Il monastero benedettino di S. Scolastica a Subiaco, dove nel 1465 iniziò la sua attività la prima tipografia italiana
di Michele Brambilla
Fondato dalla stessa sorella gemella di san Benedetto (480-547), santa Scolastica da Norcia (anche lei 480-547; festeggiata proprio oggi, 10 febbraio), il monastero di S. Scolastica a Subiaco prese l’attuale denominazione nel Trecento, ma risale ai primi insediamenti benedettini nella valle (VI sec.). Fu più volte trasformato nel corso dei secoli, ma riveste una particolare importanza storica per il fatto che fu proprio tra quelle mura che, nel 1465, due preti-tipografi tedeschi impiantarono il primo torchio della storia italiana, cominciando subito a stampare libri. La tipografia arricchì di incunaboli (così si chiamano i primi libri a stampa, e a Subiaco sono 213) la già cospicua biblioteca locale, dotata oggi di 100.000 volumi, 3780 pergamene, 15.000 documenti cartacei di epoca moderna e 440 codici manoscritti. Dal 1996 conserva anche l’archivio della nobile famiglia romana dei Colonna.
La biblioteca non è il solo spazio di rilievo nell’edificio monastico. Di notevole importanza anche la chiesa abbaziale, che oggi vediamo nella sua veste neoclassica del 1769, tra le prime opere dell’architetto Giacomo Quarenghi (1744-1817), destinato poi a rinnovare il volto dell’allora capitale della Russia, San Pietroburgo. L’interno della basilica, nitido nelle sue volumetrie, culmina nelle rosseggianti colonne marmoree che sorreggono il catino absidale e permettono di intravedere il coro. Il primo oratorio fu costruito dallo stesso san Benedetto: seguì una chiesa più ampia nel IX secolo. La pianta della basilica attuale, però, ricalca grossomodo quella edificata a partire dal 980, a cui appartengono gli affreschi trecenteschi sulla vita di san Benedetto, il grande campanile e il nartece romanici. Altri affreschi risalirebbero al IX-X secolo.
Il monastero di S. Scolastica è caratterizzato da tre chiostri con stili differenti. Nel 1210 fu realizzato il chiostro dei Cosmati, chiamato così perché le belle arcate tardo-romaniche sono state ornate dall’omonima famiglia di mosaicisti di Roma. Bellissimi anche i capitelli scolpiti. Tra il 1577 e il 1581 fu sopraelevato: in origine il loggiato era percorribile interamente, ma il lato nord fu poi riservato ai novizi nel 1700. In quel punto sono visibili magnifici affreschi medievali su volte a crociera gotiche.
Il nome di “chiostro gotico” spetta, però, ad un altro, completato nel Trecento e sorto sotto il campanile. Molto più severo del Chiostro dei Cosmati, ha archi a sesto acuto, tra i quali uno in stile gotico “fiammeggiante”, tipico della Francia quattrocentesca. Vi si vedono anche alcuni capitelli corinzi romani provenienti da scavi archeologici.
L’acquisizione più recente è il chiostro rinascimentale (1580), che potremmo in realtà chiamare barocco, dato che il cantiere culminò nel 1689. Grigio-bianco, fu colpito da un bombardamento il 23 maggio 1944. Centrale una statua moderna, in bronzo, di santa Scolastica, mentre sulle pareti si scorgono i ritratti dei Papi che hanno visitato il monastero, da Gregorio IX (1227-41) a san Giovanni Paolo II (1978-2005). Corrisponde anche alla parte tutt’ora abitata dai monaci benedettini.
Sabato, 10 febbraio 2024