“Cani da guardia” contro vita e famiglia, l’insegnamento di Cesare Cavalleri sulla morte, clero sotto attacco in Nicaragua, i cinquant’anni di Arcipelago gulag, cosa aspettarsi nel 2024.
di Luca Bucca
– «Mia madre mi diceva sempre: ricordati che, qualsiasi cosa tu voglia fare (e io volevo fare politica da quando avevo 12 anni), la tua prima aspirazione deve essere quella di essere mamma a tua volta. E questo dobbiamo ricordarlo alle nostre figlie altrimenti il rischio è che in nome della realizzazione professionale, che io auspico e che è giusta, dimentichiamo che esiste la necessità e la missione di mettere al mondo dei bambini che saranno i futuri cittadini italiani. Noi dobbiamo aiutare le istituzioni, il Vaticano, le associazioni a far diventare la maternità di nuovo cool. Dobbiamo far sì che le ragazze e i ragazzi di 18 e 20 anni vogliano sposarsi e crearsi una famiglia». Questa la dichiarazione della senatrice Lavinia Mennuni, ospite della trasmissione televisiva di La7 Coffee break, il 28 dicembre scorso, che tante polemiche ha sollevato. Francamente si può essere d’accordo o no con quanto affermato dalla senatrice, ma i toni di certi attacchi svelano senza ombra di dubbio la posizione ideologica di tanti nemici della vita e della famiglia. È bene prenderne nota.
– Un anno fa, il 28 dicembre 2022, moriva Cesare Cavalleri. Difficile sintetizzare in poche righe il suo impegno di una vita per la cultura e la cultura cattolica. Lo ricordiamo qui con alcune sue parole di congedo al direttore e ai lettori del quotidiano Avvenire, con il quale ha collaborato fin dalla fondazione, pubblicate il 23 novembre 2022. Parole significative in un tempo come il nostro nel quale il tema della morte – e della preparazione alla morte – sembra essere bandito e al quale in molti cercano drammaticamente di fuggire: «i medici mi hanno graziosamente comunicato che mi restano 9 settimane di vita. Non immaginavo simile conclusione, ma prendo volentieri atto e mi tuffo nella preparazione immediata al grande salto (quella remota è iniziata, con alti e bassi, nell’adolescenza)».
– Monsignor Isidoro del Carmen Mora Ortega, don Gustavo Sandino, i seminaristi Alester Saenz e Tony Palacio, padre Fernando Tellez Baez, padre Jader Hernandez, don Mikel Monterrey, don Gerardo Rodriguez, don Raul Zamora, monsignor Miguel Mantica, don Carlos Avilés, padre Héctor Treminio, don Marcos Diaz Prado, padre Fernando Calero. Sono i nomi di vescovi, sacerdoti e seminaristi arrestati in Nicaragua nell’ultima settimana dell’anno appena trascorso, ma il numero potrebbe essere maggiore. La persecuzione contro la Chiesa cattolica e l’opposizione politica in generale da parte del regime sandinista di Daniel Ortega, intensificatasi almeno dal 2018, si fa dunque sempre più dura e al momento non sembra ci siano concrete possibilità di fermarla.
– Il 28 dicembre del 1973 veniva pubblicato il libro Arcipelago gulag, dello scrittore anticomunista Aleksandr Isaevič Solženicyn, nel quale veniva descritta la realtà dei campi di concentramento sovietici, luoghi di detenzione per i dissidenti politici che lo stesso Solženicyn ebbe modo di sperimentate da detenuto per otto anni. A distanza di cinquant’anni si tratta ancora di un testo fondamentale per conoscere la storia di un’ideologia disumana e fare memoria. Perché, se il socialcomunismo non è più forza trainante della Rivoluzione, esiste ancora chi più o meno anacronisticamente al comunismo si ispira e nel mondo esistono ancora troppi regimi comunisti.
– Il 2024 è appena iniziato, sostanzialmente dove quello vecchio è terminato, come sempre nella storia del resto. Non servono certo doti divinatorie per vedere ciò che si staglia già concretamente all’orizzonte. Continueranno le guerre, quelle da prima pagina dei giornali, Ucraina e Israele soprattutto, ma anche quelle meno conosciute. Altre guerre potrebbero scoppiare, Taiwan ma non solo. Le vie di pace, invece, almeno nel breve periodo e umanamente parlando, restano difficili da trovare, in alcuni casi realisticamente impossibili. I flussi migratori, nel Mediterraneo come altrove, continueranno a crescere e sarà difficile sostenerne l’impatto. Le elezioni del Parlamento europeo – 9 giugno – e le elezioni presidenziali Usa – 5 novembre – potrebbero, invece, determinare nuovi equilibri e nuove prospettive anche in politica internazionale. Staremo a vedere. Intanto alla “gente comune” non resta che continuare a fare il proprio dovere e affidare al Signore piccole e grandi intenzioni.
Mercoledì, 3 gennaio 2024