Nella settimana fra il 20 e il 27 agosto 1992, militanti di Alleanza Cattolica in Sicilia hanno promosso un viaggio in Albania, con la partecipazione di militanti dell’associazione di altre regioni e di amici di Cristianità.
Obiettivi: conoscere e comprendere meglio la situazione, per quindi svolgere in Italia opera d’informazione e di sensibilizzazione e orientare nel modo più opportuno successivi aiuti; promuovere il gemellaggio di una parrocchia albanese con quella retta dai padri mercedari a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, rappresentati da padre Pasquale Borontini; distribuire testi religiosi in lingua albanese stampati dall’editrice Velar di Bergamo, e offerti da don Lush Gjergji, fondatore dell’Associazione Umanitaria Madre Teresa; distribuire una somma di denaro raccolta grazie alla sensibilizzazione sulla situazione albanese svolta da Radio Amore, in Caltanissetta.
Di grande aiuto, per un accostamento all’Albania non superficiale, sono state la presenza, fra i membri della “missione”, dell’avvocato Gianpaolo Sabbatini — coautore con Zef Margjinaj del Piccolo compendio della grande storia dell’Albania, edito nel 1990 da Krinon, a Caltanissetta, con una prefazione di Mauro Ronco —, proposto dall’attuale governo albanese come console onorario presso la Repubblica Italiana, e la guida di Riko Pilika, albanese, già collaboratore clandestino degli Albanians for Human Rights e oggi consulente del ministero del Lavoro della Repubblica d’Albania.
I membri della missione di Alleanza Cattolica hanno incontrato esponenti del clero cattolico e delle comunità cristiane, del mondo economico, sociale e politico di tutto il paese, avendo così occasione di conoscerne direttamente la cronaca e le necessità.
La situazione in cui si imbatte chi visita l’Albania è veramente drammatica, e la ricostruzione è necessaria proprio in tutti i campi: economico, politico, sanitario, culturale e religioso.
L’economia di mercato sta muovendo i primi passi, ma dopo quarant’anni di capitalismo di Stato molti non sanno neppur più che cosa significhi libertà d’iniziativa economica. Tutti gli albanesi, poi, necessitano di una profonda educazione civica: allo scopo urge un’opera di formazione politica sulla base della dottrina sociale naturale e cristiana, nella prospettiva della preparazione di una classe dirigente cattolica. La situazione della sanità è drammatica: gli ospedali sono fatiscenti, attrezzature e medicine mancano o sono scarsissime. Anche a livello culturale l’isolazionismo del paese ha abbassato notevolmente la qualità dell’istruzione in molti campi.
A livello religioso vi è estremo bisogno di una nuova e profonda evangelizzazione, e anche di strumenti e di sussidi per la catechesi. La maggior parte delle chiese dei piccoli centri è stata abbattuta dal regime socialcomunista, mentre quelle delle grandi città sono state adibite a cinema o a palestre, e la persecuzione non solo del clero ma di tutti i fedeli è stata spietata, eppure — nonostante ciò — le comunità cristiane sono ovunque — a Scutari come a Elbasan, a Durazzo come a Tirana — piene di fede e di voglia di ricostruire quanto è stato distrutto, nella materia così come nello spirito.
Molto significative le parole di S. E. mons. Ivan Dias, vescovo titolare di Rusubisir e nunzio apostolico, che ha ricevuto la missione nella villetta della nunziatura, a Tirana: “Aiutateci ad aiutarci!”, “gli albanesi hanno bisogno di esser messi nelle condizioni di ricostruire il proprio paese, hanno bisogno di fiducia in se stessi, di stimoli e, ovviamente, anche di aiuto materiale per intraprendere questo duro ed entusiasmante lavoro”.
Un altro momento importante del viaggio è stato l’incontro con madre Teresa di Calcutta: le parole della suora, che invitava a pregare e a vivere autenticamente il comandamento della carità, sono suonate come una luminosa speranza per un paese che ha vissuto troppo tempo in un buio innaturale, e hanno confortato in una certezza che è maturata giorno dopo giorno: gli albanesi hanno ancora da scrivere belle pagine di storia cristiana!