La festa del Corpus Domini ci invita ad essere testimoni viventi dell’Eucaristia celebrata
di Michele Brambilla
Come ricorda lo stesso Papa Francesco ai fedeli dell’Angelus del 19 giugno, «in Italia e in altri Paesi oggi si celebra la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo», detta popolarmente “Corpus Domini” o “Corpus Christi” (la seconda dicitura è particolarmente in voga in Spagna e America Latina). «L’Eucaristia, istituita nell’Ultima Cena, fu come il punto di arrivo di un percorso», spiega il Papa, «lungo il quale Gesù l’aveva prefigurata mediante alcuni segni, soprattutto la moltiplicazione dei pani, raccontata nel Vangelo della liturgia odierna (cfr Lc 9,11b-17). Gesù si prende cura della grande folla che lo ha seguito per ascoltare la sua parola ed essere liberata da vari mali. Benedice cinque pani e due pesci, li spezza, i discepoli distribuiscono, e “tutti mangiarono a sazietà” (Lc 9,17), dice il Vangelo. Nell’Eucaristia», allora, «ognuno può fare esperienza di questa amorosa e concreta attenzione del Signore», attenzione che segue due direttrici: verso il singolo e verso il popolo cristiano nella sua interezza, affinché ciascuno comprenda che il dono del SS. Sacramento è perché la presenza reale di Cristo nel pane e nel vino consacrati alimenti la missione.
Il Pontefice osserva che «“Tutti mangiarono”, scrive san Luca. Sul far della sera i discepoli consigliano a Gesù di congedare la folla, perché possa andare a cercare il cibo. Ma il Maestro vuole provvedere anche a questo: a chi lo ha ascoltato vuole dare pure da mangiare. Il miracolo dei pani e dei pesci non avviene però in maniera spettacolare, ma quasi riservatamente, come alle nozze di Cana: il pane aumenta passando di mano in mano. E mentre mangia, la folla si rende conto che Gesù si prende cura di tutto» e di tutti. «Talvolta», denuncia Francesco, «c’è il rischio di confinare l’Eucaristia in una dimensione vaga, lontana, magari luminosa e profumata di incenso, ma lontana dalle strettoie del quotidiano. In realtà, il Signore prende a cuore tutti i nostri bisogni, a partire da quelli più elementari». Il SS. Sacramento è culmine e fonte della vita cristiana, rimanda continuamente alle nostre azioni quotidiane, che devono essere consacrate dal nostro essere stati nutriti dal Pane degli angeli. «Voi stessi date loro da mangiare» (Lc 9,13), dice il Signore ai discepoli, perché «la nostra adorazione eucaristica trova la sua verifica quando ci prendiamo cura del prossimo, come fa Gesù: attorno a noi c’è fame di cibo, ma anche di compagnia, c’è fame di consolazione, di amicizia, di buonumore, c’è fame di attenzione, c’è fame di essere evangelizzati. Questo troviamo nel Pane eucaristico: l’attenzione di Cristo alle nostre necessità, e l’invito a fare altrettanto verso chi ci è accanto. Bisogna mangiare e dare da mangiare», affinché tutti siano sazi, sottolinea il Santo Padre. La sazietà raccomandata dal Vangelo indica la pienezza della gioia che solo Cristo può donare.
In proposito, «giunge ancora dal Myanmar il grido di dolore di tante persone a cui manca l’assistenza umanitaria di base e che sono costrette a lasciare le loro case perché bruciate e per sfuggire alla violenza. Mi unisco all’appello dei vescovi di quell’amata terra», senza dimenticare l’altro fronte, quello ucraino. «Io vorrei che rimanga in tutti voi una domanda: cosa faccio io oggi per il popolo ucraino? Prego? Mi do da fare? Cerco di capire? Cosa faccio io oggi per il popolo ucraino? Ognuno risponda nel proprio cuore», se sta facendo abbastanza affinché si restauri sulla terra la pace di Cristo.
Quanto alle persecuzioni patite dalla Chiesa nel secolo scorso, «ieri, a Siviglia, sono stati beatificati alcuni religiosi della famiglia domenicana: Angelo Marina Alvarez e diciannove compagni; Giovanni Aguilar Donis e quattro compagni, dell’Ordine dei Frati Predicatori; Isabella Sánchez Romero, anziana monaca dell’Ordine di San Domenico, e Fruttuoso Pérez Marquez, laico terziario domenicano. Tutti uccisi in odio alla fede nella persecuzione religiosa che si verificò in Spagna nel contesto della guerra civile del secolo scorso. La loro testimonianza di adesione a Cristo e il perdono per i loro uccisori ci mostrano la via della santità e ci incoraggiano» ancora una volta «a fare della vita un’offerta d’amore a Dio e ai fratelli».
Lunedì, 20 giugno 2022