Riflettori sulla persecuzione religiosa, soluzioni abitative comuniste, nuovi fronti di guerra in Ucraina
di Luca Bucca
– Il tema della libertà religiosa e della persecuzione contro i cristiani andrebbe inserito in tutte le agende politiche internazionali. Purtroppo così non è. Per questo sono sempre opportune iniziative come la Red Week, che si tiene per il decimo anno consecutivo in varie città del mondo dal 17 al 24 novembre, con varie iniziative di approfondimento e riflessione, illuminando di rosso alcuni monumenti. In questa settimana viene anche presentato il documento pubblicato a ottobre Perseguitati più che mai – Rapporto sui cristiani oppressi per la loro fede 2022-24, riferito al periodo tra l’estate 2022 e l’estate 2024. In particolare sono stati analizzati 18 Paesi, tra i quali Cina, India e Nigeria. Un approfondimento importante è stato dedicato alla persecuzione in Nicaragua, fattasi più violenta negli ultimi anni. Infine, si è sottolineato come la situazione più grave, per mano dei fondamentalisti islamici, non sia più in Medio Oriente, ma in Africa.
– Per fare fronte alle esigenze abitative emergenti in Unione Sovietica dopo la Rivoluzione di Ottobre (1917), Lenin predispose un piano di confisca di immobili privati, convertendoli in spazi abitativi comuni, i cosiddetti kommunalka. Si trattava di una soluzione presentata come temporanea, ma finì per diventare permanente, almeno fino all’edificazione, negli anni Sessanta, durante il governo di Nikita Chruščëv, di altri edifici prefabbricati economici, detti chruščëvka. Oggi a Mariupol, come recentemente denunciato dai proprietari ucraini, sta accadendo ancora qualcosa di simile. I russi stanno costruendo nuovi condomini al posto delle case bombardate, vendendo gli appartamenti sotto ipoteca, di fatto utilizzando un metodo di confisca e ri-assegnazione non troppo differente da quello socialcomunista attuato ai tempi dell’URSS.
– Dopo i primi mesi di guerra in Ucraina, l’attenzione sull’area sud-occidentale è man mano diminuita. Adesso vari analisti stanno nuovamente ponendola sotto i riflettori, in quanto si teme che la Russia possa tentare l’invasione di territori moldavi e della città di Odessa per garantirsi una continuità territoriale attraverso la Transnistria, aprendo di fatto un nuovo fronte di guerra. Al momento non è facile capire se la Russia sia in condizione di attuare tale piano, ma certamente si tratta di una eventualità da non sottovalutare, perché porterebbe la guerra sempre più pericolosamente vicino al cuore dell’Europa. Ed è di vitale importanza chiedersi se l’Europa sia pronta.
Mercoledì, 20 novembre 2024