Da Avvenire del 30/11/2018.
Non solo Asia Bibi. «In Pakistan, per effetto di una legge liberticida sulla blasfemia è in atto una persecuzione vera e propria che colpisce quanti testimoniano la propria fede. Sono oggi 400 le persone in prigione per questo “reato”», denuncia Alleanza Cattolica. Nell’incontro alla Camera dei deputati viene alla luce un ampio schieramento bipartisan a favore della libertà religiosa_ Ospite d’onore Paul Bhatti, medico, ex ministro dell’armonia e delle minoranze pachistano (2008- 2013), e fratello di Shahbaz ucciso il 2 marzo 2011 da terroristi islamisti proprio in quanto testimone della libertà religiosa. «La sofferenza di Asia Bibi – ha detto – è riuscita a sensibilizzare il mondo, ma tanti giovani crescono in un’ideologia di morte che nessuna religione dovrebbe permettere. Perché la vera blasfemia è uccidere in nome di Dio». Ma la «libertà religiosa non è un diritto che é facoltà dello Stato concedere, è un diritto della persona che lo Stato deve limitarsi a garantire», dice Marco Invernini, di Alleanza Cattolica. Alessandro Pagano, della Lega, si complimenta con i giudici, che con la sentenza su Asia Bibi, oltre a decidere sul caso, «hanno stabilito il principio che in nome di una religione non si più prevaricare una persona di altro credo religioso». Alla conferenza sono intervenute anche Paola Binetti dell’Udc, Pino Cabras del M5S, Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia, Stefania Pucciarelli (Lega), presidente della commissione per la tutela dei diritti umani, Maurizio Gasparri di Forza Italia e Domenico Menorello, ex deputato e presidente dell’osservatorio Veralex. “Siamo la culla della cristianità, ma non facciamo abbastanza per i cristiani perseguitati”, ha detto Gasparri.