A Foggia, nei giorni 27, 28 e 29 settembre 1989, un convegno organizzato dal CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni, con la partecipazione di studiosi provenienti da tutto il mondo.
Il CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni, ha organizzato a Foggia, nei giorni 27, 28 e 29 settembre 1989, il suo terzo seminario internazionale, sul tema Nuove rivelazioni e nuove religioni.
Articolato in sei sessioni – che si sono svolte nell’Auditorium dell’Ordine dei Medici della città pugliese -, nella prima, dopo la lettura di un messaggio di saluto del sindaco, dottor Carmine Tavano, S.E. mons. Giuseppe Casale, arcivescovo di Foggia-Bovino e presidente del CESNUR, ha chiamato a condividere con lui la presidenza dei lavori S.E. mons. Carlos José Boaventura Kloppenburg O.F.M., vescovo di Novo Hamburgo, in Brasile, e membro della Commissione Teologica Internazionale. Il presule italiano ha spiegato le ragioni che hanno indotto a scegliere come tema del seminario le “nuove rivelazioni” che, presentandosi sotto forme diverse, costituiscono una costante della “nuova religiosità” contemporanea, non mancando di sottolineare quanto distingue il CESNUR da organismi di tipo pastorale. Quindi Jean-François Mayer, ricercatore presso il Fondo Nazionale Svizzero della Ricerca Scientifica e segretario del Comitato Scientifico Internazionale del CESNUR stesso, ha brevemente introdotto il tema, facendo cenno alla varietà di comunicazioni “dal mondo divino” nelle nuove religioni, e segnalando la continuità con il precedente seminario, tenuto sempre a Foggia nel 1988 e dedicato allo spiritismo. Ha poi preso la parola il dottor Massimo Introvigne, di Alleanza Cattolica nonché direttore del CESNUR, che ha svolto la sua relazione sul tema Il “canone aperto”: rivelazione e nuove rivelazioni nella teologia e nella storia dei Mormoni, esplorando l’esperienza religiosa dei mormoni, particolarmente di quelli contemporanei, in relazione ai diversi tipi di rivelazione: la Bibbia, le scritture specifiche del mormonismo, la parola dei “profeti viventi” che guidano la Chiesa, le “rivelazioni private” che fatalmente fanno la loro comparsa in un momento in cui il mormonismo – che pure si afferma fondato sulla “rivelazione continua” – sembra entrato in una fase “talmudica”, nella quale le gerarchie proclamano sempre più raramente nuove rivelazioni.
Nella seconda sessione – presieduta dalla dottoressa Elisabeth Peter, austriaca, delegata del Pontificio Consiglio per il dialogo con i non credenti, che ha illustrato l’attività nel settore delle nuove religioni del dicastero vaticano in cui opera – è intervenuto il professor Jack Thomson, docente all’Università di Birmingham, in Gran Bretagna, e direttore del Centro per lo Studio dei Nuovi Movimenti Religiosi, considerato il maggior organismo mondiale per lo studio della nuova religiosità nel Terzo Mondo. In una relazione sul tema Sogni e visioni come fonte di rivelazioni nelle Chiese africane indipendenti, egli ha sottolineato l’importanza delle nuove rivelazioni, spesso fondate su sogni, nelle nuove religioni africane, un fenomeno di proporzioni gigantesche che si articola in almeno diecimila movimenti nati nel continente nero; tali movimenti – senza contare quelli di importazione – secondo alcune stime coinvolgono il venti per cento dell’intera popolazione.
Nel corso della terza sessione – presieduta dal dottor Hans Gasper, responsabile dell’ufficio che segue le nuove religioni presso l’Ufficio Pastorale Centrale della Conferenza Episcopale Tedesca – Jean-François Mayer ha esposto i risultati di una ricerca “sul campo” condotta su una nuova religione francese – ma ormai presente anche in altri paesi -, il Pellegrinaggio di Arès, nata da due nuovi libri sacri “rivelati” al veggente Michel Potay e che si presenta come sincretismo che include anche elementi islamici. Quindi don Gianni Ambrosio, docente di sociologia della religione presso la Facoltà Teologica di Milano, ha trattato della comunità magico-esoterica di Damanhur, in Piemonte, mostrando come in casi di questo genere, in cui sono presenti elementi occultistici di varia provenienza, non si può propriamente parlare di “nuove” rivelazioni, pur non mancando “risvolti di rivelazione”.
La quarta sessione è stata presieduta dalla dottoressa Teresa Gonçalves, delegata del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, la quale ha ricordato che “la Chiesa non promuove strategie di unificazione di tutte le religioni né si può lasciare coinvolgere in esse”, ma che essa – soprattutto su punti e problemi specifici che riguardano il bene comune degli uomini – dialoga con prudenza con tutti, badando nel contempo che il dialogo non venga strumentalizzato come elemento di legittimazione e di propaganda. Ha quindi preso la parola Jean-Pierre Berthon, docente all’Università di Parigi X e direttore del Centro Studi sulle Religioni e Tradizioni Popolari del Giappone presso l’École Pratique des Hautes Études, che ha esaminato le caratteristiche generali delle esperienze di rivelazione nei fondatori delle nuove religioni nipponiche – alle quali aderisce un giapponese su cinque e fra cui si annoverano nuovi movimenti religiosi come la Soka Gakkai, che conta nel mondo circa quindici milioni di seguaci -, verificandole in particolare nel caso di Oomoto, un movimento importante fra le due guerre mondiali e oggi di dimensioni più ridotte, ma nelle cui file sono passati i fondatori di molte nuove religioni di origine più recente.
