• Passa al contenuto principale
  • Skip to secondary menu
  • Passa al piè di pagina
Alleanza Cattolica

Alleanza Cattolica

Cristianità

  • Cristianità
    • La rivista Cristianità – indici
    • Abbonarsi
    • Quaderni di Cristianità
    • Edizioni Cristianità
  • Temi
    • Famiglia
      • Educazione
      • Matrimonio
      • Family day
    • Aborto
    • Divorzio
    • Droga
    • Fine vita
      • Omosessualità
    • Unioni civili
    • Dizionario del Pensiero Forte
    • Affidamento a Maria
      • Appello ai Vescovi e ai Sindaci d’Italia
      • L’affidamento alla Madonna dei Vescovi
      • Affidamento alla Madonna da parte dei sindaci
  • Rubriche
    • Voce del Magistero
      • Angelus
      • Udienze
      • Regina coeli
      • Discorsi
      • Magistero episcopale
    • Lo scaffale
    • Via Pulchritudinis
      • Arte
      • Architettura
      • Cinema
      • Costume
      • Iconografia
      • Letteratura
      • Musica
      • Teatro
    • Nel mondo…
      • Italia
        • Elezioni 2022
      • Africa
      • Centro america
      • Europa
      • Medio Oriente
      • Mediterraneo
      • Nord America
      • Sud America
      • Sud-est Asiatico
    • Economia
    • Interviste
    • Comunicati
    • English version
    • Versión en Español
  • Spiritualità
    • Il pensiero del giorno
    • Cammei di Santità
    • Esercizi di Sant’Ignazio
    • Le preghiere della tradizione
    • Sante Messe del mese
      • Ora di adorazione
  • Lettere agli amici
  • Eventi
  • Audio e Video
    • Video
      • Riflessioni di Marco Invernizzi
      • Storia della Chiesa
      • Geopolitica
      • Islam: ieri e oggi
      • Video interviste
      • Convegni
      • Conferenze
    • Scuole estive
    • Audio
    • Radio Maria
Ti trovi qui: Home / Dalla stampa / “Sull’Accordo sino-vaticano è urgente il dialogo fra i due cardinali”

“Sull’Accordo sino-vaticano è urgente il dialogo fra i due cardinali”

5 Marzo 2020 - Autore: Alleanza Cattolica

Da Asianews del 03/03/2020. Foto da articolo

Scrivo queste parole con dolore nel vedere due cardinali che ho l’onore di conoscere, due testimoni della fede e collaboratori del pontefice nella missione della Chiesa, dover dibattere in pubblico senza forse aver parlato direttamente fra loro (v. lettere del card. Re e del card.  Zen). Mi dà l’impressione che in Vaticano, come nel mondo, si preferisca affermare la propria verità o meglio il proprio punto di vista, senza cercare l’ascolto dell’altro, facendo la fatica di giungere a una sintesi.

Il card. Zen mi ha detto che nelle sue venute a Roma si è trovato spesso davanti a un muro di silenzio.

Proprio durante il pontificato di Francesco, il quale sottolinea molte volte che “il tutto è superiore alla parte” (E.G., nn. 234-237), accade che nella Chiesa si siano costituiti due fronti contrapposti e impermeabili: tradizionali e liberali; pro-Cina e anti-Cina; pro-Accordo e anti-Accordo; … Tutto poi viene assimilato a due partiti fondamentali: pro-Bergoglio e anti-Bergoglio, per cui una minima perplessità su un fatto o sulla vita della Chiesa viene subito ingabbiata a priori: è pro o contro Bergoglio?

Anche la lettera del card. Re rischia questo schema quando afferma che le “affermazioni molto pesanti” del card. Zen “contestano la stessa guida pastorale del Santo Padre”. Eppure, anche il card. Re riconosce che in Cina “sul piano dottrinale” e “su quello pratico… permangono tensioni e situazioni dolorose”, che il vescovo emerito di Hong Kong mette in luce.

Il punto mi sembra che occorra far dialogare e trovare una sintesi fra la posizione del card. Re, secondo cui l’Accordo sino-vaticano è positivo e “al momento attuale, è parso l ‘unico possibile”, e quella del card. Zen, che è vicino “a tutti i fratelli desolati” che subiscono ogni giorno pressioni, violazioni, cacciate, soffocamenti e distruzioni. Essi comprendono i fedeli delle comunità non ufficiali, ma anche molti sacerdoti e vescovi della Chiesa ufficiale che non vedono alcun miglioramento di libertà religiosa dopo l’Accordo.

