Da L’Avvenire di Calabria del 12/11/2017. Foto da Wikipedia
Giuseppe Toniolo nasce a Treviso il 7 marzo 1845, quando la città appartiene ancora all’Impero asburgico, si laurea in giurisprudenza a Padova e poi si dedica all’insegnamento universitario, assumendo la cattedra di economia politica a Pisa, dove insegnerà per tutta la vita, fino alla morte nel 1918. Lo studio, dopo la famiglia, è certamente la sua vocazione principale, ma la sua attività intellettuale nel campo della sociologia e dell’economia, oltre che della storia, non può essere separata dall’impegno che lo vedrà protagonista all’interno del movimento cattolico, del quale sarà sempre uno dei principali animatori. La sua militanza cattolica coincide in modo particolare con il pontificato di Leone XIII (1878–1904), al cui insegnamento lo studioso trevigiano si attiene sia per quanto riguarda i contenuti sia per il metodo.
Docente nella laicista università italiana, in una città, Pisa, non certo facile per i cattolici, Toniolo riesce a “sfondare” nell’ambito accademico, guadagnandosi stima e riconoscimenti scientifici anche all’estero, grazie a studi seri e documentati.
Ma non sarà soltanto uno studioso. La sua personalità lo porta all’impegno pubblico, all’apostolato sia nell’Opera dei congressi, sia come fondatore dell’Unione cattolica di studi sociali (1889) e poi della Rivista internazionale di scienze sociali (1893). Il suo impegno intellettuale e di apostolato viene segnato dalla pubblicazione dell’enciclica di Leone XIII sulla questione operaia, la Rerum novarum, nel 1891. Questa non “inventa” la dottrina sociale della Chiesa, come spesso erroneamente si crede, ma è importantissima perché analizza il grande cambiamento sociale introdotto dalla rivoluzione industriale e dalla soppressione dell’ordine corporativo con la Rivoluzione francese, che ha provocato gravi ingiustizie e uno sfruttamento del proletariato insopportabile. Toniolo comprende la situazione e sposa completamente la diagnosi del Papa fornendo soluzioni alternative alle ideologie liberali e marxiste.
La “democrazia cristiana” di Toniolo affonda le sue radici ideali nella cristianità medioevale e in particolare nel modello comunale, un sistema di autogoverno che, unitamente al sistema corporativo, il professore pisano studierà a lungo e avrà sempre davanti agli occhi come alternativa all’individualismo della società liberale e al collettivismo della proposta socialista.
La democrazia di Toniolo si ispira all’azione in favore delle classi più bisognose quale compito di ogni cattolico a prescindere dalle sue opinioni politiche e che è certamente una delle raccomandazioni del Magistero pontificio.
Toniolo rimarrà come protagonista nella storia del movimento cattolico fino all’ultimo suo respiro ed oggi merita di essere riscoperto per l’attualità del suo pensiero.
Marco Invernizzi