Come la pensa Elon Musk, la lezione di uno scandalo finanziario, la chiesa greco-cattolica ucraina messa al bando, le conseguenze degli attacchi dei ribelli Houthi nel Mar Rosso.
di Luca Bucca
– Elon Musk, ospite di Atreju 2023, ha detto cose condivisibili su inverno demografico, immigrazione, transizione ecologica, ideologia woke. Attenzione però a farne un’icona “di destra”: su altri temi – come transumanesimo, intelligenza artificiale, tecnocrazia, libertarismo o utero in affitto, del quale è stato anche fruitore – probabilmente potrebbe trovarsi assai distante da posizioni autenticamente conservatrici.
– In questi giorni, vent’anni fa, veniva alla luce il cosiddetto “Crac Parmalat”, uno scandalo finanziario di qualche anno precedente rispetto alla crisi finanziaria mondiale del 2007-2008, dopo la quale divenne di chiara evidenza la fragilità del sistema economico e finanziario così come era stato concepito fino a quel momento. Che si sia fatto tesoro degli errori passati, ponendovi rimedio, rimane perlomeno il dubbio. Si cerchi però di non dimenticare l’insegnamento di Benedetto XVI, che nella Caritas in Veritate scriveva: «La convinzione di essere autosufficiente e di riuscire a eliminare il male presente nella storia solo con la propria azione ha indotto l’uomo a far coincidere la felicità e la salvezza con forme immanenti di benessere materiale e di azione sociale. La convinzione poi della esigenza di autonomia dell’economia, che non deve accettare “influenze” di carattere morale, ha spinto l’uomo ad abusare dello strumento economico in modo persino distruttivo».
– Esistono risvolti del conflitto russo-ucraino meno conosciuti, ma certamente allarmanti. È il caso di un decreto del dicembre 2022, divenuto noto solo di recente, con il quale Yevhen Balytsky, governatore dell’oblast di Zaporizhzhia occupato dai russi, ha messo al bando la Chiesa greco-cattolica ucraina, con conseguenti azioni repressive e persecutorie e l’inibizione financo delle attività caritative. La disposizione è in linea con le leggi già in vigore da parecchi anni in Russia, decisamente restrittive nei confronti di iniziative sociali e caritative da parte delle associazioni religiose diverse da quelle legate alla Chiesa ortodossa, che risente anche lei di alcune limitazioni, in un sistema fortemente statalista che non favorisce gli interventi sussidiari da parte di realtà private e della società civile. La posta in gioco nel conflitto russo-ucraino è anche questa, e riguarda pure la fondamentale difesa della libertà e della libertà religiosa.
– Quando il 23 marzo 2021 la nave portacontainer Ever Given si incagliò per una settimana nel canale di Suez, rendendone impossibile l’attraversamento, si registrò il blocco di ben 400 navi mercantili, creando nell’immediato problemi di approvvigionamento in molti settori produttivi europei e danni economici calcolati in almeno 9,6 miliardi di dollari per ogni giorno di blocco. Per capire la portata del problema si consideri che il 12% del commercio mondiale, il 7% del commercio di petrolio e il 40% dell’import-export marittimo italiano passano da questa rotta. Bastano già questi dati per comprendere le ripercussioni che potrebbero derivare – e che stanno già derivando – dagli attacchi, ormai quotidiani dopo l’inizio del conflitto tra Israele e Hamas, da parte dei ribelli Houthi – miliziani sciiti filo-iraniani che controllano i territori occidentali dello Yemen, compresa la capitale Sana’a – contro le navi che attraversano il Mar Rosso. Piaccia o no, anche su questo “fronte” difficilmente sarà possibile trovare una soluzione pacifica.
Mercoledì, 20 dicembre 2023