• Passa al contenuto principale
  • Skip to secondary menu
  • Passa al piè di pagina
Alleanza Cattolica

Alleanza Cattolica

Cristianità

  • Cristianità
    • La rivista Cristianità – indici
    • Abbonarsi
    • Quaderni di Cristianità
    • Edizioni Cristianità
  • Temi
    • Libertà religiosa
    • Occidente
    • Politica internazionale
    • Famiglia
      • Matrimonio
      • Divorzio
      • Family day
      • Unioni civili
      • Omosessualità
    • Educazione
    • Vita
      • Aborto
      • Droga
      • Fine vita
  • Rubriche
    • Voce del Magistero
      • Angelus
      • Udienze
      • Regina coeli
      • Discorsi
      • Magistero episcopale
    • Dizionario del Pensiero Forte
    • Archivio film
    • Lo scaffale
    • Via Pulchritudinis
      • Santità
      • Arte
      • Architettura
      • Cinema
      • Costume
      • Iconografia
      • Letteratura
      • Musica
      • Teatro
    • Nel mondo…
      • Italia
        • Elezioni 2022
      • Africa
      • Centro america
      • Europa
      • Medio Oriente
      • Mediterraneo
      • Nord America
      • Sud America
      • Sud-est Asiatico
    • Economia
    • Interviste
    • Comunicati
    • Spigolature
    • English version
    • Versión en Español
  • Spiritualità
    • Il pensiero del giorno
    • Cammei di Santità
    • Esercizi di Sant’Ignazio
    • Le preghiere della tradizione
    • Sante Messe del mese
    • Ora di adorazione
    • Affidamento a Maria
      • Appello ai Vescovi e ai Sindaci d’Italia
      • L’affidamento alla Madonna dei Vescovi
      • Affidamento alla Madonna da parte dei sindaci
  • Lettere agli amici
  • Eventi
  • Audio e Video
    • Video
      • Riflessioni di Marco Invernizzi
      • Storia della Chiesa
      • Geopolitica
      • Islam: ieri e oggi
      • Video interviste
      • Convegni
      • Conferenze
    • Scuole estive
    • Audio
    • Radio Maria
Ti trovi qui: Home / Dalla stampa / Lo scadente dibattito pubblico italiano che distorce i fatti sull’Ucraina

Lo scadente dibattito pubblico italiano che distorce i fatti sull’Ucraina

31 Maggio 2024 - Autore: Alleanza Cattolica

Il Foglio - testata

Di Vittorio Emanuele Parsi da Il Foglio del 30/05/2024

Sulla guerra scatenata da Vladimir Putin contro l’Ucraina e contro le democrazie occidentali il livello del dibattito pubblico italiano è non da oggi imbarazzante per la sciatteria dei ragionamenti, per la ricorrente abitudine a parlare di cose che non si conoscono e a commentare con veemenza dichiarazioni che neppure ci si è presi la briga di leggere, complice magari la solita fatica a maneggiare (e comprendere) l’inglese. Già, perché Jens Stoltenberg, il segretario generale della Nato, si era limitato a osservare che nella zona di Kharkiv la linea del fronte corrisponde sostanzialmente con il confine di stato, dopo che i russi sono stati buttati fuori dalla regione nei primi mesi dell’invasione. L’impossibilità per i soldati ucraini di “colpire legittimi obiettivi militari russi oltre il confine” preclude loro qualunque possibilità di difendersi efficacemente.

Stoltenberg aveva quindi invitato i paesi membri dell’Alleanza a riconsiderare le limitazioni nell’uso delle armi fornite all’Ucraina, considerando che, in quella regione, i russi sono in grado di colpire direttamente dal loro territorio, nel quale stanno ammassando consistenti riserve di uomini e mezzi per l’attesa offensiva estiva.

Le considerazioni di Stoltenberg sono poi state riprese dall’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, lo spagnolo Josep Borrell, che ha richiesto un maggiore e tempestivo sostegno militare all’Ucraina, considerando che l’aggressione russa all’Ucraina si va sempre più intensificando. A una maggiore presa di coscienza della minaccia esistenziale posta dall’invasione dell’Ucraina all’Ue ha più volte invitato a riflettere il presidente francese Emmanuel Macron, che prospetta l’invio di truppe francesi in Ucraina in caso si rendesse necessario, sia pure, sembra di capire, con funzioni di sostegno e addestramento e non di combattimento.

