mettere mano all’istruzione. Il processo è culturale non solo politico». Arriva anche da Massimo Gandolfini del Comitato Difendiamo i nostri figli l’adesione piena all’iniziativa. «Uniti, coraggiosi umili ma determinati in una forte alleanza fra tutti i nostri movimenti ed associazioni», ha scritto in un messaggio.
Nella stampa, ha messo in guardia Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, «c’è una “cupola” che impedisce che certi fatti di vita arrivino al grande pubblico. Abbiamo bisogno di incalzare perché si crei un fronte trasversale forte e capace di incidere. Il governo guidato da Paolo Gentiloni, con i ministri Minniti e Alfano congiuntamente, ha dato la cittadinanza italiana ad Alfie. Non ce l’aspettavamo ma è accaduto. L’Italia in Europa è stata l’unica ad avere avuto la forza di farlo. Viviamo tempi complicati, ci sono diverse minoranze, ma bisogna tessere e metterle insieme il più possibile. Non ci stancheremo di difendere i principi della nostra Costituzione. La realtà è sempre complessa, non sempre è semplice capire quando le cure sono giuste o sbagliate.
Noi dobbiamo stare al fianco della medicina che governa con saggezza».
Graziella Melina