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Un uomo di parola

23 Settembre 2021 - Autore: Luigi Corsello


Orban interviene nella politica fiscale, e va incontro alle famiglie.

di Luigi Corsello

Tra le misure che il premier magiaro, Viktor Orban, aveva annunciato al Paese nel corso della campagna per il ritorno a una vita il più normale possibile, dopo la grande paura della terza ondata del Covid-19, che aveva colpito duramente la nazione di Santo Stefano, ve ne era stata una che più di tutte era stata presa dai suoi avversari politici come una boutade: la restituzione della SZJA (per dirla all’italiana, l’IRPEF) per il 2021 ai genitori con figli piccoli (una platea di 1.9 milioni di famiglie), se il PIL nel terzo trimestre avesse raggiunto una crescita del 5,5%.

Ebbene, ora si può dire che la promessa è stata mantenuta: il 20 settembre, visti i risultati ben oltre le aspettative dell’economia ungherese (la crescita prevista ammonta, addirittura, al 5,7%), il leader di Fidesz ha annunciato che non solo quella prima promessa verrà rispettata, ma che ci saranno ulteriori misure concrete a sostegno dell’ossatura del Paese centro-europeo.

I giovani fino a 25 anni saranno esentati dalla SZJA. Agli anziani verrà gradualmente ripristinata la tredicesima della pensione (che era stata tolta dal governo europeista di Ferenc Gyurcsany, padrino politico del sindaco di Budapest Gergely Karacsony, che è il probabile candidato della coalizione anti-orbaniana, la quale va dall’estrema destra di Jobbik ai socialisti eredi del Partito Comunista).

Inoltre, sono a buon punto le discussioni volte a portare il salario minimo a 200 mila fiorini (dai 150 dello scorso anno), che consentirebbe all’amplissima platea dei lavoratori al minimo di recuperare l’inflazione che, come spesso capita, accompagna la veloce crescita economica.

Il tutto in un quadro già di per sé ottimista: la disoccupazione, tra le più basse d’Europa, veleggia intorno al 4% e abbondano le misure più che concrete al sostegno delle famiglie con figli.

È tutto oro quel che luccica? Certamente no: i lettori di questo sito ben più di altri sanno bene che il Paradiso non è di questo mondo. Ma è certamente un Paese volto all’ottimismo e alla crescita, economica e morale, quello guidato dall’ex -giovane contestatore del Partito Comunista Ungherese.

 

Giovedì, 23 settembre 2021


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