Queste dichiarazioni hanno suscitato una serie di reazioni isteriche nel dibattito politico italiano, con stentoree affermazioni da parte dei due vice primi ministri (Antonio Tajani e Matteo Salvini) che “nessun militare italiano sarà mai mandato a combattere in Ucraina”: cosa che, peraltro, nessuno aveva mai chiesto. Salvini, come d’abitudine, si è contraddistinto per lo stile arruffone e sguaiato, tuonando che “Stoltenberg dovrà dimettersi o scusarsi” (se lo dice lui), e accusando Borrell di essere “un bombarolo” e Macron un “guerrafondaio”. Dalle opposizioni si è scatenata la solita canea di Giuseppe Conte, secondo il quale la Nato e i governi delle democrazie occidentali ci starebbero “trascinando verso la Terza guerra mondiale”, poco importa che sia la Russia ad aver iniziato una guerra di aggressione nel cuore d’Europa, mentre nel Pd si metteva l’accento sul rischio di escalation, dimenticando che fino a ora Putin non ha avuto bisogno di nessun pretesto per incrementare la violenza dei propri attacchi, colpendo in maniera sempre più indiscriminata gli obiettivi civili, anche a partire dal territorio russo: com’è avvenuto nella strage del centro commerciale di Kharkiv, dove le bombe plananti che hanno fatto scempio di civili sono state lanciate da un bombardiere in volo all’interno dello spazio aereo russo. Si è distinto tra gli altri il “candidato indipendente” Marco Tarquinio il superbo, il Vannacci del Pd, che durante la trasmissione “Tagadà” affermava perentorio di fronte a una esterrefatta Tiziana Panella che avremmo dovuto “sciogliere la Nato per la sua incapacità di fermare la guerra” (in quanto continua a sostenere militarmente l’Ucraina) e quindi è inutile. E, anzi, andrebbe sostituita con un’altra e diversa alleanza tra Stati Uniti ed Europa. Un’idea raffinata e geniale, oltre che tempestiva, nel bel mezzo di un conflitto di aggressione, e mentre l’Alleanza atlantica rappresenta la principale garanzia nei confronti di un’estensione del conflitto: è la ragione per cui Finlandia e Svezia hanno aderito alla Nato dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

Ma ciò che ci interessa sottolineare non è cosa dicono i Tarquinio o i Vannacci, ma il fatto che anche Giorgia Meloni sembra essersi dimenticata della guerra in Ucraina. Ne parla sempre meno e sempre più malvolentieri, mentre la consegna dei nostri aiuti militari segna il passo e la loro entità e qualità sono “secretate”: non si sa più se per non spaventare un’opinione pubblica senza guida o per evitare di dover constatare la loro pochezza e inconsistenza. La responsabilità di alimentare un dibattito informato e franco, nel quale le ragioni delle scelte adottate siano coraggiosamente spiegate, dovrebbe gravare sulle spalle dell’intera classe dirigente del paese, oltre che della classe politica in senso stretto. Ma, ovviamente, chi governa ha in tal senso un dovere ulteriore di chiarezza. Su questa scellerata guerra imposta dalla Russia di Putin all’Ucraina e a noi tutti possono legittimamente avere posizioni molto diverse, ma quello che non si può accettare è l’ambiguità o la distorsione consapevole dei fatti. E questo dovere riguarda tanto i politici, quanto i media, quanto tutti quelli che intendono portare il proprio contributo interpretativo all’attenzione dell’opinione pubblica. Per quel che riguarda Meloni, vorremmo essere rassicurati che il suo rinnovato interesse per Marine Le Pen e il richiamo della foresta per la destra identitaria e sovranista siano estranei a questo silenzio, e che quest’ultimo non rappresenti invece il preludio a un cambiamento di posizione nei confronti del sostegno all’Ucraina, considerando come tanti – in quella parte politica – continuino a guardare a Putin come a uno “statista” e non come a un macellaio e alla sua cinica e immorale politica di potenza come un modello per l’ordine internazionale post americano.

* campi obbligatori
Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla Privacy per avere maggiori informazioni.

Controlla la tua posta in entrata o la cartella spam adesso per confermare la tua iscrizione.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su X (Si apre in una nuova finestra) X
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra) Facebook
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra) LinkedIn
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra) WhatsApp

Correlati

Archiviato in:Dalla stampa

Footer

Alleanza Cattolica

Viale Parioli 40, 00197 Roma
tel. +39 349 50.07.708
IBAN: IT59N0623012604000030223995
info@alleanzacattolica.org

Privacy Policy

Cristianità

c.p. 185 – 29100 Piacenza
tel. +39 349 50.07.708
C.F. 00255140337

Chi siamo

  • Presentazione
  • Statuto
  • Riconoscimento ecclesiale
  • Decreto Indulgenza
  • Inter nos
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • WhatsApp
  • YouTube

Iscriviti alle Newsletter

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Copyright © 2025 Alleanza Cattolica · Accedi