Da Avvenire del 14/02/2021
Washington vuole più informazioni da Pechino e nutre «profonde preoccupazioni» per le indagini dell’Oms in Cina sull’origine del coronavirus. Il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha espresso perplessità per i risultati comunicati dalla missione dell’agenzia Onu per la Salute. In conferenza stampa da Wuhan, città dove è cominciata la pandemia, avevano affermato che il contagio sarebbe stato provocato da prodotti ittici congelati e non da un laboratorio locale, come ritengono alcuni. Quelle dichiarazioni, tuttavia – ha sottolineato Sullivan – potrebbero essere frutto di informazioni incomplete. A confermare tale ipotesi, a sorpresa, la stessa Oms che, con una giravolta a sorpresa, ha confermato i dubbi statunitensi.
«Vogliamo più dati, abbiamo chiesto più dati», ha reso noto ieri, dopo il ritorno in patria, Peter Ben Embarek, lo scienziato che ha guidato la missione. A fornire maggiori dettagli sulla questione è stato un altro esperto, il microbiologo Dominic Dwyer. Secondo quest’ultimo, la Cina si sarebbe rifiutata di consegnare all’Oms alcuni elementi chiave, ovvero i dati grezzi dei primi pazienti. Una «pratica standard», ha affermato Dwyer.
Pechino, però, avrebbe fornito agli esperti solo un riassunto, materiale insufficiente per arrivare a conclusioni definitive.
Foto da Ansa