Di Michele Brambilla
Papa Francesco dedica l’udienza generale di mercoledì 3 aprile a ripercorrere le tappe del viaggio apostolico svolto in Marocco dal 29 e al 31 marzo. Come ricorda all’inizio del discorso, «sabato e domenica scorsi ho compiuto un viaggio apostolico in Marocco, invitato da Sua Maestà il Re Mohammed VI. A lui e alle altre Autorità marocchine rinnovo la mia gratitudine per la calorosa accoglienza e per tutta la collaborazione, specialmente al re: è stato tanto fraterno, tanto amico, tanto vicino». I ringraziamenti non si limitano a Mohammed VI, ma vanno specialmente a Qualcuno di molto più in alto: «Ringrazio soprattutto il Signore, che mi ha permesso di fare un altro passo sulla strada del dialogo e dell’incontro con i fratelli e le sorelle musulmani, per essere – come diceva il motto del Viaggio – “Servitore di speranza” nel mondo di oggi».
Per quale altro motivo, infatti, il Pontefice Romano, capo visibile dell’unica vera Chiesa nella quale si può trovare salvezza, dovrebbe interloquire con leader religiosi di altre confessioni? Il Papa pone questa domanda in maniera esplicita quando dice «[…] qualcuno può domandarsi: ma perché il Papa va dai musulmani e non solamente dai cattolici?». La risposta viene dall’esempio di grandi santi universalmente conosciuti: «il mio pellegrinaggio ha seguito le orme di due Santi: Francesco d’Assisi (1182-1226) e Giovanni Paolo II (1920-2005). 800 anni fa Francesco portò il messaggio di pace e di fraternità al Sultano al-Malik al-Kamil; nel 1985 Papa Wojtyła compì la sua memorabile visita in Marocco, dopo aver ricevuto in Vaticano – primo tra i Capi di Stato musulmani – il Re Hassan II», padre dell’attuale monarca marocchino.
Le domande però non sono finite. «Perché ci sono tante religioni, e come mai ci sono tante religioni? Con i musulmani siamo discendenti dello stesso padre, Abramo» grazie al fatto che il capostipite degli Arabi, Ismaele, e quello degli Ebrei, Isacco, che è inserito nella genealogia di Cristo, erano fratellastri, ma in fin dei conti «perché Dio permette che ci siano tante religioni» differenti, che spesso si pongono in diretta concorrenza con la Verità cristiana?
Per rispondere a questi difficili quesiti dottrinali il Santo Padre si appella alla riflessione della Scolastica. «Dio ha voluto permettere questo: i teologi della Scolastica facevano riferimento alla voluntas permissiva di Dio. Egli ha voluto permettere questa realtà: ci sono tante religioni; alcune nascono dalla cultura, ma sempre guardano il cielo, guardano Dio», appartengono quindi al naturale anelito dell’uomo all’infinito.
Il Papa rassicura: «Non dobbiamo spaventarci della differenza: Dio ha permesso questo. Dobbiamo spaventarci se noi non operiamo nella fraternità, per camminare insieme nella vita» coi fratelli uomini che il Signore stesso ci ha posto accanto.
Giovedì, 4 aprile 2019