Alleanza Cattolica ha come missione propria quella di contribuire alla realizzazione di «una società a misura d’uomo e secondo il piano di Dio», in linea con la dottrina sociale naturale e cristiana, che è parte integrante del magistero della Chiesa cattolica.
Questa sua vocazione le fa dedicare un’attenzione straordinaria all’analisi della situazione politica nazionale e internazionale, proprio perché è consapevole sia che la «politica è la forma più alta di carità» (1), come ebbe a dire Pio XI (1922-1939) nel 1927 e come hanno ripetuto tutti i Pontefici, da san Paolo VI (1963-1978) a Francesco; sia che «chi sbaglia storia, sbaglia politica» (2), come ricordava sempre ai militanti e agli amici di Alleanza Cattolica il suo fondatore, Giovanni Cantoni (1938-2020).
Questa premessa spiega il senso della pubblicazione su Cristianità del testo dell’intervento del presidente del Consiglio dei Ministri, on. Giorgia Meloni, tenuto il 24 settembre 2024 a New York in occasione della cerimonia del Global Citizens Awards, nel corso della quale l’imprenditore Elon Musk l’ha presentata e le ha consegnato il prestigioso premio conferitole dall’Atlantic Council.
Il discorso, allo stesso tempo denso di contenuti e fluido nella forma, in un inglese di rara efficacia non solo tra i politici, rappresenta una «boccata di ossigeno» per chi come Alleanza Cattolica quotidianamente si impegna a livello prepolitico perché la fede divenga cultura, come insegnano sia lo splendido magistero sul punto di san Giovanni Paolo II (1978-2005), ripreso e rilanciato di recente da Papa Francesco, sia il pensiero conservatore e contro-rivoluzionario.
Giorgia Meloni ha spiegato in pochi minuti e con un quadro lucido l’importanza di tornare alle radici dell’Europa, frutto della «sintesi nata dall’incontro tra la filosofia greca, il diritto romano e l’umanesimo cristiano».
Esattamente quello che Alleanza Cattolica — realtà laicale apartitica, riconosciuta dalla Chiesa come associazione privata di fedeli — con i suoi militanti si sforza di fare nel suo piccolo da oramai quasi sessant’anni in una «epoca nuova», come la definisce Papa Francesco: un’epoca nella quale la dittatura del relativismo restringe gli spazi delle libertà concrete, imponendo la cultura avvelenata del «politicamente corretto» e dell’ideologia nichilistica.
Le parole del presidente del Consiglio in carica — «Per me l’Occidente è più di un luogo fisico. Con la parola Occidente noi non definiamo semplicemente i Paesi che hanno una specifica ubicazione geografica, ma una civiltà costruita nei secoli con il genio e i sacrifici di moltissimi» — emozionano, offrono nuove speranze e accrescono la volontà di andare avanti con determinazione fra quanti combattono la buona battaglia a maggior gloria di Dio, anche sociale.
Siamo consapevoli di quanto il contesto internazionale sia in grado di condizionare l’ambito riservato alla politica nazionale, e proprio per questo pronti ad apprezzare chi, soprattutto se alla guida di uno Stato fra i più importanti dell’Occidente, si richiama a una visione culturale in antitesi rispetto ai gruppi dominanti. E ciò, lungi dall’alimentare umane e perciò fallibili illusioni, vale a stimolare l’impegno di chi cerca di mettere in pratica l’antica saggezza popolare, sempre cara a Giovanni Cantoni, che invita ad aiutarsi se si vuole l’aiuto di Dio.
Note:
1) Pio XI, Discorso ai dirigenti della Federazione Universitaria Cattolica, 18-12-1927.
2) Giovanni Cantoni, «Per una Slovachia cristiana nell’Europa cristiana nel terzo millennio», in Cristianità, anno XXV, n. 271-272, novembre-dicembre 1997, pp. 17-18 (p. 18).