Il festival e l’ideologia, il pericolo della clemenza verso i violenti, la protesta degli agricoltori
di Luca Bucca
– Questa è la settimana del Festival di Sanremo, evento canoro che negli ultimi anni, più che in passato, si è connotato per prese di posizione spesso ideologiche, che hanno relegato in secondo piano la manifestazione musicale in sé. Si potrebbe discutere tanto se ciò sia avvenuto per una precisa volontà di diffondere determinate idee, o come riflesso e amplificazione di tendenze già presenti nella società. Probabilmente entrambe le cose. In ogni caso sarebbe auspicabile un festival con più musica, possibilmente buona, e meno propaganda.
– Ilaria Salis è una cittadina italiana imputata davanti al tribunale di uno Stato estero. Per quanto ne sappiamo, potrebbe anche essere innocente, e in ogni caso va trattata, come tutti, rispettandone la dignità. Quello che rileva di questa storia è però altro, e cioè che esiste in Europa un’organizzazione – l’Hammerbande – dedita a spedizioni punitive contro persone con idee diverse da quelle dei “punitori”. La notizia in Italia, da questo punto di vista, è stata trattata da certi ambienti politici e massmediatici con clemenza, essendo gli aggressori di estrema sinistra e le vittime di estrema destra. Si tratta di un cliché già visto in passato, quando per troppo tempo l’atteggiamento verso le Brigate Rosse e altri gruppi eversivi di sinistra fu quello di trattarli come “compagni che sbagliano”, accettando più o meno apertamente lo slogan in voga negli anni di piombo che recitava “uccidere un fascista non è reato”. Anche questa clemenza permise a questi gruppi terroristici di crescere e fare proseliti, e morti. Qualcuno evidentemente non ha imparato la lezione, ma errare è umano, perseverare è diabolico.
– «La terra non tradisce, sono gli uomini che hanno tradito la terra», così fa dire Giovanni Guareschi al Cristo Crocifisso ne La dote di Clementina, uno dei racconti di Don Camillo. Una frase che ritorna in mente in questi giorni, che hanno visto il montare della protesta degli agricoltori in Europa e in Italia, contro le politiche agricole dell’Unione Europea. Il problema non è principalmente economico, politico o legislativo: certamente non lo è, come potrebbe superficialmente apparire, in prima istanza. Il problema è, come spesso accade per molte questioni sociali, principalmente pre-politico e morale. In tal senso sarebbe utile per tutti, per i manifestanti e per chi dovrebbe accogliere le loro istanze, un sano ritorno al reale. Si consiglia a tal proposito la lettura proprio di Ritorno al reale, libro di Gustave Thibon, il filosofo, guarda caso, contadino.
Mercoledì, 7 febbraio 2024