• Passa al contenuto principale
  • Skip to secondary menu
  • Passa al piè di pagina
Alleanza Cattolica

Alleanza Cattolica

Cristianità

  • Cristianità
    • La rivista Cristianità – indici
    • Abbonarsi
    • Quaderni di Cristianità
    • Edizioni Cristianità
  • Temi
    • Famiglia
      • Educazione
      • Matrimonio
      • Family day
    • Aborto
    • Divorzio
    • Droga
    • Fine vita
      • Omosessualità
    • Unioni civili
    • Dizionario del Pensiero Forte
    • Affidamento a Maria
      • Appello ai Vescovi e ai Sindaci d’Italia
      • L’affidamento alla Madonna dei Vescovi
      • Affidamento alla Madonna da parte dei sindaci
  • Rubriche
    • Voce del Magistero
      • Angelus
      • Udienze
      • Regina coeli
      • Discorsi
      • Magistero episcopale
    • Lo scaffale
    • Via Pulchritudinis
      • Arte
      • Architettura
      • Cinema
      • Costume
      • Iconografia
      • Letteratura
      • Musica
      • Teatro
    • Nel mondo…
      • Italia
        • Elezioni 2022
      • Africa
      • Centro america
      • Europa
      • Medio Oriente
      • Mediterraneo
      • Nord America
      • Sud America
      • Sud-est Asiatico
    • Economia
    • Interviste
    • Comunicati
    • English version
    • Versión en Español
  • Spiritualità
    • Il pensiero del giorno
    • Cammei di Santità
    • Esercizi di Sant’Ignazio
    • Le preghiere della tradizione
    • Sante Messe del mese
      • Ora di adorazione
  • Lettere agli amici
  • Eventi
  • Audio e Video
    • Video
      • Riflessioni di Marco Invernizzi
      • Storia della Chiesa
      • Geopolitica
      • Islam: ieri e oggi
      • Video interviste
      • Convegni
      • Conferenze
    • Scuole estive
    • Audio
    • Radio Maria
Ti trovi qui: Home / Dalla stampa / “Nessuna giustizia per Pearl. Il Pakistan libera i 4 killer. La famiglia: «Un’infamia»”

“Nessuna giustizia per Pearl. Il Pakistan libera i 4 killer. La famiglia: «Un’infamia»”

29 Gennaio 2021 - Autore: Alleanza Cattolica

Di Lorenzo Cremonesi da Il Corriere del 29/01/2021

Con la liberazione di quattro estremisti islamici, già condannati per il sequestro e quindi la decapitazione ripresa in video diciannove anni fa del giornalista Daniel Pearl, le massime istituzioni pachistane tornano a confermare la loro ambigua convivenza di lunga data con il peggio della meteora jihadista.

«Una beffa, il totale travestimento di ogni giustizia. La scarcerazione di questi assassini mette in pericolo la vita di qualsiasi giornalista ovunque nel mondo, oltre a quelle dei pachistani. Chiediamo ai governi pachistano ed americano di intervenire per correggere quest’infamia», così la famiglia dell’inviato del Wall Street Journal, barbaramente ucciso tra il gennaio e febbraio 2002 da una cellula qaedista di Karachi con finalità e modalità che precedettero le esecuzioni di occidentali pochi anni dopo e sino alle decapitazioni in serie condotte da Isis, ha commentato ieri a caldo le notizie appena giunte da Islamabad.

Il passo è grave, ma era atteso da tempo. La Corte Suprema di Islamabad, il massimo organismo giuridico del Paese legato a filo doppio agli apparati di sicurezza, ha deciso di liberare Ahmed Omar Saeed al Sheikh assieme ad altri tre noti esponenti delle cellule qaediste di Karachi tutti già destinati all’ergastolo per la morte di Pearl e per la preparazione e diffusione del video. «Queste persone non avrebbero dovuto trascorrere neppure un giorno in cella», sostengono i loro avvocati. Al Sheikh, nato in Gran Bretagna da una famiglia di immigrati pachistani, era stato addirittura condannato a morte. Ma poi fonti stampa locali e soprattutto internazionali avevano ripetutamente segnalato gli sforzi a suo favore da parte dei servizi segreti militari pachistani, notoriamente legati ai talebani afghani e in generale alla causa dell’estremismo militante sunnita coinvolto nella sfida senza esclusione di colpi contro il governo indiano.

La vicenda di Daniel Pearl, d’altronde, ha segnato una fase cruciale nella storia del jihadismo mondiale nel periodo degli attentati dell’11 settembre 2001. Nominato corrispondente in India, questo reporter americano d’origini ebraiche (fatto che allora contribuì ad alimentare l’accanimento dei rapitori) si era recato ad un appuntamento con Mubarak al Gilani, noto ideologo della galassia jihadista pachistana.

Tra le condizioni per la sua liberazione, i rapitori pretendevano in cambio il rilascio dei militanti pachistani di Al Qaeda appena arrestati nel corso dell’invasione americana dell’Afghanistan. Il video della sua decapitazione in diretta sconvolse l’opinione pubblica mondiale. Poco dopo furono gli stessi servizi segreti pachistani a consegnare Al Sheikh alla polizia di Karachi. Emerse che era stato sotto loro protezione. Era una figura nota. Il suo nome era comparso in occasione del rapimento di turisti occidentali in India nel 1994 e ancora per la sua liberazione nel dicembre 1999 nel corso dello scambio di ostaggi per porre fine al sequestro di un aereo di linea indiano da parte dei gruppi kashmiri.

Foto da articolo

Condividi:

  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)

Correlati

Archiviato in:Dalla stampa

Footer

Alleanza Cattolica

Viale Parioli 40, 00197 Roma
tel. +39 349 50.07.708
IBAN: IT59N0623012604000030223995
info@alleanzacattolica.org

Cristianità

c.p. 185 – 29100 Piacenza
tel. +39 349 50.07.708
C.F. 00255140337

Chi siamo

  • Presentazione
  • Statuto
  • Riconoscimento ecclesiale
  • Decreto Indulgenza
  • Inter nos
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • Twitter
  • Youtube

Iscriviti alle Newsletter

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Copyright © 2023 Alleanza Cattolica · Accedi