Da Avvenire del 23/04/2021
La giornalista di Hong Kong, Choy Yuk-ling, nota anche come Bao Choy, è stata giudicata colpevole di avere dichiarato il falso per ottenere informazioni per un’indagine su un attacco a manifestanti pro-democrazia, facendo accesso a un database con l’obiettivo di rintracciare la targa di un veicolo. Si tratta dell’ultimo colpo alla libertà di stampa nella ex colonia britannica mentre le autorità continuano la repressione del dissenso. La giornalista, che stava lavorando al documentario “7.21 Who Owns the Truth”, per l’emittente Rthk, è stata condannata per due capi d’accusa per false dichiarazioni e multata per 6mila dollari di Hong Kong (775dollari). La reporter stava infatti tentando di rintracciare gli autori di un violento attacco da parte di un gruppo di uomini vestiti di bianco contro i manifestanti in una stazione della metropolitana nel 2019. «Oggi è una giornata molto buia per tutti i giornalisti di Hong Kong – ha detto Choy dopo il verdetto –. Non è solo un verdetto o una sentenza su di me personalmente, ma una sentenza sul giornalismo a Hong Kong e una sentenza su tutti i giornalisti di Hong Kong». La giornalista ha spiegato che «la sentenza del tribunale è molto dura e hanno interpretato la ricerca di dati pubblici nella prospettiva più ristretta che ha limitato il libero flusso di informazioni a Hong Kong». Alcune persone hanno espresso solidarietà alla reporter intonando slogan come “Il giornalismo non è un crimine”. I gruppi di media temono che la nuova legge sulla sicurezza di Hong Kong possa essere utilizzata contro i giornalisti su questioni considerate legate alla sicurezza nazionale.