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Ogni giorno salutiamo Maria

16 Agosto 2022 - Autore: Michele Brambilla

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Le parole di Elisabetta, inserite nell’Ave Maria, introducono al Magnificat, vero rovesciamento delle logiche mondane e proclamazione delle benedizioni di Dio, invocabili e riscontrabili anche in questo tempo travagliato, come ci ricorda continuamente la guerra in Ucraina

di Michele Brambilla

24h ore dopo la preghiera mariana della domenica, Papa Francesco introduce l’Angelus della solennità dell’Assunzione di Maria al cielo (15 agosto). «Oggi, Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, il Vangelo ci propone il dialogo tra lei e la cugina Elisabetta. Quando Maria entra in casa e saluta Elisabetta, questa le dice: “Benedetta tu tra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo” (Lc 1,42)», sottolinea il Pontefice. «Queste parole, piene di fede e di gioia e di stupore, sono entrate», ricorda il Santo Padre, «a far parte dell’“Ave Maria”. Ogni volta che recitiamo questa preghiera tanto bella e familiare, facciamo come Elisabetta: salutiamo Maria, la benediciamo, perché lei ci porta Gesù».

Il dialogo, nella pagina di san Luca, prosegue con la risposta della Madonna a sua cugina: «Maria accoglie la benedizione di Elisabetta e risponde con il cantico, un regalo per noi, per tutta la storia: il Magnificat. È un canto di lode che potremmo definire “il cantico della speranza”» perché «è un inno di lode e di esultanza per le grandi cose che il Signore ha compiuto in lei, ma Maria va oltre: contempla l’opera di Dio in tutta la storia del suo popolo», Israele, che ha sconfitto i tiranni che opprimevano la Terra Santa e incoronato l’umiltà di Abramo, fino a dare un grembo al Messia. 

Il Papa si chiede, in proposito: «ascoltando queste parole, potremmo chiederci: la Vergine non sta forse esagerando un po’, descrivendo un mondo che non c’è? Infatti, quello che dice non sembra corrispondere alla realtà; mentre lei parla, i potenti del tempo non sono stati rovesciati: il temibile Erode, ad esempio, sta saldo sul suo trono. E anche i poveri e gli affamati rimangono tali, mentre i ricchi continuano a prosperare», allora come oggi. Il mondo sembra ancora dei violenti verso Dio, verso il prossimo e persino verso se stessi. Le cose sono due: o le profezie non si sono avverate, oppure il significato delle parole della Madonna è differente. Il Pontefice spiega che «Lei non vuole fare la cronaca del tempo – non è una giornalista -, ma dirci qualcosa di molto più importante: che Dio, attraverso lei, ha inaugurato una svolta storica, ha definitivamente stabilito un nuovo ordine di cose», sigillato dalla Pasqua del suo Figlio. Un vero e proprio «rovesciamento di valori. Mentre parla con Elisabetta portando Gesù in grembo, anticipa quello che suo Figlio dirà, quando proclamerà beati i poveri e gli umili e metterà in guardia i ricchi e chi si fonda sulla propria autosufficienza». Il mondo predica l’autodeterminazione del singolo, Cristo annuncia l’unico “rovesciamento” che non fa danni, quello di un Dio che si fa uomo, vive per oltre trent’anni nell’umiltà di una casa di falegnami e riscatta gli altri uomini sottoponendosi all’ignominia della croce, dalla quale risale vittorioso.

Maria ha creduto fino in fondo al Figlio, fino a condividerne il destino di gloria in anima e corpo. «Allora guardando a noi», dice Francesco, «possiamo chiederci: quel rovesciamento annunciato da Maria, tocca la mia vita? Credo che amare è regnare e servire è potere? Credo che la meta del mio vivere è il Cielo, è il paradiso? O mi preoccupo solo di passarla bene quaggiù, mi preoccupo solo delle cose terrene, materiali? Ancora, osservando le vicende del mondo, mi lascio intrappolare dal pessimismo oppure, come la Vergine, so scorgere l’opera di Dio che, attraverso la mitezza e la piccolezza, compie grandi cose?». Siano davvero queste le nostre domande nel periodo di riposo che moltissimi di noi si sono presi in questo afoso mese di agosto. 

Il Santo Padre suggerisce anche una meta di pellegrinaggio: «tanti romani e pellegrini si recano a Santa Maria Maggiore, per pregare davanti alla Salus Populi Romani. Lì si trova anche la statua della Vergine Regina della pace, posta dal Papa Benedetto XV», il Pontefice che vide la Prima guerra mondiale e anche la Rivoluzione bolscevica, avendo regnato dal 1914 al 1922. «Continuiamo a invocare l’intercessione della Madonna perché Dio doni al mondo la pace, e preghiamo in particolare per il popolo ucraino», vittima di uno dei momenti più caldi della “terza guerra mondiale a pezzetti” più volte denunciata da Francesco.

Martedì, 16 agosto 2022

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