« Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: “In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi””. E il Signore soggiunse: “Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” » (Lc 18,1-8).
Come si fa a pregare “sempre”? Nella vita dobbiamo fare tante cose che necessariamente interrompono la nostra vita di preghiera: dobbiamo dormire, mangiare… lavorare.
Un’eresia dei primi secoli, l’eresia “messaliana” consisteva proprio nel prendere alla lettera queste parole di Gesù: pregare sempre, pregare ininterrottamente… I messaliani riducevano al minimo quelle attività assolutamente necessarie e dedicavano il più tempo possibile alla preghiera. Soprattutto non lavoravano.
Non era bello? No, perché non avevano capito che la preghiera deve coinvolgere veramente tutto, senza interruzioni. Anche il sonno deve essere preghiera, anche mangiare, anche lavorare. Ma se prego mentre lavoro mi distraggo! No, perché ognuno di noi fa tante cose insieme.
Pensiamo ad una cosa banale che molti di noi fanno tutti i giorni: guidare l’automobile. Mentre guido non penso necessariamente a tutti i gesti che faccio: se incontro una curva giro il volante, ma non lo penso, non lo progetto… perché sto pensando ad altro.
Quello che il Signore ci vuole insegnare è far sì che tutto quello che faccio diventi preghiera. Se mi metto su questa strada scoprirò ben presto che non solo non mi allontana dall’attenzione dovuta a quello che faccio, ma mi rende più limpido, più fresco, più attento…
Chi prega molto, fa le cose meglio. Soprattutto perché porta la gioia nel cuore, non a caso san Paolo pone nello stesso contesto in cui ci dice « pregate ininterrottamente », quest’altra affermazione: « siate sempre lieti » e quest’altra ancora: « in ogni cosa rendete grazie »: « Siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi » (1Ts 5,16-18). Non è casuale, ma voluto (« questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi »), è una sequenza logica: se sono in un atteggiamento di preghiera, accolgo il dono di Dio, ringrazio e porto la gioia nel cuore.