Questa festa liturgicamente nacque in Oriente e fu accolta in Occidente nell’VIII secolo, sulla base di una fede nell’assunzione corporea di Maria che è affermata in modo esplicito da Padri del V secolo; ma attraverso testimonianze dei Vangeli apocrifi ed altri indizi si può risalire fin verso l’età apostolica. Il relativo dogma fu però proclamato soltanto da papa Pio XII, «con l’autorità che il divino Redentore trasmise al Principe degli Apostoli e ai suoi Successori», l’1 novembre 1950 con la Costituzione Apostolica Munificentissimus Deus, sulla base della riflessione teologica, del comune consenso dei pastori e dei fedeli, nonché, appunto, delle antiche tradizioni e dell’insegnamento del magistero ordinario. Nel solenne documento Pio XII cita molti bei passi, ricorrendo anche agli antichi libri liturgici, sia occidentali che orientali, come questo: «A Te, Iddio, Re dell’universo, concesse cose che sono al di sopra della natura; poiché come nel parto ti conservò vergine, così nel sepolcro conservò incorrotto il tuo corpo, e con la divina traslazione lo conglorificò». O come questo passo di san Giovanni Damasceno: «Era necessario che Colei che aveva portato nel suo seno il Creatore fatto bambino abitasse nei tabernacoli divini. Era necessario che la sposa del Padre abitasse nei talami celesti. Era necessario che Colei che aveva visto il suo Figlio sulla croce, ricevendo nel cuore quella spada di dolore dalla quale era stata immune nel darlo alla luce, lo contemplasse sedente alla destra del Padre».
Marco Tangheroni,
Cammei di santità. Tra memoria e attesa,
Pacini, Pisa 2005, p. 17