« C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui » (Lc 2,36-40).
Anna è una “profetessa”, cioè le è riconosciuta la capacità di interpretare la volontà di Dio per Israele. Essa si situa nella linea delle altre profetesse di Israele menzionate nell’Antico Testamento: Maria (Es 15,20); Debora (Gdc 4,4); Culda (2Re 22,14). Altre profetesse fanno la loro comparsa nel Nuovo Testamento (cfr. At 21,9). Il tipo di vita condotto da Anna, fatto di celibato, ascetismo e preghiera costante, ricorda quello delle comunità religiose contemplative che si sono sviluppate nella Chiesa e rimangono attive anche oggi. Anna ci ricorda che questo tipo di vita ha un carattere profetico, cioè quello di prefigurare oggi quello che sarà la vita del mondo futuro di cui Gesù è l’inizio.
Nàzaret era un insignificante paese della Galilea, mai menzionato nell’Antico Testamento: « Da Nàzaret può venire qualcosa di buono? » (Gv 1,46); « Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta! » (Gv 7,52). In un solo versetto (40), a cui devono essere aggiunti anche i vv. 51-52: « […] a Nàzaret […] stava loro sottomesso. […]. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini », è sintetizzata la vita di Gesù dall’infanzia all’età di dodici anni. « Durante la maggior parte della sua vita, Gesù ha condiviso la condizione della stragrande maggioranza degli uomini: un’esistenza quotidiana senza apparente grandezza, vita di lavoro manuale, vita religiosa giudaica sottomessa alla Legge di Dio [cfr. Gal 4,4], vita nella comunità. Riguardo a tutto questo periodo ci è rivelato che Gesù era “sottomesso” ai suoi genitori e che “cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2,51-52). Nella sottomissione di Gesù a sua madre e al suo padre legale si realizza l’osservanza perfetta del quarto comandamento. Tale sottomissione è l’immagine nel tempo della obbedienza filiale al suo Padre celeste. La quotidiana sottomissione di Gesù a Giuseppe e a Maria annunziava e anticipava la sottomissione del Giovedì Santo: “Non. . . la mia volontà. . . ” (Lc 22,42). L’obbedienza di Cristo nel quotidiano della vita nascosta inaugurava già l’opera di restaurazione di ciò che la disobbedienza di Adamo aveva distrutto [cfr. Rm 5,19] » (Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 531-532).
30Gesù lo dobbiamo seguire sempre; nelle piccole, insignificanti e banali, faccende della vita. Nel seguire Gesù non ci devono essere interruzioni, soste o battute d’arresto. Solo se saremo fedeli nel poco, riceveremo la grazia di essere forti nelle grandi cose. Ma chi mi dice che avrò da affrontare grandi cose? Certamente, senz’ombra di dubbio, dovrai affrontare la morte…