Da “La bianca torre di Echtelion” del 26 marzo 2017. Foto da Telemundo 47
Da oggi, per effetto di una legge approvata lunedì 20 marzo, in Texas «i medici avranno il diritto di mentire alle future mamme, se così possono salvare i feti dall’aborto». Lo scrive Federico Rampini su la Repubblica, ma non è vero. Lo ripetono in tanti, L’Huffington Post, il Giornale, il Post, il Messaggero, sprecando pure formule come «estremismo» e «leggi choc», ma continua a essere falso. Tra l’altro è curioso che quel che scrive un giornalista esperto di Stati Uniti inviato negli Stati Uniti come Rampini de la Repubblica sia identico a quello che scrive l’agenzia Adnkronos: «I medici texani potranno mentire alle future mamme per impedire l’aborto». Verrebbe da pensare che è inutile inviare un giornalista negli Stati Uniti se lo stesso mestiere lo si può fare tranquillamente qui. Oppure è l’Adnkronos che si è ispirata a Rampini, dato che il suo lancio è datato giovedì 23 mentre la corrispondenza dell’inviato de la Repubblica reca la data del giorno prima. O forse è tutte effetto di Newsweek, citato espressamente dall’Adnkronos e disponibile anche nelle edicole degli Stati Uniti dove si trova Rampini, il quale, il 22, titolava con le medesime parole di Rampini e Adnkronos: «Una legge del Texas proteggerà i dottori che non riveleranno le anomalie fetali». Attendendo di scoprire se sia nato prima l’uovo o la gallina, è altrettanto curioso che Rampini dipinga a toni oscuri il Texas come «una roccaforte della destra religiosa» e l’Adnkronos invece pure: «roccaforte della destra religiosa». Ma lasciamo questo bel mondo velato di veline al suo destino e torniamo al punto: la bugia.
La legge approvata lunedì, la TX SB 25 non dice affatto ciò che Rampini, l’Adnkronos, Newsweek e il resto del mondo illuminato dice che essa direbbe. Dice il contrario: la legge «non può essere interpretata per cancellare alcuno dei doveri di un medico o di un qualsiasi altro operatore sanitario previsti in una delle altre leggi vigenti». Visto che le altre leggi vigenti stabiliscono il dovere del medico d’informare le madri in attesa sulla salute del figlio in grembo, comprese quelle che per la cultura abortista prevedono l’aborto, la TX SB 25 né incita, né istiga, né tantomeno obbliga i medici a mentire per esorcizzare l’eventualità di un aborto. La libertà è sacra e la responsabilità sempre personale. Il solo pensare che una legge possa perdonare la menzogna dei medici o che i medici possano adoperare la menzogna come mezzo per giustificare il proprio fine è cosa indegna, e scriverlo pure peggio. È la Sezione 1 della TX SB 25 a dirlo, al punto (b). Proprio perché al punto (a) essa stabilisce (eccolo qui il nocciolo, quello che ha fatto inopinatamente gridare i giornaloni allo scandalo) che «nessuno potrà fare causa, né potrà chiedere risarcimento, affermando che se non fosse stato per l’azione o l’omissione di altri a una persona non sarebbe stato permesso di nascere venendo invece abortita». La TX SB 25 serve cioè per tutelare il personale medico e sanitario dalle cause proditorie intentante da chi, madri e non solo, a fronte di un errore di diagnosi o di altro imprevedibile accadimento, li potrebbe accusare di non avere prescritto l’aborto di un bimbo nato non sano.
Dove, nella legge, sta scritto quel che a essa attribuisce Rampini, cioè la garanzia ai medici di «[…] un’ampia discrezionalità nel nascondere a una donna incinta che il feto ha gravi malformazioni o malattie genetiche, qualora gli stessi medici sospettino che la donna possa optare per un aborto»? Dove sta scritto che la legge «[…] permette ai medici “un atto di omissione”, ovvero la possibilità di nascondere a una donna incinta che il feto ha gravi malformazioni o malattie genetiche qualora sospettino che la donna possa optare per un aborto» come identicamente afferma Adnkronos? Dove sono le parole che Flavio Pompetti riferisce su Il Messaggero, «[…] una legge che solleva il medico curante da ogni responsabilità legale quando mente alla sua paziente, e omette di comunicarle che il feto presenta delle malformazioni»? Solo nella mente di Blake Rocap, consulente dell’associazione abortista NARAL Pro-Choice Texas, citato da Newsweek, il quale, durante una testimonianza al Congresso texano di Austin, ha avuto occasione di dire: «La linea politica dello Stato del Texas non dovrebbe essere quella di scusare i dottori perché mentono ai propri pazienti».
La TX SB 25 è stata approvata con 21 voti contro 9. Rampini e l’Adnkronos scrivono erroneamente 25 a 9, e lo stesso fa il Post che pure riproduce le medesime foto di Newsweek anche se Newsweek i numeri della votazione non li dà. Adesso è al vaglio della Camera dei deputati del Texas, con la sigla TX HB 434.
Lunedì è stata varata però anche una seconda legge, la TX SB 415, pure passata 21 a 9, che abolisce l’aborto per dilatazione e aspirazione (comune negli aborti praticati durante il secondo trimestre di vita del bambino), un metodo definito sicurissimo per la madre ma in cui si usano «[…] strumenti chirurgici per afferrare e rimuovere pezzi di tessuto mentre il bambino è ancora vivo». Alla Camera è in discussione con la sigla TX HB 844.
Prima ancora, mercoledì 15 il Senato texano aveva approvato 24 a 6 una terza legge antiabortista, la TX SB 8, ora alla Camera come TX HB 200. Chiamata “Pre-Born Protection and Dignity Act”, cioè “Legge per la protezione e per la dignità dei non ancora nati”, mette al bando ogni traffico di materiale organico prelevato da feti abortiti concedendo che solo le istituzioni autorizzate e le università accreditate, e non più gli abortifici tipo Planned Parenthood (gravemente implicata proprio nel traffico di resti fetali), possano riceverne per ricerche approvate.
Con il supporto del governatore cattolico, Gregory Abbott, un irriducibile Repubblicano pro-lifer, il Texas è oggi il campo di battaglia dove la cultura della vita riporta vittorie importanti. Alla faccia della disinformazione profusa dai nostri media.
Marco Respinti