Nella quinta sessione, sotto la presidenza del professor J. Gordon Melton – direttore dell’Istituto per lo Studio della Religione in America presso l’Università californiana di Santa Barbara, da molti considerato il maggior specialista mondiale in tema di nuove religioni -, la professoressa Eileen Barker, preside di facoltà alla prestigiosa London School of Economics e responsabile di Inform, un centro di informazione e di ricerca sulle nuove religioni ufficialmente sostenuto dal governo inglese e dalle maggiori Chiese e denominazioni cristiane della Gran Bretagna, ha esaminato il ruolo della rivelazione nella Chiesa dell’Unificazione fondata dal reverendo Moon e ha quindi affrontato l’argomento delle rivelazioni in essa più recenti, descrivendo particolarmente le attività di vari medium che si sono presentati come in contatto con lo spirito di Heung Jin Nim, il figlio del reverendo Moon morto nel 1983. Nella seconda parte della sessione il professor Reender Kranenborg, direttore dell’Istituto di Scienze Religiose dell’Università di Amsterdam, nei Paesi Bassi, si è servito dell’esempio della Psicosofia – un movimento sorto intorno alla medium olandese E.W. Noach, nota come “Zohra”, che afferma di essere in contatto con vari “maestri”, fra cui Gesù Cristo – per proporre una “teoria cumulativa dell’esoterismo”, secondo la quale nelle nuove rivelazioni di ambiente esoterico-occultistico in realtà vi è spesso poco di nuovo, e i temi dei sedicenti “messaggi dall’aldilà” riprendono tesi – dalla distinzione fra il Gesù storico e il “principio Cristo” fino ai presunti soggiorni di Gesù in India o presso gli esseni e ai miti su Atlantide – che hanno una data di nascita ben precisa, e che fanno la loro comparsa nelle rivelazioni ricevute per via medianica soltanto dopo quella data, mentre sono assenti nelle rivelazioni precedenti.
La sesta sessione – presieduta dal dottor Massimo Introvigne – si è aperta con una relazione di don Pietro Cantoni, docente di teologia nella diocesi di Massa Carrara-Pontremoli, sul tema Rivelazione, rivelazioni private, nuove rivelazioni: criteri e problemi teologici per il discernimento. Dopo un accenno alla “rivelazione cosmica” e alla “rivelazione primordiale” – che spiegano i “semi di verità” eventualmente presenti in esperienze rivelatorie anche fuori della Chiesa cattolica, e che devono tuttavia essere spiegati con un orientamento almeno implicito a Cristo -, il relatore ha portato la sua attenzione sulle cosiddette rivelazioni private, da distinguere in “mistiche” e “profetiche” a seconda che siano concesse per la vita personale dei veggenti oppure – come nei casi di Lourdes e di Fatima – per tutta la Chiesa. Queste rivelazioni sono certamente possibili, e la loro possibilità è stata in realtà sempre riconosciuta, ma la loro approvazione da parte della Chiesa se non ne impegna l’infallibilità e non vincola i fedeli in modo assoluto, non può neppure essere ignorata o sottovalutata: i criteri per valutare le rivelazioni private – spesso di difficile applicazione – fanno riferimento in particolare all’ortodossia della dottrina, alla vita personale dei veggenti, ai segni di conversione e ai miracoli. Il loro discernimento, in ultima analisi, fa parte di un carisma specifico delle autorità della Chiesa ed è insieme un dono di Dio.
Al termine della sessione S.E. mons. Giuseppe Casale ha tratto le conclusioni del convegno, facendo nello stesso tempo un bilancio delle attività del CESNUR, la cui risonanza a livello internazionale sembra aver superato anche le previsioni più ottimistiche. Riprendendo quindi temi di carattere più generale, il presule ha tracciato un identikit di due atteggiamenti discutibili che ostacolano la comprensione – e la corrispondente adeguata azione pastorale – a proposito delle nuove religioni: il primo è l’atteggiamento relativista secondo cui tutte vanno semplicemente accettate e a loro proposito non si può neppur parlare di criteri di valutazione e di giudizio; il secondo è l’atteggiamento “anti-cultista” – tipico del “movimento anti-sette” di origine laicista, che seduce talora anche qualche cattolico ingenuo -, secondo cui le nuove religioni sono tutte e sempre frutto di manipolazione mentale e di tecniche di “lavaggio del cervello”, descritte però in termini talmente vaghi da poter facilmente ricomprendere molte pratiche anche delle “vecchie” religioni e da mettere così in serio pericolo la libertà religiosa.
Al seminario – indirizzato, per la natura dei temi trattati, agli specialisti del settore – hanno partecipato circa cinquanta persone, di cui venti giunte da Inghilterra, Germania Occidentale, Austria, Svizzera, Polonia, Olanda, Lussemburgo, Francia, Stati Uniti, Brasile e Giappone. Da segnalare, fra l’altro, la presenza della dottoressa Friederike Valentin, in rappresentanza della Conferenza Episcopale Austriaca, e del professor Isamu Nagami, docente di filosofia della religione nell’Università Rikkyo, in Giappone. Nonostante il carattere specialistico il seminario ha avuto buona eco sui mass media locali e su quelli cattolici nazionali.