« E proclamava: “Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo”. Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento” » (Mc 1,7-11).
Celebrando l’Epifania, la “manifestazione” di Gesù, la Chiesa collega insieme tre episodi che ad un primo sguardo ci possono apparire diversissimi: la visita del Magi, le nozze di Cana e il battesimo di Gesù al Giordano. Lo fa con l’antifona del cantico di Zaccaria: « Oggi la Chiesa, lavata dalla colpa nel fiume Giordano, si unisce a Cristo, suo Sposo, accorrono i magi con doni alle nozze regali e l’acqua cambiata in vino rallegra la mensa, alleluia » e con quella del Magnificat: « Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella ha guidato i magi al presepio, oggi l’acqua è cambiata in vino alle nozze, oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza, alleluia » nella liturgia del giorno dell’Epifania. Sono le tre tappe della manifestazione di Gesù: alle genti pagane, ai suoi discepoli, al popolo di Israele.
Gli episodi del Battesimo al Giordano e delle nozze di Cana si sono fatti ancora più presenti nella preghiera e quindi nella vita dei cristiani attraverso il primo e il secondo dei “misteri della luce”, che – in conseguenza della lettera apostolica di san Giovanni Paolo II Rosarium Virginis Mariæ del 16 ottobre 2002 – sono venuti provvidenzialmente ad integrare la tradizionale devozione del Rosario mariano. L’acqua è un simbolo molto evidente di purificazione: così come essa rimuove la sporcizia dal corpo, simboleggia molto bene il desiderio di rinnovamento interiore, di liberazione dalla sporcizia spirituale che è il peccato… È il senso del battesimo di Giovanni. Ma Gesù è venuto a “compiere” questi simboli e il compimento avviene attraverso il “suo battesimo” (« C’è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! » Lc 12,50), cioè la sua morte in croce. Il battesimo cristiano infatti non è tanto simbolo di “pulizia”, quanto piuttosto di morte (immersione nell’acqua) e resurrezione (emersione). Il quadro del miracolo delle nozze di Cana è una festa di nozze: con la morte salvifica di Gesù infatti Dio compie le sue nozze con l’umanità. Ciascuno di noi le fa sue con la fede, i sacramenti e la vita. Il sacerdote durante il rito della Messa, versando l’acqua durante i riti di offertorio, dice infatti: « L’acqua unita al vino sia segno della nostra unione con la vita divina di colui che ha voluto assumere la nostra natura umana ».
Il Battesimo di Gesù anticipa l’evento della sua morte e resurrezione. Così è avvenuto con il nostro Battesimo che oggi siamo chiamati a ricordare e a ri-presentare. Vi ricordate la data del vostro Battesimo? Prendetene nota e fatene memoria, cioè fate in modo che diventi attuale per voi oggi: è una data molto più importante della vostra nascita, perché è il momento in cui siete nati al Cielo. Che cos’è la vita? Una preparazione alla vita vera che è già presente in noi e che dobbiamo liberamente accogliere e far nostra: diventa ciò che sei!