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Un colpo di Stato contro un presidente in pensione

5 Novembre 2022 - Autore: Alleanza Cattolica

Di George Friedman da Geopolitical Features del 28/10/2022. Traduzione a cura di Giacomo Mariotto su Limes

Durante la riunione finale del XX Congresso del Partito comunista cinese (Pcc) è accaduto un fatto straordinario.

Hu Jintao, il precedente leader della Cina, era seduto accanto al presidente Xi Jinping quando due uomini lo hanno approcciato dalle retrovie. Dopo essersi alzato,

Hu è apparso sempre più stranito, poi allarmato. Tra coloro che si trovavano allo stesso tavolo alcuni sono sembrati visibilmente sorpresi, mentre la maggior parte non ha mostrato preoccupazione o è restata impassibile per disciplina.

Hu è stato accompagnato dietro Xi, che si è comportato come se nulla stesse accadendo. Ho avuto l’impressione che Xi alla fine lo abbia guardato, forse con uno sguardo di disprezzo, ma è probabile che non sia andata così. Il teatrino sembrava infatti voler presentare il congedo di Hu come ordinaria amministrazione. I video del suo allontanamento sono stati visibili in tutto il mondo, ma non in Cina. Le autorità di Pechino hanno dichiarato che non si è sentito bene.

In Cina, i Congressi di partito non si sono sempre svolti in questo modo. In passato hanno sempre rappresentato l’assoluta unità del Partito comunista. Ogni aspetto veniva minuziosamente controllato ed era proibita qualsiasi spontaneità, figuriamoci uno spettacolo di questo tipo. Può darsi che Hu dovesse andare in bagno e avesse bisogno di aiuto, o forse si è trattato di un’altra esigenza banale. Ma dubito che ciò avrebbe richiesto un oscuramento delle immagini a livello nazionale.

È sempre complicato interpretare le azioni che riguardano gli individui. Nella mia visione delle cose, sono gli individui a essere definiti dal mondo, non il contrario. Vorrei quindi tentare di stabilire perché la Cina ha messo in piedi il dramma televisivo che tutti abbiamo visto.

La crisi economica degli ultimi due anni deve aver prodotto divisioni politiche. Dopo la dipartita di Mao Zedong, la Cina è stata contraddistinta da una crescita imponente e costante. I cinesi credevano, come buona parte del mondo, che il miracolo economico sarebbe continuato a lungo e che avrebbe reso il loro paese una grande potenza.

Un altro problema è rappresentato dal Mar Cinese Meridionale e dall’incapacità di Pechino di aggirare l’efficace blocco americano. Si è parlato molto della crescente potenza delle Forze armate cinesi, in particolare della Marina, ma nessuna azione l’ha ancora dimostrata. Anche l’alleanza con la Russia si è rivelata un grave errore di valutazione.

Xi è salito al potere al culmine della crescita della Cina, in quella che pareva essere l’alba della sua potenza militare. Il suo desiderio era superare il suo predecessore, Hu Jintao, che aveva costruito l’esercito e aumentato la presenza economica cinese all’estero. Xi voleva ulteriormente espandere la forza del suo paese nel mondo, ma non ce l’ha fatta. Durante il suo secondo mandato tutte le sue speranze sono andate in frantumi.

Hu era il simbolo di ciò che la Cina sarebbe diventata; Xi invece rappresenta ciò che non è riuscita a essere. Sull’attuale leader cinese è sempre aleggiata l’ombra del suo predecessore di successo. Ogni volta che il primo parla, il secondo avverte una scossa.

Non si può sapere cosa sia accaduto nel Politburo. È possibile che Hu abbia mosso delle critiche e che Xi le abbia respinte, sostenendo che ottenere buoni risultati oggi sia diventato più difficile; che lui, al suo posto, avrebbe fallito alla grande. Forse non è stato nemmeno necessario uno scambio di battute, perché Xi sapeva di doversi misurare con Hu. Forse quest’ultimo stava organizzando un colpo di Stato, o stava permettendosi di diventarne il simbolo, e il leader cinese ha pensato di frenarlo con un gesto di grande impatto, per ricordare al paese chi ha il potere in mano. Forse Xi ha voluto scoraggiare eventuali nemici dall’agire, mostrando loro le possibili conseguenze.

È difficile immaginare cosa sia avvenuto esattamente; non lo è capire cosa abbia provocato questa situazione. La politica è fatta così. Il fallimento non perdona, per quanto buona possa essere la scusa. Xi ha deciso di agire nel luogo ideale per riscuotere un successo. Il gesto potrebbe anche aver scatenato una battaglia segreta. Sembra che Xi si sia mosso senza che gli altri dirigenti ne fossero informati. Se così fosse, questi potrebbero temere per loro stessi e passare alla controffensiva. Ma il leader cinese, a sua volta, potrebbe averlo previsto.

Così il torbido mondo della politica cinese ci ha consegnato un colpo di Stato contro un presidente in pensione. Quello di Xi è stato il gesto di un uomo preoccupato. Lo resterà fino alla prossima mossa.

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