Da Libero del 06/10/2018. Foto da Dagospia
Al presidente francese Emmanuel Macron rimaneva un’unica speranza: chiedere una grazia alla Madonna per salvare il traballante cadreghino all’Eliseo. Invece ha scelto di entrare in rotta di collisione perfino con il santuario mariano di Lourdes. Anzi, tanto per evitare qualsiasi favore soprannaturale, ha pensato di bloccare i treni che vi trasportano malati, barellieri, medici e semplici pellegrini. A lanciare l’allarme è il CNPI (Coordinamento Nazionale Pellegrinaggi Italiani) che teme addirittura la soppressione del servizio di treni speciali per Lourdes in partenza dall’Italia e denuncia «la situazione gravissima che da anni tutte le associazioni che organizzano pellegrinaggi a Lourdes stanno subendo e devono vivere. O meglio devono vivere i più deboli, i malati», con «tempi di viaggio paurosi (anche 10 ore più del previsto), fermate per ore e ore in stazioni secondarie francesi o in piena campagna transalpina sotto il sole cocente», oltre ad «aumenti costanti delle tariffe», senza contare «gli scioperi continui dei ferrovieri francesi con treni bloccati alla frontiera e rispediti indietro senza alcun rispetto delle persone che viaggiavano». Così, nonostante i convogli che raggiungono la grotta sui Pirenei siano «considerati dalle ferrovie francesi meno dei carri merci» e vi sia «un deciso calo del numero dei treni speciali programmati», non c’è alternativa: la via ferrata è ancora l’unico mezzo possibile per accompagnare alcuni malati, con situazioni di malattia grave (disabilità fisiche, SLA, respirazione artificiale) sulle vetture attrezzate. I pretesti accampati per il boicottaggio sono i più disparati e implausibili, spiegano i responsabili del Cnpi. Anzi, don Luciano Mainini, segretario del Coordinamento Nazionale Pellegrinaggi Italiani preferisce parlare a Libero di «scarsa sensibilità delle autorità» per descrivere il fenomeno dei «viaggi che durano anche 20 ore, a discapito dei sofferenti, proprio mentre l’Europa approva regolamentazioni del benessere degli animali dirante i trasporti». Ordinariamente si attribuisce il disservizio ai lavori di ammodernamento della rete, ma talvolta non si forniscono nemmeno spiegazioni. Cosi, anche Ferrovie Italiane, visto il calo del numero di prenotazioni di treni charter ipotizza di tagliare il servizio, per destinare i convogli al potenziamento della rete dei pendolari della Lombardia. Da qui l’appello alle autorità francesi, ma anche a quelle italiane, affinché favoriscano il ritorno almeno a tempi di percorrenza umani che «porterebbe a una decisa ripresa dell’uso del servizio. Che senso avrebbe, altrimenti, perorare la causa della libera circolazione di merci e persone, se i sofferenti non avessero le stesse opportunità all’interno dell’Unione Europea? Non è una questione religiosa, ma di rispetto dei diritti umani, ricordano le associazioni. Peccato che la Rivoluzione francese abbia fatto avanzare i princìpi di libertà e di uguaglianza attraverso guerre e genocidi.
PRESENZE IN CALO CONTINUO Su una presenza totale di 3.500.000 persone all’anno a Lourdes, la partecipazione italiana pesa per il 25%. Sono circa 30mila i malati italiani che arrivano ogni anno al santuario mariano sui Pirenei, ma negli ultimi 10 anni vi è stato un crollo del 30% di presenze di pellegrinaggi organizzati.
SEMPRE MENO TRENI SPECIALI La causa principale del calo è il declassamento, da parte delle ferrovie francesi, dei treni diretti a Lourdes. Di conseguenza, negli ultimi cinque anni i convogli sono passati da una media di 130/135 treni speciali, come quelli programmati nella stagione 2013, ai 112 nel 2014, ai 72 nel 2015 per arrivare alla cifra di 32 treni nel 2018 e 30 programmati per il 2019.
Andrea Morigi