
di Giovanni Corvino da Voci e Volti del 16/10/2020
Lo scorso 24 settembre presso la chiesa s. Benedetto si è tenuto un incontro organizzato da Alleanza Cattolica dal titolo: Dai Nuovi Diritti ai doveri di opinione; la proposta di legge sull’omotransfobia: tutti i rischi di un progetto normativo fortemente liberticida, introdotto da Giovanni Corvino, con relatore il dr Domenico Airoma, Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Napoli Nord e Vicepresidente del Centro Studi Rosario Livatino. Si è trattato di un tema difficile, non nuovo, riguardante alcuni progetti di legge, prima depositati in Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, e poi diventati un Testo Unico di cui è già stata calendarizzata la discussione alla Camera.
La Proposta di Legge, PDL, ha come tema la cosiddetta OMOTRANSFOBIA e, come è stato ricordato da un Comunicato della Cei del 10 giugno scorso, contiene gravi rischi per la libertà di espressione. In essa è previsto che chi dovesse pronunciarsi sulla verità riguardo l‘uomo o ritenere che la famiglia, come fa menzione lo stesso comunicato Cei, «.. esiga per essere tale un padre e una madre, potrebbe essere denunciato e sottoposto a procedimento penale» in quanto autore di una discriminazione nei confronti di altre persone che hanno un‘ altra visione e pratica della vita familiare.
Il PDL Zan (dal primo firmatario di essa) con il pretesto di tutela dalla cosiddetta omofobia, ovvero discriminazione o violenza nei confronti delle persone omosessuali, ha in realtà proprio come oggetto l‘introduzione di un vero e proprio reato per un pensiero sull‘ uomo. Dunque sostenere le ragioni della famiglia, del significato dell’alterità sessuale, rischierà di diventare un reato. Tutto questo come ben dice il comunicato Cei «…limita fortemente la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare, di essere, l’esercizio di critica e di dissenso»: Prosegue ancora il comunicato che « guardiamo con preoccupazione alle proposte di legge contro i reati di omotransfobia, ambiti in cui tra l‘altro non solo non si riscontra alcun vuoto formativo, ma neppure lacune che giustifichino l’urgenza di nuove disposizioni».
Circa le implicazioni sottese nelle proposte di legge, sembra utile ricordare un piccolo passo di s.Tommaso D‘Aquino contenuto nella Somma Teologica dove si dice che ogni volta che parliamo di una legge non parliamo di qualcosa di neutrale per l‘educazione di un popolo. Per Tommaso la legge è un‘ordinazione di ragione per il bene comune promulgata da chi ha la cura della collettività politica. Dunque una legge ha sempre una pretesa: dire al popolo che un certo bene è un bene comune.
La proposta di legge in questione è fatta di diversi articoli di cui i primi due vorrebbero estendere la cosiddetta legge Mancino, unico caso dell‘ordinamento italiano in cui si configura un reato di opinione (tale legge punisce con la reclusione chi istiga a commettere o compie atti discriminatori per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi). La proposta di legge Zan, infatti introduce punizioni per atti discriminatori fondati sul sesso, sul genere, sull‘orientamento sessuale e identità di genere, ovvero quella percezione che una persona ha di sè come rispondente ad un GENERE anche se non corrisponde al proprio sesso biologico. Il Testo Unico ha introdotto l‘ identità di genere tra i diritti inviolabili dell‘ uomo, cioè tra quegli aspetti della personalità meritevoli di particolare riconoscimento e protezione. Diventerebbe così diritto inviolabile la percezione di sè diversa dalla natura o realtà. Introduce inoltre una giornata nazionale sull‘ omofobia e corsi con relativi finanziamenti, già in atto tra l‘altro, sull’ideologia gender in ogni scuola di ordine e grado.
Se consideriamo che esistono già leggi che puniscono atti contro persone omosessuali e che non esiste una vera e propria emergenza sociale, che cosa resta di questa proposta di legge?
Il puro REATO DI OPINIONE.
In gioco dunque è lo scontro tra due visioni opposte sull’uomo. Da un lato quella che considera l‘uomo come totalmente autoreferenziale, misura intransigente di tutto il reale e che ritiene persino la realtà come un dato non oggettivo, tanto da negare che l‘alterità sessuale abbia un suo tratto oggettivo e dall’altro quella che riconosce il valore oggettivo della realtà, dell‘alterità e della relazione, che cerca il senso nell ALTRO DA SE‘ e che sa che l‘ uomo non basta a se stesso e non è norma a se stesso.
Quanto detto basta a far comprendere come in realtà che il tema non sia esclusivamente di natura confessionale. Il tema trattato è di stimolo per tutti noi per un nuovo impegno missionario di evangelizzazione, che, come diceva il fondatore di Alleanza Cattolica, Giovanni Cantoni da poco scomparso, richiede tempi lunghi. I pochi cristiani dei primi secoli della Chiesa, convinsero i molti pagani che la Verità e il Bene erano entrati nella storia e l‘avevano definitivamente cambiata. Nacque così una Cristianità attraverso un lungo e paziente lavoro di semina: molti persecutori si convertirono, cambiò la cultura e si modificarono i costumi. Non nacque un mondo perfetto di soli buoni, ma una civiltà dove essere cristiani non era più un atto eroico e dove i santi divennero modelli da imitare.
Al termine dell’incontro il dr Airoma ha rilasciato un’intervista per Voci e Volti
Perché oggi è così importante parlare di questo tema?
Introdurre un reato di opinione fondato sulla cosiddetta Omotransfobia significa criminalizzare una visione dell’uomo. Questa non è una legge a tutela di qualcuno: gli atti di violenza o di minaccia motivati da ragioni legate al sesso sono già puniti, e severamente, dal nostro codice penale. Questa è una legge contro qualcuno; una legge che marchia con una stigma di riprovevolezza morale tutti coloro –genitori, educatori, catechisti, pastori- che vorranno continuare a fare propaganda di una concezione dell’uomo e della famiglia ancorata al dato naturale e a convincere altri (istigandoli!) a vivere secondo questa visione. In definitiva, è in pericolo la stessa evangelizzazione e la retta formazione delle giovani generazioni.
Cosa si sta facendo e soprattutto si può ancora fare affinché venga impedita una tale deriva antropologica?
Dobbiamo far sentire la nostra voce di uomini liberi prima ancora che di cattolici. Questa è una battaglia di libertà attorno alla quale possiamo e dobbiamo riunire tutti coloro che, pur provenendo da matrici culturali lontane e diverse, intendano impegnarsi per impedire questa deriva liberticida che attenta alla dignità dell’uomo.
Durante l‘ evento è stato promosso il testo dal titolo «OMOFOBI PER LEGGE?», a cura di Alfredo Mantovano, Consigliere alla Corte Suprema di Cassazione e Vicepresidente del Centro Studi Rosario Livatino. Come è nata l‘ idea di scrivere questo libro e quali sono i sui contenuti?
Per rompere un monopolio culturale che purtroppo domina il mondo del diritto. Per combattere la falsa percezione di isolamento che paralizza tanti giuristi anticonformisti. Perchè la posta in gioco di questa battaglia è l’uomo. Quanto ai contenuti, non posso far altro che invitare ad acquistare il libro perchè davvero è una guida preziosa per orientarsi nell’ora presente.
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