• Passa al contenuto principale
  • Skip to secondary menu
  • Passa al piè di pagina
Alleanza Cattolica

Alleanza Cattolica

Cristianità

  • Cristianità
    • La rivista Cristianità – indici
    • Abbonarsi
    • Quaderni di Cristianità
    • Edizioni Cristianità
  • Temi
    • Libertà religiosa
    • Occidente
    • Politica internazionale
    • Famiglia
      • Matrimonio
      • Divorzio
      • Family day
      • Unioni civili
      • Omosessualità
    • Educazione
    • Vita
      • Aborto
      • Droga
      • Fine vita
  • Rubriche
    • Voce del Magistero
      • Angelus
      • Udienze
      • Regina coeli
      • Discorsi
      • Magistero episcopale
    • Dizionario del Pensiero Forte
    • Archivio film
    • Lo scaffale
    • Via Pulchritudinis
      • Santità
      • Arte
      • Architettura
      • Cinema
      • Costume
      • Iconografia
      • Letteratura
      • Musica
      • Teatro
    • Nel mondo…
      • Italia
        • Elezioni 2022
      • Africa
      • Centro america
      • Europa
      • Medio Oriente
      • Mediterraneo
      • Nord America
      • Sud America
      • Sud-est Asiatico
    • Economia
    • Interviste
    • Comunicati
    • Spigolature
    • English version
    • Versión en Español
  • Spiritualità
    • Il pensiero del giorno
    • Cammei di Santità
    • Esercizi di Sant’Ignazio
    • Le preghiere della tradizione
    • Sante Messe del mese
    • Ora di adorazione
    • Affidamento a Maria
      • Appello ai Vescovi e ai Sindaci d’Italia
      • L’affidamento alla Madonna dei Vescovi
      • Affidamento alla Madonna da parte dei sindaci
  • Lettere agli amici
  • Eventi
  • Audio e Video
    • Video
      • Riflessioni di Marco Invernizzi
      • Storia della Chiesa
      • Geopolitica
      • Islam: ieri e oggi
      • Video interviste
      • Convegni
      • Conferenze
    • Scuole estive
    • Audio
    • Radio Maria
Ti trovi qui: Home / Via Pulchritudinis / Per chi suona la campana?

Per chi suona la campana?

24 Febbraio 2024 - Autore: Stefano Chiappalone

Un dipinto del XVII secolo raffigura Cristo che suona l’allarme sulla morte imminente. Ma è un’allerta anche sul senso della vita.

di Stefano Chiappalone

«Non potendo parlare sempre della morte, tutti i nostri discorsi sono banali», scriveva Nicolás Gómez Dávila (1913-1994) in uno dei suoi aforismi più esageratamente urticanti per le orecchie dell’uomo moderno (non escluso il cristiano moderno). Che non vuol dire darsi alla tanatologia sistematica, bensì tener presente la prospettiva verso cui si aprono (e si rivelano) tanto l’apparente monotonia quotidiana quanto le gesta più gloriose. E quale tempo è più propizio per parlarne, se non il tempo liturgico aperto da quel singolare memento mori costituito dal segno delle ceneri e accompagnato dall’esplicito promemoria: «Memento homo quia pulvis est et in pulverem reverteris» («Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai»)?

A suonare la sveglia, anzi la campana, è un dipinto del tutto particolare, una sorta di versione pittorica dei “quaresimali”, ovvero le prediche tradizionalmente tenute in Quaresima: L’Albero della Vita, di Ignacio de Ries (XVII sec.), pittore fiammingo, ma operante in Spagna. La grande tela (cm 290×250) si trova nella cattedrale di Segovia e riprende un’iconografia decisamente inconsueta. Un banchetto va in scena tra le fronde di un albero: una riedizione persino surreale del “classico” verziere che troviamo nei più noti Trionfi della Morte. Anche qui i protagonisti sono tutti ignari di quanto sta per accadere e dei moniti loro rivolti. Perché il loro banchetto avrà presto fine, non appena l’albero cadrà. E «già la scure è posta alla radice» (Mt 3,10), anzi la falce, tenuta in mano dalla Morte in persona. Il tronco è prossimo a cadere mentre più in basso un minuscolo diavolo tira la fune per trarre a sé il tronco, i rami e gli sventurati protagonisti. Dall’altro lato però c’è una campanella: è Cristo a dare l’allarme, preoccupato di non perdere neanche uno di quanti il Padre gli ha affidato. Se non sentono la campana, leggano almeno i moniti che campeggiano al di sopra di loro: «Mira que te as de morir / mira que no sabes quando» e «Mira que te mira Dios/ mira que te esta mirando», ovvero: «Guarda che dovrai morire / guarda che non sai quando» e «Guarda che ti guarda Dio / guarda che ti sta guardando». Un gioco di parole destinato a imprimersi nella memoria dello spettatore.

Ma quella campana che ricorda la morte finisce per rendere i vivi ancor “più vivi”. Paradossale, ma evidente nell’arte di quelle civiltà pre-moderne che sanno tenere insieme il sarcofago e l’altare, la colonna, la volta, la torre, il campanile, che non temono di seppellire i morti nei luoghi frequentati dai vivi, che ornano, intarsiano, cesellano, infondendo nella pietra quella vitalità svanita dai corpi sepolti poco più in basso. Un paradosso che si manifesta, al contrario, nell’odierna società evoluta che accantona con cura il pensiero della morte, che non si cosparge più il capo di cenere, ma alterna momenti di piattezza ed euforia senza conoscere vitalità: cos’altro testimonia, a titolo di esempio, un’architettura che accende di insegne luminose edifici mediocri o una generazione che passa facilmente dal sentirsi “impegnata” a un diffuso vuoto di senso? Una società che, citando Seneca (4 a.C.-65 d.C.), non vuole morire e si rifiuta di vivere: «Vivere noluit qui mori non vult» (Lettere a Lucilio, 30).

Sabato, 24 febbraio 2024

* campi obbligatori
Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla Privacy per avere maggiori informazioni.

Controlla la tua posta in entrata o la cartella spam adesso per confermare la tua iscrizione.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su X (Si apre in una nuova finestra) X
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra) Facebook
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra) LinkedIn
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra) WhatsApp

Correlati

Archiviato in:Arte, Via Pulchritudinis

Footer

Alleanza Cattolica

Viale Parioli 40, 00197 Roma
tel. +39 349 50.07.708
IBAN: IT59N0623012604000030223995
info@alleanzacattolica.org

Privacy Policy

Cristianità

c.p. 185 – 29100 Piacenza
tel. +39 349 50.07.708
C.F. 00255140337

Chi siamo

  • Presentazione
  • Statuto
  • Riconoscimento ecclesiale
  • Decreto Indulgenza
  • Inter nos
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • WhatsApp
  • YouTube

Iscriviti alle Newsletter

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Copyright © 2025 Alleanza Cattolica · Accedi