di Mario Vitali

Osservando le proprie opere il giovane Anatoly Shmukin, pittore di grande talento, deve avere confermato a se stesso che tutti i volti espressi nei suoi ritratti, siano volti giovani o vecchi, maschili o femminili, di aspetto bello o sgradevole, sono accomunati da un elemento. Le espressioni intense, i solchi profondi che rigano il viso, le atmosfere cupe in cui sono immersi i personaggi rivelano il segno indelebile del dolore vissuto.
Anatoly Shumkin nasce a Chimkent, in Kazakhstan, nel 1984. Dopo gli studi al Dipartimento di arte grafica del Chimkent Art College, nel 2003 si trasferisce a San Pietroburgo, in Russia, dove si laurea nel 2012 nella prestigiosa Accademia russa di Belle Arti.
Lโartista รจ fortemente affascinato dalla pittura dellโEuropa occidentale dei secoli XVI e XVII, in particolare i grandi maestri Rembrandt (Rembrandt Harmenszoon van Rijn, 1606-1669) ed El Greco (Domรญnikos Theotokรณpoulos, 1541-1614). La sua tesi di laurea รจ accompagnata dal quadro La bottega di Rembrandt, che lโAccademia premia.

Il fascino che su di lui esercitano quei due artisti si manifesta chiaramente nello stile e nella tecnica, ma non sono neppure estranee le influenze della pittura russa del secolo XIX, in particolare dei pittori Nikolaj Nikolaeviฤ Ge (1831-1894) e di Il’ja Efimoviฤ Repin (1844-1930).
Il tema dominante in Shumkin รจ appunto lโesperienza del dolore, che tocca ogni essere umano e che, nella visione del pittore kazako, sembra non trovare spiegazione, come domandandosi con insistenza โperchรฉ?โ. Anatoly lo afferma del resto apertamente, quando, alle mostre, si mescola al pubblico per osservare senza dare quelle risposte che anchโegli attende. Lโesperienza del dolore che non conosce eccezioni lo conduce dunque a riflettere sul dolore dellโInnocente, e qui il pittore incontra il tema della Settimana Santa, che si propone di rappresentare. Per mesi non esegue alcun lavoro, ma si dedica alla riflessione e alla contemplazione del grande mistero della morte del solo Innocente. La meditazione della Passione diventa allora preghiera, espressa nelle opere.
Su questo tema lavora dal 2013 al 2018 fino alla esposizione di San Pietroburgo dellโottobre 2018 intitolata Ecce homo.
Il luogo della mostra non รจ casuale e neppure usuale. Non una galleria dโarte famosa o uno spazio espositivo bello e confortevole. Shumkin sceglie piuttosto un luogo buio e desolato, effetto della grande sofferenza che una comunitร cristiana ha subito a causa della persecuzione patita durante il regime comunista sovietico: la chiesa evangelico-luterana di santโAnna (Annenkirche), lโunica chiesa protestante di San Pietroburgo, che, sorgendo nella strada dedicata a santโAnna, ne conserva il nome diventando per tutti e per sempre la โChiesa di santโAnnaโ.
Costruita nel 1775 per offrire un luogo di culto alla comunitร tedesca in Russia, la chiesa ospitava anche un seminario teologico. Nel 1930 la comunitร protestante contava circa 12mila fedeli, nel 1935 il regime comunista ne decretรฒ la chiusura, processandone i membri della comunitร , molti dei quali furono condannati a morte per attivitร antisovietica. Lโedificio sacro diventรฒ quindi un cinema e, negli anni 1990, un ambiente per concerti rock e altri eventi. Nel 2000 รจ stato trasformato in night club fino a quando, nel 2002, un incendio tremendo lo ha devastato. Riaperto al culto, ora ospita anche eventi culturali. Lโesterno รจ stato ristrutturato, ma lโinterno รจ rimasto cosรฌ come lโincendio lo ha ridotto.

Shumkin ha allestito la sua Settimana Santa pittorica qui, proponendo al visitatore un itinerario lungo il quale i dipinti raccontano la Passione dalla cattura di Gesรน fino alla Deposizione.


Tutto รจ immerso nella sofferenza. I protagonisti del racconto, gli astanti, lโambiente circostante: nulla sfugge al dolore, alla via che conduce alla Croce. Un osservatore attento, perรฒ, puรฒ notare un particolare non privo di importanza: non cโรจ traccia di disperazione. Per Shumkin la risposta a quel โperchรฉ?โ colossale non elimina il mistero della morte e della sofferenza, ma, se accettato come via che conduce alla vita vera, ha un esito decisivo. Lโitinerario pittorico dellโartista non si conclude infatti con la sofferenza della Passione, ma con il dipinto di un neonato immerso nella luce, posto di fronte a quello di Cristo morente.

Sabato, 28 marzo 2020
