La solennità dell’Immacolata ci rivela la vera identità di Maria
di Michele Brambilla
L’8 dicembre «il Vangelo della Solennità odierna ci introduce nella casa di Maria per raccontarci l’Annunciazione (cfr Lc 1,26-38)», spiega Papa Francesco all’inizio dell’Angelus. L’angelo «non la chiama con il suo nome, Maria, ma con un nome nuovo, che lei non conosceva: piena di grazia. Piena di grazia, e dunque vuota di peccato, è il nome che Dio le dà e che noi festeggiamo oggi».
I teologi, infatti, hanno specificato cosa significasse quella pienezza di grazia, «ma pensiamo allo stupore di Maria: solo allora lei scoprì la sua identità più vera. Infatti, chiamandola con quel nome, Dio le rivela il suo segreto più grande, che lei prima ignorava. Qualcosa di analogo può accadere anche a noi», dice il Papa, ma in che senso? «Nel senso che pure noi peccatori», sottolinea il Pontefice, «abbiamo ricevuto un dono iniziale che ci ha riempito la vita, un bene più grande di tutto, abbiamo ricevuto una grazia originaria». Il Santo Padre lamenta che «noi parliamo tanto del peccato originale, ma abbiamo ricevuto anche una grazia originaria, di cui spesso non siamo consapevoli».
«Di cosa si tratta? Che cos’è questa grazia originaria? È ciò che abbiamo ricevuto nel giorno del nostro Battesimo, che per questo ci fa bene ricordare, e anche festeggiare», perché «Dio si è calato nella nostra vita quel giorno, siamo diventati per sempre suoi figli amati. Ecco la nostra bellezza originaria, di cui gioire! Oggi Maria, sorpresa della grazia che l’ha fatta bella fin dal primo istante di vita, ci porta a stupirci della nostra bellezza» di creature fallaci, si, ma sempre amate dal Signore.
«Oggi la Parola di Dio ci insegna un’altra cosa importante: che custodire la nostra bellezza richiede un costo, richiede una lotta» diuturna. «Il Vangelo ci mostra infatti il coraggio di Maria, che ha detto “sì” a Dio, che ha scelto il rischio di Dio; e il brano della Genesi, a proposito del peccato originale, ci parla di una lotta contro il tentatore e le sue tentazioni (cfr Gn 3,15). Ma anche per esperienza lo sappiamo, tutti noi: costa fatica scegliere il bene; costa fatica custodire il bene che è in noi» dopo averlo scelto. «Ma, di fronte a tutto ciò, oggi abbiamo una buona notizia: Maria, l’unica creatura umana senza peccato nella storia, è con noi nella lotta, ci è sorella e soprattutto Madre. E noi, che facciamo fatica a scegliere il bene, possiamo affidarci a lei», alla quale veniva del tutto naturale.
«Affidandoci, consacrandoci alla Madonna, le diciamo: “Tienimi per mano, Madre, guidami tu: con te avrò più forza nella lotta contro il male, con te riscoprirò la mia bellezza originaria”. Affidiamoci a Maria oggi, ogni giorno, ripetendole: “Maria, ti affido la mia vita, la mia famiglia, il mio lavoro, ti affido il mio cuore e le mie lotte. Mi consacro a te”», dice il Papa ripetendo questo verbo significativo, specialmente nell’anno che lo ha visto consacrare al Cuore immacolato di Maria Russia e Ucraina. Dando appuntamento nel pomeriggio, quando si recherà presso la colonna mariana di piazza di Spagna a Roma per il tradizionale omaggio floreale, «vi chiedo di unirvi spiritualmente a me in questo gesto, che esprime la devozione filiale alla nostra Madre, alla cui intercessione affidiamo il desiderio universale di pace, in particolare per la martoriata Ucraina, che soffre tanto. Penso alle parole dell’Angelo alla Vergine: “Nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37). Con l’aiuto di Dio la pace è possibile; il disarmo è possibile. Ma Dio vuole la nostra buona volontà».
Venerdì, 9 dicembre 2022