Intervista di Domenico Agasso Jr da La Stampa del 23/10/2020.
Le parole del Papa sulle unioni civili vanno intese «solo nel senso di garantire diritti individuali». All’orizzonte non può esserci alcuna «rivoluzione del concetto di famiglia». Parola di monsignor Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-Sanremo.
Che cosa pensa delle affermazioni del Pontefice nel documentario «Francesco»?
«Credo che ci sia la volontà di forzarle andando oltre le sue stesse parole. Il montaggio accosta risposte a domande diverse. Nella prima parte fa riferimento al diritto dei giovani omosessuali a essere accolti e a vivere in famiglia. Concetto in piena sintonia con l’insegnamento tradizionale della Chiesa e ribadito in Amoris Laetitia: “Ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione”».
E sulle unioni civili?
«Non si tratta di una svolta in quanto il Papa ha sempre riaffermato l’insegnamento del Magistero ecclesiale. Francesco ha presente la situazione mondiale nella sua gamma di differenti sistemi legislativi e, a mio parere, le sue parole vanno intese nel senso di garantire diritti individuali e non nella volontà di rivoluzionare il concetto di famiglia o di sessualità umana».
Allora secondo Lei c’è qualcosa da chiarire?
«Non bisogna strumentalizzare le parole del Papa per far passare un messaggio distorto, in una prospettiva secondo cui non c’è più uomo o donna né famiglia tradizionale, ma ciascuno è in balìa dei desideri e degli impulsi. Un delirio di onnipotenza fa credere di essere padroni dei fondamenti stessi della natura: il nascere, il morire e la stessa sessualità. L’orgoglio del pensiero moderno non solo pretende di fare a meno di Dio, ma vuole spingersi fino a piegare la Chiesa al suo dettame».
Però la Chiesa, per stare al passo con i tempi, non dovrebbe alleggerire alcune rigidità?
«La Chiesa annuncia all’uomo la verità su se stesso e insegna che la verità sulla famiglia è scolpita nelle viscere dell’uomo e non sarà nessuno scoop giornalistico (neppure se fondato) a metterla in discussione».
Ma nella Chiesa c’è posto per gli omosessuali?
«C’è posto per tutti ed essa è mandata ad annunciare a tutti la buona notizia della salvezza, consapevole e rispettosa della libertà umana che, di fronte al Vangelo, può anche opporre resistenza e rifiuto».
Che cosa significa?
«Cito la risposta di Santa Bernadetta a chi le contestava di voler imporre la sua testimonianza: “La Madonna non mi ha detto di convincervi, ma soltanto di dirvelo”. La persona omosessuale sa che nella Chiesa trova accoglienza, rispetto e una concreta proposta di verità e di libertà».
Foto da diocesiventimiglia.it