• Passa al contenuto principale
  • Skip to secondary menu
  • Passa al piè di pagina
Alleanza Cattolica

Alleanza Cattolica

Cristianità

  • Cristianità
    • La rivista Cristianità – indici
    • Abbonarsi
    • Quaderni di Cristianità
    • Edizioni Cristianità
  • Temi
    • Famiglia
      • Educazione
      • Matrimonio
      • Family day
    • Aborto
    • Divorzio
    • Droga
    • Fine vita
      • Omosessualità
    • Unioni civili
    • Dizionario del Pensiero Forte
    • Affidamento a Maria
      • Appello ai Vescovi e ai Sindaci d’Italia
      • L’affidamento alla Madonna dei Vescovi
      • Affidamento alla Madonna da parte dei sindaci
  • Rubriche
    • Voce del Magistero
      • Angelus
      • Udienze
      • Regina coeli
      • Discorsi
      • Magistero episcopale
    • Lo scaffale
    • Via Pulchritudinis
      • Arte
      • Architettura
      • Cinema
      • Costume
      • Iconografia
      • Letteratura
      • Musica
      • Teatro
    • Nel mondo…
      • Italia
        • Elezioni 2022
      • Africa
      • Centro america
      • Europa
      • Medio Oriente
      • Mediterraneo
      • Nord America
      • Sud America
      • Sud-est Asiatico
    • Economia
    • Interviste
    • Comunicati
    • English version
    • Versión en Español
  • Spiritualità
    • Il pensiero del giorno
    • Cammei di Santità
    • Esercizi di Sant’Ignazio
    • Le preghiere della tradizione
    • Sante Messe del mese
      • Ora di adorazione
  • Lettere agli amici
  • Eventi
  • Audio e Video
    • Video
      • Riflessioni di Marco Invernizzi
      • Storia della Chiesa
      • Geopolitica
      • Islam: ieri e oggi
      • Video interviste
      • Convegni
      • Conferenze
    • Scuole estive
    • Audio
    • Radio Maria
Ti trovi qui: Home / Dalla stampa / “Nello scontro tra Napoli e Pontida sarà ancora il Sud a perdere”

“Nello scontro tra Napoli e Pontida sarà ancora il Sud a perdere”

23 Aprile 2017 - Autore: Alfredo Mantovano

 

Come sempre manca una discussione che prenda le mosse dai torti patiti dal Mezzogiorno ma non ne faccia occasione per recriminazioni sterili

E così, per “ricambiare” la contestata visita del segretario della Lega Salvini a Napoli dell’11 marzo, sabato prossimo i centri sociali napoletani, in compagnia di “sudisti” di vario tipo, si sono dati appuntamento a Pontida, per un “corteo antirazzista”, e forse pure per un concerto. Lo spettacolo nell’insieme è triste: è triste che – come è accaduto a Napoli – si tenti, ricorrendo pure alla violenza, di impedire la manifestazione politica del leader di un partito, col sindaco di quella che era la capitale del Regno in testa alle proteste.

È triste che per reazione si vadano a sfruculiare i leghisti nel loro luogo simbolo. È triste che a Pontida la manifestazione del 22 sia accompagnata da una sorta di coprifuoco, con la chiusura degli esercizi commerciali e del centro storico. Ciò che rende ancora più triste l’insieme è che resti fuori la vera materia del contendere, ciò su cui sarebbe essenziale la discussione, se necessario accesa. Sabato e domenica i titoli dei tg saranno dedicati alle polemiche fra De Magistris e il sindaco di Pontida, ai numeri dei partecipanti, agli eventuali danni causati. Continuerà a stare ai margini un tema assente da anni dall’agenda politica nazionale: il Sud.

Una parte di coloro che a Napoli hanno contestato Salvini hanno rievocato i torti subiti dal Mezzogiorno al momento dell’Unità, e hanno voluto manifestare contro quella che hanno inquadrato come una nuova invasione. A Napoli l’11 marzo e probabilmente a Pontida sabato prossimo fra i protestatari vi è stato e vi sarà Eugenio Bennato, che è il contrario della violenza, e che alla “conquista del Sud” e alle ragioni dei meridionali ha dedicato bellissime canzoni. Al netto dei De Magistris – il cui punto di riferimento storico sembra più Masaniello che Liborio Romano – e delle varie denominazioni di antagonisti che cercano solo un pretesto per occupare le piazze, il dato che sfugge è che da anni nessuno si occupa più del Sud. La mancanza di riflessione, e di coerente ricaduta politica, riguarda in primis chi vive e opera nel Mezzogiorno.

Non si comprende,
a fronte di una Lombardia e di un Veneto che viaggiano a livelli superiori alla media europea, quale è il modello di sviluppo cui orientare le regioni sotto il Garigliano; a fronte di fondi europei di notevole consistenza indirizzati al Sud, perché se ne continua a utilizzare una minima parte e non ci si attrezza, in competenze e capacità, per evitare la loro dispersione o restituzione, salvo poi lamentare la carenza di risorse;
a fronte di una rete di trasporti fra il Centro e il Nord efficiente e rapida, perché non ci si industria a superare il gap delle infrastrutture che persiste, con le regioni meridionali che al massimo hanno sostenuto – in spregio alla concorrenza – qualche compagnia aerea low cost non italiana;
a fronte di una morsa di criminalità di tipo mafioso che aveva conosciuto tra la fine dello scorso decennio e l’inizio di questo un contrasto organici e risultati importanti, perché questa indispensabile opera di bonifica è stata abbandonata;
a fronte di un’offerta degli atenei del Sud che privilegia ancora corsi di laurea in materie letterarie desueti e inutili, perché non ci si dedica a formare le professionalità necessarie per lo sviluppo dei territori, con insegnamenti specialisti mirati;
a fronte di un rapporto fra l’Unione Europea e gli Stati nazionali, quindi pure l’Italia, la cui dinamica ricorda – se pur con tratti meno cruenti – quello fra i Savoia e il Sud d’Italia negli anni dell’unificazione forzata, perché non ci si rende conto che beccarsi fra parti diverse della nostra Patria è il favore più grande che si può fare a certe burocrazie di Bruxelles.

Insomma, quello che a Napoli, o a Pontida, o dove volete, manca è un approfondimento, esso sì finalmente unitario, che prenda le mosse dai torti patiti dal Sud un secolo e mezzo fa ma non ne faccia occasione per riproporre nostalgie lamentose e recriminazioni sterili. Che parta da una memoria storica finalmente rispettata e risponda nel concreto, oggi, alla domanda fondamentale sul come impedire che l’Italia viva sempre più divisa a metà.

Alfredo Mantovano 

Da “Tempi” del 22 aprile 2017. Foto da articolo 

Condividi:

  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)

Correlati

Archiviato in:Dalla stampa

Footer

Alleanza Cattolica

Viale Parioli 40, 00197 Roma
tel. +39 349 50.07.708
IBAN: IT59N0623012604000030223995
info@alleanzacattolica.org

Cristianità

c.p. 185 – 29100 Piacenza
tel. +39 349 50.07.708
C.F. 00255140337

Chi siamo

  • Presentazione
  • Statuto
  • Riconoscimento ecclesiale
  • Decreto Indulgenza
  • Inter nos
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • Twitter
  • Youtube

Iscriviti alle Newsletter

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Copyright © 2023 Alleanza Cattolica · Accedi