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Il pensiero del giorno: Lc 14,15-24

7 Novembre 2017 - Autore: Don Piero Cantoni

« Uno dei commensali, avendo udito questo, gli disse: “Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!”. Gli rispose: “Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”” » (Lc 14,15-24).

Il grande banchetto di festa è un’immagine spesso presente nella Bibbia per significare la comunione dell’Alleanza con Dio e tra gli uomini (cfr. Gen 26,28-31; 31,44-54; Es 24,9-11; 2Sam 3,20-21). Dio sta preparando un grande banchetto per celebrare la salvezza di tutti i figli di Israele e delle nazioni: « Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni. Eliminerà la morte per sempre.

Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato. E si dirà in quel giorno: “Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse. Questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza” » (Is 25,6-9). Mangiare insieme è un’immagine assolutamente evidente presso tutti i popoli e in tutte le tradizioni per significare l’amicizia e la gioia. Quest’immagine di festa e di gioia così chiaramente prefigurata nell’Antico Testamento diventa realtà nel Nuovo: « Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi” » (Lc 22,19-20) per compiersi definitivamente nella comunione celeste: « Allora l’angelo mi disse: “Scrivi: Beati gli invitati al banchetto di nozze dell’Agnello!”.

Poi aggiunse: “Queste parole di Dio sono vere” » (Ap 19,9). Approfittiamo dell’invito che ci è rivolto oggi e non troviamo scuse come gli invitati della parabola. In essa c’è come un crescendo: prima i figli d’Israele, poi i figli delle nazioni, poi i personaggi più improbabili e impuri (negli scritti di Qumran gli storpi, i ciechi e gli zoppi erano esclusi dal banchetto messianico). La grazia di Dio in questo tempo definitivo diventa come una forza irresistibile (« costringili ad entrare ») a cui è molto difficile resistere. Ci vuole tanto, tanto orgoglio: si capisce che quelli che subiscono più facilmente questa “violenza” sono i personaggi più “improbabili”, queli raccattati sul bordo delle strade… « Così, di celebrazione in celebrazione, annunziando il Mistero pasquale di Gesù “finché egli venga” (1Cor 11,26), il Popolo di Dio avanza “camminando per l’angusta via della croce” [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 1] verso il banchetto celeste, quando tutti gli eletti si siederanno alla mensa del Regno » (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1344); « La Messa è ad un tempo e inseparabilmente il memoriale del sacrificio nel quale si perpetua il sacrificio della croce, e il sacro banchetto della Comunione al Corpo e al Sangue del Signore. Ma la celebrazione del sacrificio eucaristico è totalmente orientata all’unione intima dei fedeli con Cristo attraverso la Comunione. Comunicarsi, è ricevere Cristo stesso che si è offerto per noi » (Ibid., n. 1382). Abbiamo in tasca un invito a cena in Paradiso da parte del Padrone del mondo! Affrettiamoci e prepariamoci bene…

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