Ricordo a due anni dalla morte di Giovanni Cantoni
di Massimo Martinucci
Il fondatore di Alleanza Cattolica, Giovanni Cantoni (1938-2020), spesso ricordava, a chi aveva la provvidenziale fortuna di poterlo ascoltare, l’importanza di situare con precisione nel tempo le vicende che si andavano a evocare, sia in semplici conversazioni così come in incontri pubblici o articoli di giornale. Questo, diceva, avrebbe aiutato noi e i nostri interlocutori almeno in due aspetti: innanzitutto, a rimanere ancorati alla realtà contrastando la sensazione, tutta moderna e dovuta alla multimedialità nella quale siamo immersi, di vivere gli avvenimenti come se accadessero in un eterno presente; in secondo luogo, a riaffermare la centralità del principio di causa-effetto: sembra banale ricordarlo, ma un fatto può essere conseguenza di un altro soltanto se avviene dopo…
Ho sempre considerato questi insegnamenti di Giovanni Cantoni — e nel corso degli anni ho potuto beneficiarne di molti — come dei piccoli accorgimenti per una consapevolezza contro-rivoluzionaria; e oggi, che nella società è molto meno diffuso l’uso sistematico delle semplici regole del ragionamento logico e ci si affida molto di più all’istinto o al desiderio, essi assumono ancora maggior valore e utilità.
Legata alla raccomandazione di situare storicamente gli accadimenti c’era anche quella di ricordare gli anniversari. Ce lo sta a ricordare, come stampato nella pietra, l’incipit del saggio introduttivo a Rivoluzione e Contro-Rivoluzione: «Vi sono, nella storia dei popoli, date emblematiche, che ricordano le gesta di questa o di quella generazione, ma soprattutto, per chi sappia capirle, richiamano scelte significative e cariche di conseguenze, che i ritmi temporali, nelle ricorrenze, ripropongono non solo come memorie ma anche come virtualità storiche, offrono cioè di nuovo come esempi e come possibilità. […] Le ricorrenze richiamano dunque puntualità temporali e strettoie storiche, ma hanno anche il potere di staccare i fatti dalle profondità del passato, e di ripresentare, di fare cioè di nuovo presenti, decisioni antiche, affinché un’altra generazione le neghi o le confermi, anzi, le rinneghi o le riconfermi. E la storia ritorna a essere semplicemente tempo, ancella della Provvidenza e della libertà dell’uomo nel loro dialogo immemoriale, e perde usurpati caratteri divini».
Facendo oggi memoria del secondo anniversario della sua dipartita, ricordiamo anche la grande messe di “accorgimenti per una consapevolezza contro-rivoluzionaria” che in tanti anni Giovanni Cantoni ci ha regalato: quelli che ci ha raccontato di persona e che ora è nostra responsabilità tramandare ai più giovani, così come quelli contenuti nelle sue opere.
È per questo che il lavoro certosino di un generoso militante ha enucleato molti frammenti colti nei suoi scritti, raccolti nella rubrica “Fragmentarium”, a disposizione di tutti i lettori del nostro sito. Si legge a presentazione di questa rubrica, che raccoglie oltre cento “perle”: «L’opera del fondatore di Alleanza Cattolica, Giovanni Cantoni, non appartiene al genere letterario delle massime, delle sentenze e degli aforismi. Tuttavia, nella profondità della sua ricchissima elaborazione intellettuale alcuni passaggi si stagliano anche a prescindere dal contesto (comunque ineliminabile) e, come “lampi”, penetrano il cuore e la mente di chi legge, fissando una rotta certa nelle nebbie del pensiero e dell’esistenza. Sono scorci di una elaborazione che, da più di cinquant’anni, non cessa di affrontare la complessità del mondo e dell’uomo tentandone la comprensione per contribuire all’edificazione di una civiltà che sia, come dice Papa san Giovanni Paolo II (1978-2005) “a misura d’uomo e secondo il piano di Dio”».
Martedì, 18 gennaio 2022