È tempo che i due partiti pro-Accordo e contro l’Accordo si parlino e trovino una posizione comune, anche in vista della scadenza del 21 settembre 2020, quando tale accordo scadrà. Se occorre rinnovarlo, bisogna che sia fortemente migliorato, correggendo alcune sfasature presenti in quello già firmato nel 2018.

 1. Come ho già detto altre volte, l’Accordo – che prevede “l’ultima parola” del papa sulle nomine dei nuovi vescovi – ha un aspetto positivo perché aggancia in qualche modo le nomine dei prelati cinesi al pontefice. E questo è un dato nuovo che non appariva dai tempi di Mao. Ma rimane il dubbio che questo aggancio sia solo una “benedizione” dall’esterno perché non è chiaro se il papa ha diritto di veto e se tale diritto è permanente o temporaneo.

Vale la pena spiegare anche come mai dopo l’Accordo non vi è stata alcuna ordinazione episcopale in Cina. Le due ordinazioni che sono avvenute nel 2019 erano in realtà già state decise molto tempo prima e non possiamo mentire – come ha fatto la stampa cosiddetta “pro-Bergoglio” – dicendo che esse “sono frutto dell’accordo”. Da questo punto di vista, bisogna dire che l’Accordo, anche se ha un aspetto positivo, non è mai stato messo in pratica.

2. Lo sdoganamento per l’appartenenza a una “Chiesa indipendente”, come suggerito dagli “Orientamenti pastorali…” ha bisogno di puntualizzazioni. Se infatti per il Vaticano è chiaro che si parla solo di “indipendenza” di tipo politico, l’ambiguità sta nel Partito che continua a esigere indipendenza “tout court”, senza distinzioni. Tant’è vero che nell’adesione alla “Chiesa indipendente” si esige che vescovi e preti non devono “contattare le potenze straniere, non accogliere gli stranieri, non accettare nessun delega dalle comunità o istituzioni religiose straniere”. In più, nel “pacchetto” della “Chiesa indipendente” è compreso il negare “la formazione religiosa ai minorenni” e non compiere alcuna azione religiosa al di fuori dei confini del luogo registrato (niente estreme unzioni negli ospedali, né preghiere o benedizioni in casa, …). Che vescovi e sacerdoti accettino queste cose con ovvietà è preoccupante.

3. E’ evidente che la situazione della Chiesa in Cina dopo l’Accordo è peggiorata: chiese chiuse o distrutte; croci divelte dai campanili o dalle mura delle chiese; cupole rase al suolo; antiche statue di santuari sequestrate; segni religiosi in casa o all’esterno cancellati; sacerdoti cacciati via dal loro ministero. È possibile che la Chiesa cattolica e il Vaticano rimangano in silenzio mentre tanti fratelli e sorelle subiscono tali violenze? La denuncia è spesso l’unico modo per salvare questi nostri fratelli e sorelle.

Una volta ho chiesto a un membro del Partito comunista cinese come mai impiegavano tante risorse per controllare uno sparuto gruppo di cattolici in Cina (meno dell’1% della popolazione). Mi ha risposto: “Abbiamo paura della vostra unità”. Nella misura in cui taciamo, ci dividiamo e ci opponiamo, facciamo il gioco del “divide et impera” del Partito.

Bernardo Cervellera

Condividi:

  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)

Correlati

Archiviato in:Dalla stampa

Footer

Alleanza Cattolica

Viale Parioli 40, 00197 Roma
tel. +39 349 50.07.708
IBAN: IT59N0623012604000030223995
info@alleanzacattolica.org

Cristianità

c.p. 185 – 29100 Piacenza
tel. +39 349 50.07.708
C.F. 00255140337

Chi siamo

  • Presentazione
  • Statuto
  • Riconoscimento ecclesiale
  • Decreto Indulgenza
  • Inter nos
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • Twitter
  • Youtube

Iscriviti alle Newsletter

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Copyright © 2023 Alleanza Cattolica · Accedi