Da La bianca Torre di Ecthelion del 25/05/2018. Foto da articolo
Inusuale. Donald J. Trump è decisamente un presidente degli Stati Uniti fuori dagli schemi. Certa gente non se ne capacita. Pensa che di Trump ce ne siano due o più. Lo definisce “strano”. Alcuni, moralisti, se ne scandalizzano. Ma come fa, dicono menando il ditino con fare da suffragetta, a sguazzare nel guano come sguazza per poi dire le cose che dice? Mistero uomo. Ma non c’è bisogno di scomodare sempre la Provvidenza (la quale comunque c’entra sempre, anche perché non chiede a noi il permesso di farlo) per prendere atto di un fatto, anzi due, persino tre.
Trump è quello che è, ma è pure, per alcuni aspetti, cambiato. Decisamente è un uomo che – sempre magari solo per alcuni aspetti – è stato “aggredito dalla realtà”. Sull’aborto, per esempio, la pensavo ambigua più che male, ma a un certo punto ha messo la testa a posto. Il fatto – il primo – a cui ci si deve giocoforza inchinare è che da quel momento si è messo anima e corpo a servizio della vita, e magari persino di qualcosa di ancora più grande. Il secondo fatto è che Trump è chiacchieratissimo per la propria vita coniugale diciamo allegra. Detto che, se è vero, allora la First Lady, Melania, è un’autentica regina di contegno, decoro ed etichetta, dunque di sostanza, di Trump sono famosi i fuori onda pecorecci e adesso persino le presunte avventure con pornoattrici. Fa niente. Come “fa niente”?, dirà il lettore scandalizzato. Fa niente sì perché tutto questo, vere o presunte che siano le accuse, non distingue affatto Trump dalla media dell’umanità in cui viviamo, che con le pornoattrici, le amanti o le prostitute (e pure i prostituti) ci va esattamente come Trump (e che se non ne ha avuto modo, lo vorrebbe tanto). Ciò che distingue Trump è che Trump si schiera apertamente dalla parte del primo eppure più odiosamente calpestato dei princìpi non negoziabili, la difesa della vita umana nascente, come invece non fanno tutti gli altri che con le pornoattrici, le amanti o le prostitute (e pure i prostituti) ci vanno (e che se non ne hanno avuto modo, lo vorrebbe tanto). Non solo. Terzo fatto, Trump si schiera per la vita e pure fa quanto è in suo potere fare per difenderla concretamente. Un giorno ci verrà chiesto conto di quanto abbiamo fatto con i nostri talenti. Ebbene, l’uomo più potente del mondo sta usando il suo enorme potere per tutelare la vita scempiata.
Questo e non altro il presidente Trump è andato a dire, giovedì 22 maggio all’11° gala annuale “Campagna per la vita” della Susan B. Anthony List. Non è usuale, non è “normale” che un presidente in carica parli al raduno di uno dei più forti gruppi antiabortisti del mondo. Ma non viviamo tempi normali e quindi non servono uomini normali. Servono, a quanto pare, gl’irregolari. O forse no, questa è la normalità, e allora vuol dire che gl’irregolari servono sempre.
L’altra sera Trump ha snocciolato tutti gl’impegni per la vita che la sua Amministrazione ha messo in campo. Sul sito della SBA List sono elencati anche perché la stessa SBA List ne è parte in causa, essendo il suo presidente, Marjorie Jones Dannenfelser, nel comitato d’indirizzo della Casa Bianca. L’ultimo in ordine di tempo è la decisione di mettere i bastoni legali fra le ruote del finanziamento pubblico della Planned Parenthood, il più grande abortificio del mondo. Dietro questa decisione ci stanno ultimamente sempre la SBA List, attraverso una sua “controllata”, il Charlotte Lozier Institute, e Kellyanne Conway, Consigliere del presidente. Trump la saluta dal podio, la ringrazia, la definisce «[…] una vera combattente per la fede e per la famiglia», esclamando: «Che lavoro che svolge!», «Che aiuto!». Della propria Amministrazione è orgoglioso, soprattutto della sue caratteristiche. Lo dice rivendicando una verità storica: per la prima volta gli Stati Uniti hanno un presidente pro-life, un vicepresidente pro-life, la maggioranza della Camera federale pro-life e 21 capitali di Stati dell’Unione pro-life. E «Mike», cioè Pence, il vicepresidente, «è un vero capo».
Non è finita. Con vergogna Trump ricorda che gli Stati Uniti sono uno dei soli sette Paesi che permettono l’aborto dopo la ventesima settimana, quando il bambino nel grembo materno percepisce il dolore. La Camera federale ha approvato la legge per abolire questo orrore, ma il Senato no. Per soli nove voti di senatori Democratici. Ora, il 6 novembre gli americani rinnoveranno tutta la Camera e un terzo del Senato. I Democratici cercano la rielezione in dieci Stati dove nel 2016 Trump ha vinto di grande misura. Fermare la cultura della morte nel Congresso americano non è difficile.
Trump ricorda quindi chi è stata Susan B. Anthony (1820-1906), a cui è intitolata l’assemblea che lo ospita. Fu la madrina del femminismo americano che lottò contro la schiavitù, per le donne e per la dignità di ogni persona. Rigorosamente antiabortista. La SBA List è nata nel 1993 per eleggere quanto più personale possibile, anzitutto donne, nelle istituzioni americane, contro la EMILY’s List, nata nell’1985 con l’obiettivo opposto. Onoriamo la sua memoria, dice Trump, restaurando il primo principio sancito nella Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti: il diritto alla vita.
Dopo avere ricordato gl’importanti successi ottenuti dalla propria Amministrazione, fra cui l’avere creato le condizioni per milioni di posti di lavoro e avere ridotto drasticamente la disoccupazione, il presidente racconta la bellezza di una famiglia. Alla 39a marcia nazionale per la vita svoltasi a Washington nel 2012, c’erano anche Lisa e Bruce Alexander, di Gaithersburg, in Maryland. Quel giorno (è Trump che usa queste parole) Dio mise nel loro cuore il desiderio di adottare. Due anni dopo nasce una bimba, dipendente dagli oppioidi. L’adottano. Oggi Katherine, guarita, ha quattro anni. Trump la chiama sul palco. Recita poesia a memoria, dice che da grande farà la poliziotta e poi, una volta in pensione, il presidente degli Stati Uniti d’America. «Celebriamo le nostre vite», dice il capo del Paese più importante del mondo, «celebriamo la bellezza di quella scelta d’amore che è l’adozione. Katherine ci ricorda che ogni vita è sacra e che la vita è un dono prezioso di Dio, una cosa verissima». Poi cita il profeta Geremia: «Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato» (Ger 1, 5). E ancora: «Quando guardiamo negli occhi un bimbo appena nato vediamo la bellezza dell’anima umana e il mistero della grande creazione di Dio. Sappiamo che ogni vita ha significato e che ogni vita è totalmente degna di essere protetta».
Dopo trenta minuti, il discorso volge al termine. Se avremo fede in Dio e nella nostra gente non cadremo, dice. «In novembre votate per la famiglia, per l’amore, per la fede, per i valori, per la patria e per la vita». A essere strano è Trump – per il quale alcune donne pregano quotidianamente – o il resto del mondo?
Marco Respinti