Ormai sappiamo che la Passio che racconta con dovizia di nomi e di particolari il suo martirio merita poco credito. Ma il suo culto era assai antico già prima di quel concilio di Calcedonia, detto il «Grande Concilio», svoltosi nel 451-452 nella basilica a lei dedicata, dopo il quale il culto della santa ebbe grande diffusione e dopo il quale fu appunto composta quella «passione» di cui si è detto. Basti dire che il vescovo Asterio [330 ca.-410], in una sua omelia, dice di aver ammirato nel porticato di una chiesa pitture che raccontavano il martirio di sant’Eufemia; ed egli fu vescovo tra il 380 e il 410. È vero che anche questo testo è stato considerato da critici recenti una sorta di esercitazione letteraria, ma le argomentazioni addotte non ci hanno convinto metodologicamente. Piace invece ricordare che già prima del V secolo il suo culto si era diffuso in Occidente. A Milano, a Pavia, a Como, a Tortona, a Brescia, a Verona, a Ravenna; in questa città si arrivò poi a contare ben cinque chiese dedicate alla santa. Una basilica a lei dedicata sorgeva anche a Roma, come ci attestano diversi autori dell’alto Medioevo. Altre furono costruite ad Albano e Tivoli. Possiamo, in ogni caso, ritenere che essa era una vergine consacrata a Dio, che patì il martirio sotto Diocleziano [244-313] nella grande persecuzione dell’inizio del IV secolo, probabilmente sul rogo e dopo che le furono spezzati i denti con un martello. La sua figura ci suggerisce oggi una riflessione sulla prospettiva del martirio che è sempre compagna della storia della Chiesa, anche nei periodi di apparente maggiore suo trionfo. La prospettiva della gloria non può essere disgiunta da quella della croce e della persecuzione, «poiché ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole» (Lc 16, 15). Voglia Dio non metterci alla prova, conoscendo la nostra debolezza così diversa da quella degli antichi martiri. E vogliano questi – tra i quali sant’Eufemia – pregare per quanti, anche nel mondo di oggi, soffrono persecuzione perché cristiani.
Cammei di santità. Tra memoria e attesa,
Pacini, Pisa 2005, pp. 37-38
Mercoledì, 22 maggio 2019