L’esame accurato — promosso dal CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni, a Foggia, il 14 dicembre 1991 — di una credenza di straordinaria rilevanza in quanto la sua diffusione costituisce testimonianza inconfutabile e inquietante dell’influenza strisciante della nuova religiosità in un paese, l’Italia, dove pure le nuove religioni in genere — fatta eccezione per i testimoni di Geova — hanno scarso spessore sociologico.
Il 14 dicembre 1991, a Foggia, nell’Auditorium della Biblioteca Provinciale, si è tenuto un convegno di studio sul tema Reincarnazione e nuove religioni, organizzato dal CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni, con il patrocinio del Comune della città pugliese.
Il convegno è stato aperto da S. E. mons. Giuseppe Casale, arcivescovo di Foggia-Bovino e presidente del CESNUR, il quale ha ricordato che la reincarnazione — una credenza condivisa già nel 1981, secondo un’indagine sociologica giudicata molto attendibile, dal 21% degli italiani — mostra nel modo più evidente come nel nostro paese, se gli aderenti ai nuovi movimenti religiosi sono forse meno numerosi che altrove, le persone influenzate dalla nuova religiosità sono moltissime. Ha quindi preso la parola il dottor Massimo Introvigne, di Alleanza Cattolica, direttore del CESNUR, che — svolgendo la relazione Reincarnazione e nuova religiosità — ha tracciato una storia della “via occidentale” alla reincarnazione, credenza diversa e in parte autonoma rispetto a quelle orientali, che vive ai margini della cultura europea nelle sette gnostiche ed esoteriche fino alla fine del Settecento, quando comincia a influenzare cerchie molto più vaste. Il relatore ha identificato nel rifiuto del cristianesimo da parte del continuum fra “illuminati” occultisti e “illuministi” razionalisti — spesso, peraltro, le stesse persone — che prepara la Rivoluzione francese, la matrice del modello occidentale della credenza reincarnazionistica, che si frammenta in diversi rivoli nell’Ottocento e si ripresenta in modo unitario, raggiungendo un successo senza precedenti, a partire circa dal 1950, prima con il movimento del potenziale umano e poi con il New Age. Padre Gaetano Favaro, del PIME, il Pontificio Istituto Missioni Estere, di Milano, ha quindi trattato con rara competenza l’argomento della reincarnazione — meglio, delle “rinascite”, giacché il termine “reincarnazione” è di origine occidentale — nell’induismo e nel buddhismo, sottolineando a sua volta che si tratta di modelli diversi da quelli che hanno corso oggi in Occidente.
Nella seconda sessione, don Ernesto Zucchini, vicepresidente del GRIS, il Gruppo di Ricerca e Informazione sulle Sette, ha trattato il tema Annunciando la reincarnazione, mettendo in luce gli schemi e gli argomenti con cui due movimenti neo-orientali, gli Hare Krishna e Sukyo Mahikari, svolgono opera di propaganda e di formazione in Italia a favore della reincarnazione, proponendo anche un paragone con Vita Universale, una setta reincarnazionista di origine cristiana. Quindi il professor Corrado Gnerre, di Alleanza Cattolica, ha svolto la relazione Reincarnazione e Meridione. La reincarnazione nella tradizione magica dell’Italia Meridionale, mostrando la presenza nello stile di pensiero magico dell’Italia Meridionale di un “filo rosso” reincarnazionista, che va da Pitagora a Giordano Bruno e fino a esoteristi del secolo XX, come Giuliano Kremmerz. Il dottor Ermanno Pavesi, di Alleanza Cattolica, viceprimario della Clinica Psichiatrica dell’università di Zurigo, ha esaminato la letteratura scientifica in tema di “ricordi di vite passate”, mostrando come la spiegazione reincarnazionistica di questi ricordi non è convincente, convive con altre e si basa più su preconcetti ideologici tipici di alcune scuole psicanalitiche contemporanee che su dati empirici. Nell’ultima relazione don Pietro Cantoni, docente presso lo Studio Teologico Interdiocesano di Camaiore, ha presentato Una critica teologica della reincarnazione, smentendo il luogo comune secondo cui nel Magistero della Chiesa mancherebbero condanne della reincarnazione e mostrando come in ogni caso questa dottrina, in qualunque versione, è assolutamente incompatibile con i punti essenziali della fede cristiana. Don Pietro Cantoni ha anche esaminato, uno per uno, i brani della Scrittura e i passi di alcuni Padri della Chiesa che talora si invocano a sostegno della tesi secondo cui i cristiani antichi avrebbero creduto nella reincarnazione, mostrando come — se è possibile ritrovare non certo nella Scrittura, ma in qualche scrittore ecclesiastico brani isolati di una certa ambiguità —, la Chiesa primitiva ha al contrario sempre reagito con grande fermezza contro qualunque deviazione reincarnazionista.
Concludendo il convegno, S. E. mons. Giuseppe Casale ha presentato — insieme al segretario amministrativo del CESNUR, don Gianni Sangiorgio — i risultati parziali di un sondaggio svolto fra duemila alunni delle scuole medie superiori pubbliche di Foggia. La grande maggioranza si è rivelata in grado di spiegare con una certa esattezza che cos’è la reincarnazione, e il 33% afferma di credere a essa: come ha rilevato il presule, si tratta di una cifra particolarmente allarmante, ma del resto confermata da numerosi altri sondaggi locali effettuati negli ultimi anni; e su questi fronti — ha concluso — si giocherà, nei prossimi anni, una parte importante della sfida della nuova evangelizzazione, dal momento che le idee appaiono poco chiare — come spesso si dice — non solo in campo morale, ma anche a proposito del destino dell’uomo e dell’escatologia. Di quest’ultimo fenomeno — di cui la straordinaria diffusione della credenza nella reincarnazione è un segnale oltremodo significativo — non si è sempre pienamente consapevoli: non giovano certamente a fare chiarezza, e possono anzi costituire grave elemento di ulteriori confusioni le ambiguità sul punto professate da un nuovo “progressismo” teologico che, passato di moda Karl Marx, si appresta a “cristianizzare” pensatori come Carl Gustav Jung.