« Poi disse loro: “Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!” » (Lc 11,5-13).
La preghiera deve essere fatta con umiltà, fede e perseveranza. Anzi con ἀναίδεια (v. 8), cioè con “impertinenza, impudenza, invadenza”! L’esempio dell’amico che arriva a mezzanotte è molto chiaro, soprattutto se si tiene conto del modo con cui erano fatte le case al tempo di Gesù: un unico locale con un piano rialzato in cui stavano le persone e un piano terra in cui stavano gli animali. Alzarsi a quell’ora voleva dire provocare uno sconquasso ed è proprio in vista di ciò che l’amico insiste “impudentemente”. Perché?
Certamente non è perché Dio abbia bisogno di essere informato dei nostri bisogni, o abbia bisogno di essere svegliato dal sonno. Siamo noi che dobbiamo uscire dal nostro “sonno”, cioè dalla nostra abituale autosufficienza e renderci conto del bisogno che abbiamo del suo aiuto. È la nostra dipendenza da lui che deve essere “svegliata”. «Tre parabole sulla preghiera di particolare importanza ci sono tramandate da san Luca: La prima, “l’amico importuno”, [cfr. Lc 11,5-13] esorta ad una preghiera fatta con insistenza: “Bussate e vi sarà aperto”. A colui che prega così, il Padre del cielo “darà tutto ciò di cui ha bisogno”, e principalmente lo Spirito Santo che contiene tutti i doni. La seconda, “la vedova importuna”, [cfr. Lc 18,1-8] è centrata su una delle qualità della preghiera: si deve pregare sempre, senza stancarsi, con la pazienza della fede. “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”. La terza parabola, “il fariseo e il pubblicano”, [cfr. Lc 18,9-14] riguarda l’ umiltà del cuore che prega: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore”. La Chiesa non cessa di fare sua questa preghiera: “Kyrie eleison!” » (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2613).