Plinio Corrêa de Oliveira, Cristianità n. 283-284 (1998)
Tribalismo indígena, ideal comuno-missionário para o Brasil no século XXI, cap. II, §§ 5- 6, Vera Cruz, San Paolo 1977, pp. 34-36. Titolo e traduzione redazionali.
Neocomunismo
«Un abisso chiama un altro abisso» (Sal. 41, 8): dall’esacerbazione dell’egoismo la società contemporanea è pervenuta al collettivismo
Infatti, di fronte alla colossale crisi in cui ci troviamo non è mancato chi ha cercato una soluzione non nel ritorno alla pratica della Sapienza eterna, ma portando alle ultime conseguenze gli errori commessi.
a. Confusione fra persona ed egoismo
Nelle megalopoli vi è chi, attribuendo a ragione all’egoismo umano la situazione nella quale ci troviamo, rifiuta la giusta distinzione, nell’uomo, fra la sua persona e il suo egoismo. Per chi pensa a questo modo, la persona è l’egoismo. Quindi è il nemico. La salvezza del bene comune consiste nel fatto che la persona sia totalmente assorbita, modellata e diretta dalla collettività. Sarebbe l’unico mezzo per uscire dal caos infernale dell’egoismo.
b. Concezione comunista
Si vede bene quanta affinità abbia questa concezione con quella del comunismo, cioè con la società massificata, senza personalità, senza classi, soggetta alla dittatura del proletariato anonimo.
E il nuovo abisso ne attira un terzo: dal comunismo all’anarchia
a. Il «neocomunismo» mira allo smantellamento dello Stato
Ma è notorio che il regime russo non raccoglie attorno a sé, come fino a poco tempo fa, tutti coloro che vogliono una società collettivizzata.
Molti «neo» comunisti pensano che l’enorme struttura statale russa non sfugga a molte difficoltà della società capitalista.
Quindi chiedono furiosamente lo smantellamento dello Stato e di tutti i superorganismi che lo compongono. Lo Stato — garantiscono — si deve scomporre in una galassia di gruppi o corpuscoli più o meno giustapposti, e il più autonomi possibile.
All’interno di questi corpuscoli, a rigor di logica, dovrà rimanere l’avversione contro l’individuo, supposto sempre e necessariamente egoista. E, pertanto, sarà pure logico che continui l’impegno a limitare al massimo le libertà naturali e legittime, che la dottrina cattolica riconosce alla persona umana.
Si può prevedere che l’ideale comunista, ugualitario e massificante, continuerebbe così a vivere completamente fedele ai suoi princìpi più essenziali, in questi corpuscoli, con l’unica differenza che sarebbe messo in pratica in organismi di proporzioni non macroscopiche, ma microscopiche.
b. I «classici» comunisti prevedevano già questa «evoluzione»
La comparsa di novatori, aspiranti a questo «neocomunismo», non costituisce una sorpresa per i continuatori dei comunisti «classici»: era nelle loro previsioni, dal momento che i loro pensatori più importanti profetizzavano che, oltre il capitalismo di Stato e la dittatura del proletariato, sarebbe sorto, nel corso evolutivo della Storia, una nuova fase nella quale lo Stato sarebbe stato a sua volta liquidato (cfr., per esempio, Friedrich Engels, L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato. In rapporto alle indagini di Lewis H. Morgan, trad. it., Edi- tori Riuniti, Roma 1970, pp. 203- 204).
Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995)