Continua l’ondata di scontri che da aprile scuote il Paese: uccisi ieri altri due giovani. Sale così a 48 il numero delle vittime da quando è esplosa la protesta anti Maduro
Più di 40 giorni di proteste di piazza, 48 i morti nelle manifestazioni – ieri sono stati uccisi un 17enne e un 31enne – centinaia di feriti e di arresti e una crisi politica ancora senza una via d’uscita in vista: sul Venezuela si allunga, sempre più inquietante,l’ombra della guerra civile.Le manifestazioni di lunedì scorso, giorno in cui l’opposizione aveva convocato un nuovo sit in nazionale contro il governo di Nicolas Maduro, confermano l’esistenza di una spirale di scontri e violenza che ormai sembra sfuggire di mano ai principali protagonisti della contesa. Le proteste “ufficiali”, cioè convocate dal Tavolo dell’Unità Democratica, la coalizione antichavista, sono state bloccate e disperse dalle forze dell’ordine con lacrimogeni, pallettoni e cariche. Qualche scontro equalche ferito, ma è a margine dei cortei che si è scatenata la vera violenza.
Due ragazzi di 17 anni e un 31enne, morti due giorni fa nello Stato di Tachira, sulla frontiera con la Colombia, sono stati raggiunti da colpi di arma da fuoco, la principale causa di morte tra le vittime dell’opposizione. E a sparare è anzitutto la polizia, e poi i gruppi armati irregolari del chavismo, i temuti “colectivos”. La Procura Generale di Caracas ha ammesso ieri che uno dei manifestanti morti a Tachira è stato ucciso da un agente della polizia, ma finora non c’è stato un solo caso di omicidio nel quale siano stati identificati come responsabili i “colectivos”. Eppure i social network sono pieni di foto e video di civili incappucciati e fortemente armati che pattugliano le strade in gruppo, sulla sella delle loro motociclette, e sparano indiscriminatamente verso i palazzi da dove parteil concerto dei “caceroleos”, le proteste a suon di pentole che accompagnano le manifestazioni di piazza.
L’ex candidato presidenziale oppositore, Henrique Capriles, ha pubblicato varie foto di questi «militanti armati» su Twitter, chiedendo ai venezuelani di aiutare ad identificarli, e Laidy Gomez, deputata eletta in Tachira, ha accusato il governatore dello stato di pagare i “colectivos” per le loro azioni violente «svolte con la complicità delle forze dell’ordine».
Come se tutto questo non bastasse, la radicalizzazione della protesta avviene mentre si aggrava la crisi economica e sociale: quattro ospedali sono in sciopero da ieri per reclamare condizioni decenti di lavoro, e un commerciante è stato ucciso due giorni fa a Merida, mentre tentava di impedire il saccheggiodel suo negozio.
E.A.
Da “Avvenire” del 17 maggio 2017. Foto da NBC News