Ventitreesima puntata di Conversazioni di Storia della Chiesa.
La salvezza dell’uomo in Cristo Salvatore è al centro delle preoccupazioni di Martin Lutero (1483-1546): come posso assicurarmi un Dio benevolo? Come posso essere certo della salvezza? Egli risponde che possiamo salvarci se abbiamo fiducia che Gesù è il nostro salvatore. L’uomo è schiavo del peccato, è interamente peccatore e perciò merita solo la collera di Dio. Ma Dio ha inviato nel mondo suo Figlio, l’ha caricato dei nostri peccati, l’ha fatto oggetto della sua collera e gli ha fatto scontare la nostra pena sulla croce. Gesù ci sostituisce nella colpa. Attraverso la fede fiduciosa in Lui si realizza uno scambio: noi scarichiamo su Gesù i nostri peccati e, in cambio, riceviamo da lui la giustizia che non è per Lutero una vera santificazione interiore dell’uomo ma piuttosto copre i peccati e non ce li imputa. L’uomo è allo stesso tempo giusto e peccatore. La dottrina cattolica si discosta da Lutero e poi da Calvino (1509-1564) su diversi punti: la libertà è indebolita ma non corrotta come dicono i protestanti; la giustificazione è una vera trasformazione interiore grazie al dono della grazia divina; la fede non è soprattutto fiducia nella salvezza ma vero assenso dell’intelletto e della volontà a Dio che si rivela e, infine, la presentazione della croce come luogo della collera di Dio dà l’idea di un Dio vendicativo e implacabile che difficilmente si accorda con i dati della rivelazione.
Sabato, 17 ottobre 2020