
Da Avvenire del 31/10/2021
Non dimette i toni bellicosi la Cina, poco incline al clima “concertativo” di un G20 peraltro disertato “fisicamente” dal presidente cinese Xi Jinping. È toccato al ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, presente invece a Roma, riaprire il dossier Taiwan, il più “caldo” nell’agenda internazionale cinese e il più urgente dopo la “normalizzazione” di Hong Kong. Wang Yi non ha lesinato i toni duri, avvertendo gli Stati Uniti e gli alleati che «se continueranno a tentare ingerenze sulla questione di Taiwan, pagheranno un prezzo». «Il pacifico processo di riunificazione con Taiwan è inarrestabile», ha ribadito Wang Yi, rispondendo a una sollecitazione dei giorni scorsi del segretario di Stato americano Antony Blinken, che si era detto favorevole «alla partecipazione di Taiwan al sistema delle Nazioni Unite».
La “dottrina” cinese non cambia. Taiwan non ha «nessun futuro» diverso dalla «riunificazione con la Cina continentale» e nessuno «status internazionale» come entità indipendente dalla Cina. Il ministro degli Esteri ha ripetuto che «c’è una sola Cina al mondo», di cui Taiwan «fa parte», e ha insistito sul fatto che i contatti di altri Paesi con Taiwan sono «una violazione degli impegni politici» assunti da «quei Paesi che hanno stabilito relazioni diplomatiche con la Cina».
In collegamento video, il presidente Xi Jinping ha sollevato un altro tema scottante per la Cina, quello sull’origine della pandemia e sulle (respinte da Pechino) responsabilità cinesi. «La stigmatizzazione del Covid- 19 e la politicizzazione del tracciamento della sua origine vanno contro lo spirito di solidarietà verso la pandemia», ha detto Xi. Il presidente cinese, nel resoconto dei media ufficiali, ha sollecitato il G20 a praticare un «vero multilateralismo » e a promuovere la costruzione di una «comunità con un futuro condiviso per l’umanità». «Dobbiamo intensificare la cooperazione in materia di prevenzione, controllo, diagnosi e trattamento, migliorando la preparazione per le principali emergenze di salute pubblica », ha sottolineato il presidente cinese. Xi ha poi chiesto la parità di trattamento dei diversi vaccini contro il Covid-19 e il riconoscimento reciproco in conformità con l’autorizzazione dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Un assist (parziale) a Pechino è arrivato dal rapporto declassificato sull’origine del Covid-19 pubblicato dall’Ufficio del direttore dell’Intelligence nazionale Usa (Odni). Secondo il rapporto il virus non è stato progettato come un’arma biologica. L’indagine però lascia inevasa la questione se il virus si sia diffuso per trasmissione da animale a uomo o come risultato di un incidente di laboratorio.